Quarto giorno qui a Cannes 2023. Quarto giorno di resistenza, tra code, resse e pioggia insistente. Piccolo appunto colorato: sembra che gli unici insofferenti alla pioggia siano gli italiani (del resto!), che sbuffando aprono l'ombrello ad ogni accenno di goccia. Previsioni alla mano, i prossimi giorni dovrebbe migliorare. Lo sapete, accompagnandovi in questo lungo percorso, proviamo raccontarvi cosa abbiamo visto e cosa no, ci infiliamo le polemiche di turno, le apparizioni, le mancanze. Così, ecco un altro spunto. Mentre vedevamo The Feeling That the Time for Doing Something (titolo emblematico, già) dell'esordiente Joanna Arnow (scuola newyorkese), presentato nella Quinzaine, abbiamo avuto riprova di un fatto: si ride a sproposito.
Chiaro, le emozioni sono soggettive, personali, identitarie. Ciò che può far ridere qualcuno, può lasciare altri interdetti. Però, ecco, insomma: considerando proprio The Feeling That the Time for Doing Something, film raffinato ed umoristico, sembrano stridenti le sguaiate risate del pubblico. Considerando poi il contesto voluto dalla regista, e incentrato su una ragazza (interpretata dalla stessa Arnow), le sghignazzate in stile sit-com appaiono stridenti, e pure un po' incomprensibili, almeno per chi scrive. Soggettivo, quindi, ma anche chissà identitario in base alla quantità di pubblico accreditato.
In spiaggia con Thelma & Louise
Spunto per un'altra parentesi: ma gli accreditati - Stampa, Cinéphiles, Industry - non sono un po' troppi? Una calca generale che rende difficoltoso il lavoro di tutti, che accavalla le proiezioni, gli impegni, gli appuntamenti. Un festival è un luogo di partecipazione, ma è anche un luogo di lavoro. E il lavoro, per quanto possibile, andrebbe agevolato. Dovete sapere, infatti, che le proiezioni stampa (la maggior parte) iniziano non prima delle 22.30, e non prima di un ritardo di almeno venti minuti. Va da sé che, al primo giro di boa, siamo in riserva. Di certo, non molliamo, e anzi annusiamo le diverse correnti che incrociamo sulla Croisette, divertiti e stupiti. Come quando passiamo la sera, prima del tramonto, davanti lo storico Cinéma de la plage, che offre proiezioni in spiaggia. Un programma notevole, colmo di grandi classici. Da Thelma & Louise a La rabbia giovane di Terrence Malick. Visioni suggestive, per una location suggestiva (con una raccomandazione: andate vestiti ben coperti!).
Cannes 2023, giorno 3: non sono gli anni, ma i chilometri
Caligola, e il montaggio della discordia
Sezioni su sezioni a Cannes 76, come la notevolissima e cinefilia Cannes Classics, che riempie qua e là il programma. Tra le pellicole anche Caligola di Tinto Brass. A proposito: il novantenne regista ha dichiarato di non essere stato interpellato, in quanto è stata proiettata una versione rimontata del film, intitolata Caligola: The Ultimate Cut. Proiezione tra l'altro accompagnata da Helen Mirren. Il regista ha preso le distanze dal film, specificando che "come è noto, il processo di montaggio è ciò che plasma il mio personalissimo stile registico. Se non posso montare un film, non lo riconosco e non ho riconosciuto la paternità del nuovo montaggio di 'Io, Caligola'. Esistono numerose versioni di Caligola modificate da altri, tra cui Bob Guccione. Ma nessuna di esse corrisponde al mio progetto originale. Il pubblico di Cannes sarà quindi fuorviato dall'uso arbitrario del mio nome. Per ora non aggiungo altro. I miei avvocati si stanno occupando della questione".
Per finire, carrellata sul Concorso. Se Kore-eda con Monster appare finora il favorito, la competizione manca ancora di un vero e proprio guizzo. Segnaliamo però l'ottimo Four Daughters della tunisina Kaouther Ben Hania, oltre che al livido The Zone of Interest del sempre (molto) interessante Jonathan Glazer. Tuttavia, è ancora lunga...