Judgment, spin-off che espande l'affascinante universo narrativo di Yakuza, introduce nuove storie e nuovi personaggi che condividono la medesima ambientazione della celebre serie SEGA. Il videogioco, in uscita il 25 giugno in esclusiva su PS4, racconta le vicende di Takayuki Yagami, un avvocato che in seguito a un drammatico evento decide di abbandonare la carriera forense e diventare un investigatore privato. Sguardo vigile e fisico prestante, indurito da anni di pratica con le arti marziali, Takayuki si è lasciato alle spalle la burocrazia e le lungaggini legislative, ma porta sempre con sé la spilla che simboleggia la sua appartenenza all'ordine: un modo per ricordare a sé stesso di non varcare mai determinati confini.
La giustizia che decide di dispensare, ad ogni modo, non è certamente quella delle aule di tribunale, dove tutto è bianco o nero: il protagonista di Judgment si muove in una zona grigia e non potrebbe essere altrimenti, in un ambiente in cui le contaminazioni mafiose sono all'ordine del giorno. L'idea romantica degli yakuza fedeli a determinati ideali, veri uomini d'onore, trova una naturale collocazione nella nuova produzione del Ryu ga Gotoku Studio, che tuttavia non si concentra sulle vicende dei clan e anzi le lascia sullo sfondo, raccontandoci qualcosa di diverso.
Il protagonista
Come detto, Takayuki Yagami, protagonista di Judgment, è un investigatore privato che preferisce la legge della strada a quella dei palazzi di giustizia. Tuttavia le cose non sono sempre andate così: rimasto orfano a quindici anni, è sempre vissuto da solo nel quartiere di Kamurocho, a Tokyo, e ha dovuto imparare suo malgrado a difendersi, imbattendosi però anche in persone che lo hanno aiutato a completare gli studi e a trovare un posto di lavoro presso lo studio legale di Ryuzo Genda come avvocato. Un bravo avvocato, peraltro: quando riesce a ribaltare le accuse e a provare l'innocenza del giovane Shinpei Okubo, contro ogni previsione, la sua impresa finisce sulla bocca di tutti.
Qualche tempo dopo, tuttavia, Okubo uccide la sua fidanzata e dà fuoco alla casa: un evento che segna profondamente Takayuki e distrugge la sua reputazione, spingendolo ad abbandonare la professione e a tornare nel mondo in cui è cresciuto, fatto di violenza e di regole spesso non scritte. Perfettamente a suo agio per le strade di Tokyo, l'ex avvocato si dedica a incarichi di vario tipo con l'aiuto di un amico, pedinando persone sospette, ascoltandone le conversazioni, scattando foto con il telefono e finanche utilizzando un drone per raggiungere qualsiasi angolo del quartiere. Elementi investigativi del tutto inediti, creati appositamente per il gioco e in grado di aumentare non di poco la varietà di un'esperienza che altrimenti sarebbe rimasta ancorata ai limiti di una formula tradizionale. Una concessione al classico la ritroviamo però nella figura della nemesi di turno, un misterioso serial killer che uccide in maniera crudele le proprie vittime e che Takayuki è assolutamente determinato a fermare.
È tempo di distruzione
Durante la campagna di Judgment ci sono magari momenti in cui tenere un basso profilo o ricorrere a un travestimento possono aiutarci a chiudere un caso, ma talvolta la situazione precipita e il protagonista si trova coinvolto in rocamboleschi inseguimenti in stile Shenmue, che si risolvono attraverso una serie di quick time event e culminano solitamente con un combattimento. È in tali frangenti che il gameplay del nuovo titolo SEGA rivela tutta la propria vicinanza alle meccaniche di Yakuza, mettendoci a disposizione due differenti stili di lotta, la posizione della gru e quella della tigre, per avere ragione dei nostri avversari.
Takayuki esegue mosse spettacolari, devastanti combinazioni di colpi, finisher dolorosissime che sfruttano gli oggetti dello scenario: la sensazione degli impatti è piena, corposa, e restituisce un senso di soddisfazione ogni volta che mettiamo al tappeto un criminale. Non manca tuttavia l'importante collante rappresentato dalle cutscene, dirette in maniera attenta e precisa, che anche in questo caso hanno il compito di raccontare una trama affascinante, piena di personaggi carismatici e colpi di scena non banali. Uno, del tutto imprevisto, ha bucato lo schermo per finire su tutti i giornali giapponesi quando l'attore Pierre Taki, che nel gioco interpretava il ruolo del capo clan Kyohei Hamura, è stato trovato in possesso di cocaina: i produttori hanno deciso di modificare l'aspetto e la voce del suo personaggio e ritirare il titolo dai negozi, ottenendo però l'effetto contrario e scatenando una vera e propria corsa all'acquisto.
Viva Kamurocho
Kamurocho, il quartiere fittizio in cui è ambientato Judgment, che riprende in maniera molto fedele la zona di Kabukicho a Tokyo, è un luogo tremendamente affascinante durante le ore notturne, quando le insegne al neon dei locali colorano le strade, creando una grande atmosfera. La location è stata rifinita e arricchita nel corso dei vari episodi di Yakuza, e la versione che troveremo nel gioco è dunque la più suggestiva: un sandbox liberamente esplorabile, pieno di opportunità ma anche di insidie insospettabili, che condisce con una serie di divertenti attività extra gli incarichi che avremo il compito di portare a termine.
Alcuni minigame sono completamente nuovi, come le gare per droni e la realtà virtuale, lo sparatutto Kamuro of the Dead e i due classici Motor Raid e Fighting Vipers, ma non mancano il tradizionale mahjong, gli UFO Catcher, il battling center, le freccette e i giochi di carte. Potremo inoltre visitare ristoranti e negozi, che apriranno le loro porte senza tempi di caricamento, in maniera del tutto naturale, accogliendoci con parole più familiari del solito visto che Judgment include per la prima volta una localizzazione in italiano dei testi a schermo, con dialoghi parlati in giapponese o in inglese. Si tratta di una svolta clamorosa per SEGA dopo svariati capitoli di Yakuza in cui la nostra lingua non era presente fra le opzioni: una barriera in meno e una dimostrazione di fiducia che sarebbe bello veder ripagata.