Sanremo 2025: Carlo Conti e il ritmo della banalità

Un Festival "tecnico": senza guizzi né originalità, ma pienamente rispettoso della scaletta. Eppure gli ascolti...

Carlo Conti a Sanremo 2025

Se ne sono dette tante, se ne sono lette tante, ma dopo tre serate di Sanremo 2025 è tempo di sgombrare il campo dalle illazioni. Una su tutte: non è vero che il Festival di Conti è noioso, è solo... banale. Non ci sono momenti da ricordare, non ha guizzi, procede dritto verso la fine: insomma, somiglia al suo direttore artistico.

Sanremo 2025, il Festival "tecnico" di Carlo Conti

Sanremo Noa Awad
Un momento di Sanremo 2025

Carlo Conti ricorda quei concorrenti da reality che non entrano mai in nessuna dinamica, si fanno sempre gli affari loro, e poi, alla fine, zitti zitti te li ritrovi in finale. E magari vincono pure al televoto, portando a casa il malloppo. Cioè, fuor di metafora, segnando ascolti più alti persino di quelli di Amadeus.

Il Festival di Carlo Conti è un Sanremo "tecnico": il conduttore toscano è il Mario Monti della manifestazione canora, laddove erano arrivati Amadeus e Fiorello a portare il caos all'Ariston. Adesso, in questo spread tra fasti del passato e possibili cali futuri, toccava rimettere a posto la situazione e traghettare il Festival nella sua nuova era.

Dopo il passaggio di Amadeus a Nove, Carlo Conti era l'uomo perfetto: già direttore artistico in passato, uno dei suoi Sanremo era stato un punto di svolta con la vittoria di Occidentali's Karma.

Carlo Conti e l'importanza della scaletta

Carlo Conti ha dunque preso in mano Sanremo e lo ha plasmato secondo il suo stile: la scaletta. Perché Carlo Conti ha fretta, la sua stella polare è la chiusura nei tempi stabiliti. Ragione questa per cui tutto quello che può deviare dal percorso, viene azzerato: niente temi politici a Sanremo, no alle chiacchiere inutili, nessun commento non previsto. Niente spettacolo, verrebbe da dire.

Sanremo 75 Balti Frassica Malgioglio
I co-conduttori Cristiano Malgioglio, Bianca Balti e Nino Frassica

Con la sua smania di velocità, a Conti è riuscito pure di ammazzare il FantaSanremo: si entra si canta e via, ché all'Ariston non c'è tempo per i giochetti né per smancerie. Mercoledì sera per esempio, la Michielin s'è commossa, benedetta figliola: una pacca sulla spalla, eccoti i fiori di Sanremo, ciao. Il compito di contraltare spetta ai co-conduttori, ma con parsimonia; al bando le battute superflue. Mica facile in un Festival in cui, ogni volta che c'è da introdurre un artista, l'elenco degli autori pare la formazione in campo di una squadra di calcio.

Un Festival che ha ritmo, ma non appassiona

Non è dunque che il Sanremo di Carlo Conti sia noioso, perché il ritmo non gli manca. Anzi, procede spedito con pochi tempi morti, ad eccezion fatta per le inevitabili promozioni di fiction Rai. Il problema non è la noia: è che non appassiona. Perché non c'è un artista con una trovata scenica che sia una, un abito stravagante, un tema di qualche importanza che crei un minimo di dibattito; anche in conferenza stampa, ogni obiezione viene smorzata sul nascere. Il Sanremo 2025 di Carlo Conti è un Sanremo in cui il pubblico s'è scoperto frigido, mentre invece avrebbe voluto una notte di passione.

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Gli ascolti in crescita

Eppure, nonostante la banalità dello show, gli ascolti hanno superato quelli degli anni precedenti. Addirittura, anziché avvertire il classico calo fisiologico, nella seconda serata sono saliti. Questo a riconferma che il format Sanremo ha riacquisito definitivamente forza, al punto che il suo successo non è più legato a un volto: il pubblico segue il Festival perché è l'evento dell'anno. Se torna un Carlo Conti a rimettere ordine, poco importa: e chissà se, in fondo, questa ordinarietà non sia rassicurante per un pubblico che vive tempi preoccupanti.