Cinque film insieme realizzati nell'arco di 25 anni anni, Song Kang-Ho e Kim Jee-Woon sono una coppia affiatata e lo dimostra la duplice partecipazione al Florence Korea Film Fest 2024, che si è assicurato il colpaccio garantendo il ritorno a Firenze dell'attore coreano più popolare e del regista più eclettico e sperimentatore dei generi. L'occasione è la prima italiana di Cobweb, film sul cinema presentato lo scorso a Cannes. Song Kang-Ho interpreta il regista Kim, ossessionato dall'idea che rigirare il finale del suo ultimo film lo renderà un capolavoro.
"Mi serviva un attore in grado di interpretare un regista, ruolo delicato che richiede grande responsabilità visto che il regista ha sempre l'ultima parola"__ spiega Kim Jee-Woon. "Con Song Kang-ho lavoriamo insieme ogni cinque anni, lui possiede il carisma necessario per questo ruolo". "Ci siamo incontrati nel 1997, sono 27 anni che ci conosciamo" aggiunge Song Kang-ho. "Abbiamo fatto cinque film molto diversi, è come se me lo ritrovassi sempre accanto. Tra di noi c'è un rapporto di fiducia difficile da descrivere a parole. Poco tempo fa abbiamo cenato insieme in un ristorante rinomato in Corea e ha pagato lui. Tornando a casa ci ho pensato, in 27 anni è la prima volta che mi offre una cena".
Le radici nel cinema italiano
Tra le esperienze comuni condivise da Song Kang-Ho e Kim Jee-Woon c'è il ritorno in Italia, a Firenze, che ospita il più importante festival dedicato al cinema coreano. Per Kim Jee-Woon questa è la quarta visita a Firenze. "Sono stato il primo ospite del festival e ricordo di aver pensato 'Voglio fare un altro film così mi inviteranno di nuovo. Pensavo di comprare una casa a Firenze, questa città mi appaga. La storia, la bellezza, mi hanno sempre sorpreso. Firenze è molto ambita dai coreani". Song Kang-ho invece torna in Toscana dopo dieci anni: "Ho notato con piacere che la dimensione del festival è cresciuta e il pubblico è aumentato".
Naturalmente entrambi gli artisti non possono non riconoscere l'influenza della cinematografia italiana nella loro produzione. "Il mio il buono, il matto, il cattivo è un omaggio a Sergio Leone" esclama Kim Jee-woon. "Ho visto tanti film italiani, da Pasolini, a Visconti, da Rossellini a Bertolucci, anche se conosco poco il cinema contemporaneo. Purtroppo il mio sogno di realizzare un film in Europa non è andato in porto".
Kim Jee-Woon: "Bertolucci, la mia ispirazione per The Age of Shadows"
Maestri di generi e di semplicità
Da buon cinefilo maestro dei generi, quando ha deciso di fare un film sul cinema Kim Jee-woon ha seguito le orme del collega americano Quentin Tarantino, ambientando la storia negli anni '70, prima del grande boom del cinema coreano fuori dall'Asia, quando il condizionamento della censura era pesatissimo. "Sono un coetaneo di Tarantino e la nostra generazione è cresciuta guardando film di genere" spiega Kim Jee-woon. "Volevo rimescolare le carte. I film sono una maniera di esplorare le nostre paure. L'horror riguarda la paura verso l'ignoto, la fantascienza la paura del futuro, i film romantici parlano della paura di perdere la persona che si ama e così via".
Per raccontare le paure che animano il suo inconscio, il regista di Cobweb e A Bittersweet Life si è affidato alla recitazione raffinata al carisma di Song Kang-ho eleggendolo suo alter ego. E non è certo l'unico regista. Da Bong Joon-ho a Park Chan-wook, passando per il maestro giapponese Koreeda, sono molti a volere il mattatore di Parasite nelle loro opere. Ma lui si schernisce e svela che il suo segreto è "la semplicità. Sono fortunato ad aver potuto collaborare con tanti nomi importanti. La loro influenza mi ha permesso di migliorarmi costantemente e di avere un'ottima formazione." Interviene Kim Jee-woon, spiegando che il suo interprete è "troppo umile. Durante le riprese si sa immergere nel momento e credere che sia quella la realtà, il suo talento è strabiliante. Se elencassi tutte le qualità che lo rendono unico passeremmo qui una giornata intera. Il modo in cui dà le battute, il tempismo, il suo modo di muoversi... come attore cambia l'aria di una stanza".
Parasite agli Oscar: le ragioni e l'importanza di un trionfo senza precedenti
Il rapporto controverso con l'industria occidentale
Nonostante le lodi sperticate del suo amico regista e gli Oscar vinti da Parasite, Song Kang-ho non si sente affatto un divo. A Firenze si è stupito dell'accoglienza riservata e di essere riconosciuto perfino in hotel. Lui che rifiutò per ben tre volte il copione di Mister Vendetta perché non si sentiva all'altezza ("è successo 23 anni fa, poi mi sono chiesto 'che tipo di film sto cercando? E il motivo per cui avevo rifiutato è diventato il motivo per cui ho accettato"). A eccezione all'esperienza con Koreeda, che lo ha diretto in Broker, ha declinato tutte le proposte giunte dall'estero perché non se la sente di fingere di incarnare culture di cui non sa niente. "Quando mi propongono un film sono emozionato come prima di fare un viaggio, d'altronde è un viaggio filmico, ma cerco di non perdere mai di vista il radicamento nella realtà".
Quanto a Kim Jee-woon, la sua esperienza con l'industria americana l'ha avuta con T_he Last Stand_, action in cui ha diretto la star Arnold Schwarzenegger. La critica non ha gradito, ovviamente anche se lui ci tiene a distinguere tra "film artistici e film commerciali. sui set coreani ed europei gerarchia verticale, con a capo il regista. Negli USA la gerarchia è orizzontale, e questo è il problema principale perché il regista non ha la libertà di prendere le decisioni. Hollywood è la fabbrica dei sogni, ma quando un film va male non si sa a chi dare a colpa e ci si nasconde dietro questo sistema".