Rex 4: Ettore Bassi svela i segreti della fiction

Nuova stagione, nuovo commissario, nuovo cane: Ettore Bassi e il regista Andrea Costantini raccontano la rivoluzione di Rex 4, in onda su Rai Due dall'8 marzo, e promettono più adrenalina e un maggiore appeal internazionale.

Per una mattinata intera Rex ha monopolizzato l'attenzione dei viaggiatori in giro per la Stazione Termini di Roma, mentre sfrecciava su e giù per i binari e saliva su un Frecciarossa. Il pastore tedesco più amato della tv (interpretato dall'americano Nick, che sostituisce Henry) ha così lanciato l'arrivo dei nuovi episodi su Rai Due (Rex 4 va in onda ogni venerdì in prima serata dall'8 marzo con 10 episodi divisi in 5 puntate).
Il nuovo commissario Ettore Bassi (Davide Rivera) e e Andrea Costantini (regista della serie assieme a Marco Serafini per le stagioni 4 e 5) hanno raccontato la rivoluzione che attende il pubblico, dai temi al ritmo narrativo, dai personaggi al linguaggio usato.

Chi è il nuovo commissario? Ettore Bassi: Ho cercato di distanziarmi dalla mia solita immagine di bravo ragazzo/eroe buono. Questo commissario è più glamour, sexy e cool nel look, anche se a tratti ombroso, solitario e quasi asociale con le sue piccole manie, come il bastoncino di liquirizia che mastica continuamente. La sua storia è piuttosto strana.
Andrea Costantini: Per creare il passato del commissario, Ettore si è presentato a casa mia con 80 pagine di appunti e idee... e mi ha un po' spaventato, ma alla fine è stato uno stimolo. Con un attore così scrupoloso dovevo preparare risposte serie da dare.
Ettore Bassi: Sono un ex prestigiatore e, ad esempio, ho suggerito di fare giochi di magia al cane. È stato divertente! L'aspetto della commedia è importante, ma si può ottenere anche senza gag pretestuose.
Andrea Costantini: Il taglio netto con il passato parte da Ettore e da Nick, che sostituisce il cane Henry e viene dall'America.

Con quale spirito hai affrontato questa nuova sfida? Ettore Bassi: Ho sentito da subito un grandissimo senso di responsabilità per via dell'eredità che comporta il passaggio di testimone in una serie come questa, lunga e conosciuta in tutto il mondo. Questi episodi sono già andati in onda in molti Paesi, tra cui Iran, Colombia e Russia. Abbiamo voluto raccontare l'Italia, ma attraverso storie dal respiro internazionale per poter continuare a fare amare il telefilm anche all'estero. Il linguaggio è più moderno e dinamico, ma non tradisce il pubblico tradizionale di Rex.

Come sei entrato in sintonia con Nick, il cane che interpreta Rex? Ettore Bassi: Ho fatto un provino per essere accettato da Rex! Scherzi a parte, era fondamentale che entrassimo in sintonia perché anch'io mi potessi sentire a mio agio nelle situazioni più "fisiche" come gli abbracci, le scene a rotolarsi nell'erba e persino a dividere lo stesso letto. Così l'ho incontrato a casa sua per una giornata intera. Abbiamo giocato tutto il tempo in giardino.

Cos'è successo quando hai conquistato la sua fiducia? Ettore Bassi: Siamo passati sul piano professionale cercando di coordinare le mie battute ai comandi dell'addestratore sul set. Nick/Rex ha 4 anni, è un cucciolone e, come un bambino, ha sempre voglia di giocare, quindi ti deconcentra molto. Quando si gira la stessa scena tende a fare sempre cose diverse, che ti spiazzano, così porto spesso in tasca il suo premio per quando il ciak è finito. Una volta ho dimenticato di darglielo e mi ha seguito fino in bagno!

La domanda è di rito: meglio un attore-cane o un cane-attore? Ettore Bassi: A mio avviso è molto più difficile lavorare con attori-cani, che sono presenti in una proporzione inversa rispetto ai cani-attori.

Ti piacciono gli animali? Ettore Bassi: Ho un buon rapporto con gli animali. Tempo fa le mie figlie mi hanno convinto ad adottare due cagnoline che abbiamo trovato al mare. Le abbiamo tenute in casa per sei mesi, ma quando hanno devastato il giardino le ho regalate a mia suocera e alla dog sitter.

Quali sono le caratteristiche della stagione 4? Andrea Costantini: La nuova stagione viaggia al passo con i tempi e segue il cane Rex in qualunque suo spostamento. Dalle riprese in elicottero a quelle sott'acqua vedrete più azione. Come in passato, in assenza di una storia orizzontale, gli episodi sono autoconclusivi, ma spaziano in vari campi, a volte anche con una crudezza mai vista nella serie.

Anche il metodo di lavoro è cambiato? Andrea Costantini: Sì, abbiamo introdotto le prove a tavolino con gli attori prima delle riprese, chiedendola come condizione indispensabile per ottenere il ruolo. Nella fiction non si fa mai, perché si pensa che questo processo faccia lievitare i costi.

