5 film da vedere per capire la guerra Ucraina - Russia

Parliamo di cinque film per capire la guerra Ucraina - Russia, titoli acclamati che si ricollegano all'attuale conflitto e che ci permettono di approfondirne anche le origini.

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Reflection: Roman Lutskyi durante una scena del film

L'attuale crisi in Ucraina, presa d'assalto dalla Russia, sta avendo ripercussioni su scala globale, e questo anche nel mondo del cinema: il Festival di Cannes ha annunciato che fino a nuovo ordine non accoglierà sulla Croisette delegazioni ufficiali della Russia o persone associate al governo putiniano (ma non saranno esclusi film russi dalla selezione), e il cineasta ucraino Sergei Loznitsa si è dimesso dalla European Film Academy a causa della reazione non abbastanza forte di quest'ultima nei confronti di ciò che sta accadendo. Alla luce di tutto questo, e pienamente consapevoli del fatto che stiamo trattando un argomento delicato, abbiamo voluto tornare su 5 film per capire la guerra Ucraina - Russia che, a loro modo, offrono uno sguardo su questa situazione e sui suoi antecedenti legati al rapporto teso tra le due nazioni: la lista è in ordine cronologico di uscita.

1. Maidan (2014)

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Partiamo proprio da Sergei Loznitsa, acclamato autore di documentari e film di finzione, presenza ricorrente in festival come quelli di Cannes e Venezia. E proprio sulla Croisette, nel 2014, ha presentato il documentario Maidan, completato in tempi relativamente rapidi poiché copre gli eventi che, tra il novembre del 2013 e il febbraio del 2014, portarono alla destituzione dell'allora presidente ucraino Viktor Yanukovych, poco apprezzato dal popolo a causa delle sue posizioni molto vicine a quelle del governo russo (che reagì alla protesta di Maidan con l'annessione della Crimea). Praticamente un instant movie, ma realizzato con una lucidità disarmante, offrendo un ritratto forte di una nazione in crisi.

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2. Donbass (2018)

Donbass: un'immagine tratta dal film
Donbass: un'immagine tratta dal film

Ancora Loznitsa, questa volta con quello che a oggi è il suo ultimo film di finzione, vincitore del premio per la regia nella sezione Un Certain Regard del Festival di Cannes. Donbass, che trae il suo titolo dall'omonima regione, è sostanzialmente un sequel spirituale di Maidan, poiché racconta, in tredici segmenti, il conflitto che ha avuto luogo dopo le proteste di inizio 2014, con una fazione filorussa che si è opposta al governo ufficiale dichiarando territori indipendenti le zone di Donetsk e Luhansk. Un film che mette in evidenza i difetti di entrambe le fazioni, indebolite da anni di menzogne, un concetto espresso chiaramente nella sequenza d'apertura: una troupe che, dopo aver applicato trucco e parrucco, si appresta a girare una bufala che vedremo poi spacciata come vera notizia su uno schermo televisivo in una scena successiva.

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3. Atlantis (2019)

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Premiato come miglior film nella sezione Orizzonti dell'edizione 2019 della Mostra di Venezia, Atlantis è un'opera la cui premessa teoricamente fantascientifica e distopica oggi assume contorni più tristemente reali: la storia si svolge infatti nel 2025, che stando a quanto raccontato sullo schermo è un anno dopo la conclusione della guerra tra Ucraina e Russia. Un conflitto che ha segnato per sempre i due protagonisti, affetti da sindromi traumatiche e per certi versi convinti che la guerra non sia mai veramente finita. Particolarmente potente la decisione di affidare i vari ruoli a veri veterani e soldati, che danno maggiore verosimiglianza all'universo immaginato dal regista Valentyn Vasyanovych.

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4. Olga (2021)

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Presentato a Cannes nella Semaine de la Critique e scelto per rappresentare la Svizzera nella corsa agli Oscar (purtroppo senza arrivare in cinquina), Olga è l'esordio nel lungometraggio di Elie Grappe, che sceglie di raccontare gli eventi dell'Euromaidan dal punto di vista di una giovane ginnasta ucraina che si ritrova a gareggiare per la Svizzera (tramite la cittadinanza del padre) e si ritrova poi bloccata lì quando le proteste rendono impossibile il rimpatrio, mentre la madre, giornalista, è sul campo a rischiare la vita. Un bel ritratto dello spaesamento, anch'esso con interpreti non professionisti nel cast (per volontà di Grappe, tutte le ginnaste provengono veramente da quell'ambiente).

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5. Reflection (2021)

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Reflection: Roman Lutskyi, Andriy Rymaruk in una scena del film

Due anni dopo Atlantis, Vasyanovych è tornato a Venezia - questa volta nel concorso principale - con Reflection, che torna indietro nel tempo e racconta la vicenda di un soldato ucraino catturato dall'esercito russo nel 2014. Un altro pugno nello stomaco, anche per via dello stile del regista, che realizza i propri film attraverso inquadrature fisse che accentuano l'orrore raccontato (soprattutto nella prima parte del film, dove il protagonista assiste alle torture degli aguzzini russi nei confronti dei prigionieri). Un'esperienza forte e importante, che il pubblico italiano potrà vedere in sala dal 18 marzo.

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