Come hai reclutato Bassi? Andrea Costantini: Appena l'ho incontrato mi ha stretto la mano e mi ha detto: "Piacere di conoscerti, ma io Rex non lo faccio". L'ho preso per sfinimento e l'ho convinto facendogli vedere quanto la serie fosse cambiata.
Ettore Bassi: La mia è stata una provocazione. Volevo che la serie si rinnovasse per essere al passo con i tempi e andare incontro ai gusti del pubblico, che coinvolgesse non solo bambini e anziani, ma anche ragazzi, quella fascia intermedia di età che finora mancava.
Andrea Costantini: Ecco perché c'è stato il passaggio da Rai Uno a Rai Due: l'obiettivo è puntare anche agli spettatori tra i 15 e i 40 anni.

Ci fate qualche esempio pratico del rinnovamento delle tematiche? Andrea Costantini: In una puntata ambientata in una villa, ad esempio, tutti gli invitati ad un party vengono presi come ostaggi, un omaggio al film Inside Man di Spike Lee.
Ettore Bassi: In un'altra abbiamo deciso di vedere cosa accadrebbe a Rex se fosse cattivo e si scagliasse contro il commissario. Ecco come abbiamo cercato di mettere un po' in crisi il vecchio schema della serie.

Questa rivoluzione parte già con il cambio di commissario? Andrea Costantini: Partiamo col botto: nel prologo l'uscita di scena di Kapparoni è raccontata dagli occhi di Rex, che aspetta il commissario alla sua auto ma senza sapere che non tornerà più. L'impatto emotivo è forte, soprattutto perché la puntata non è stata girata all'inizio ma a metà riprese per permettere agli interpreti una maggiore sintonia.

Come sono diventati amici Rex e il nuovo commissario? Andrea Costantini: Abbiamo scelto una location singolare, Castel Sant'Angelo, a nostra completa disposizione per due giorni interi di riprese tra inseguimenti ed esplosioni. Non volevamo usare il solito momento in cui Rex salva il commissario e diventano amici.
Ettore Bassi: Ci siamo chiesti: come si comporta un cane quando muore il suo padrone e ne arriva un altro? Quest'ultimo deve dimostrargli di meritare il suo affetto. Volevamo una situazione credibile in cui il pubblico può rivedersi.

E come si conquista la fiducia di un cane che deve diventare il tuo partner sul set? Ettore Bassi: Non sapevo cosa aspettarmi e provavo la stessa fifa di quando sei dietro le quinte, pronto ad entrare in scena a teatro. Nick sembra un leone, ma in realtà è un agnello. Si dice sempre che la prima regola sul set è di non lavorare con cani e bambini, ma io con i più piccoli ho lavorato a lungo e ho capito che con loro non devi usare trucchi. Il loro intuito permette di smascherarli subito, quindi il segreto è puntare sull'onestà, far loro capire che ti piacciono. E c'è anche un altro aspetto: i bambini e gli animali, carismatici come sono, ti rubano la scena quindi non conviene entrare in competizione, meglio cercare una sintonia.

Qual è l'approccio sul set nei confronti di Nick/Rex? Andrea Costantini: Nessuno, tranne Ettore Bassi, poteva avvicinarsi al cane, toccarlo o accarezzarlo se non durante le scene. Essendo una star con un camper dotato di aria condizionata, comunque Rex è blindato, ma a parte questo abbiamo messo questa rigida regola per evitare che si distraesse e che avesse come unici punti di riferimento l'istruttore e il commissario.

Perché entrambi avete deciso di girare solo due stagioni di Rex? Ettore Bassi: Ho già sperimentato la lunga serialità dieci anni fa con Carabinieri e, anche se non mi dispiace essere ancora identificato con il Maresciallo Ferri, non sono a mio agio se resto in un personaggio per tanto tempo, preferisco buttarmi a capofitto in una storia ma uscirne quando ho finito di raccontarla. È un atto d'amore verso il pubblico che poi si affeziona a questi protagonisti. L'arco narrativo del nostro Rex è durato due anni, senza di noi sarà un Rex diverso.
Andrea Costantini: Non volevamo rischiare di accettare una nuova stagione con premesse diverse o con il rischio di appiattimento. Abbiamo declinato per una visione comune.

Il rinnovamento di Rex ha fatto aumentare i costi di produzione? Andrea Costantini: No, perché ho lavorato 20 anni nella produzione e so gestire bene un budget dirottando le energie su scelte spettacolari e tagliando i costi superflui. La difficoltà maggiore è stata portare attori conosciuti sul set: molti avevano il pregiudizio che Rex fosse per bambini. Poi ho mandato loro le sceneggiature e si sono convinti: da Luca Ward ad Anna Foglietta, in tanti hanno poi accettato una parte.

Quali sono i tuoi progetti dopo Rex? Ettore Bassi: Ho partecipato - assieme a 250 altri attori, credo - alla serie di Pupi Avati Un matrimonio, in onda prossimamente su Rai Uno. Continuo il tour teatrale Il muro, che alterna recitazione a musica dal vivo di una band rock, ispirata ai testi delle canzoni di The Wall dei Pink Floyd. Raccontiamo una storia forte, tra corruzione e prigione. Dal 23 al 28 aprile saremo al Teatro Golden a Roma. Sono in trattative per una tounée teatrale per la prossima stagione e per un TV movie per Rai, ma spero che la messa in onda di Rex mi apra altre porte...