Abel Ferrara

Locandina di Abel Ferrara
Professione: Regista, Sceneggiatore, Attore
Nato il:
11 Luglio 1951
(New York, USA)
Età: 72 anni
45 anni di carriera
39 film e serie tv
2 premi

Biografia di Abel Ferrara

Abel Ferrara nasce a New York nel 1951 da una famiglia di origini italo-irlandesi. Il nonno, figura centrale della sua infanzia, è un sarnese, tale Esposito, emigrato negli Stati Uniti all'inizio del secolo. Trasportava uva da una costa all'altra per gli italiani del Bronx. Il padre è un bookmaker invischiato nel mondo delle scommesse nel dopoguerra. Forse per cancellare l'origine napoletana, il padre cambiò il cognome da Esposito al nordico, ebraico, Ferrara, e affidò lo svezzamento di Abel a due balie, una irlandese, l'altra ebrea.
A dieci anni, quando il padre non riesce più a controllare la situazione e teme per la sua vita, Abel si trasferisce con la famiglia a Peekskill nella valle dell'Hudson, verso Albany, a un centinaio di chilometri a nord di New York. Qui frequenta il liceo e conosce Nicholas St. John, con cui condivide fin dall'inizio la passione per il rock (sopratutto i Rolling Stones e Bob Dylan) e per il cinema (in particolare quello europeo).

L'università, che comunque resta soltanto un tentativo, riporta Ferrara a New York, durante l'epoca della contestazione, in un clima segnato dalle marce per la pace. Qui, il cinema e la musica saldano per sempre il sodalizio con St.John, che scrive canzoni, poemi e le prime tracce dei cortometraggi in Super8. Sceneggiano, girano e montano sempre insieme, scambiandosi i ruoli, e formano perfino un gruppo rock con Ferrara cantante (la passione per la musica del resto non li abbandonerà mai, tanto è vero che i loro film comprendono quasi sempre canzoni composte e/o interpretate da entrambi, anche se molto difficili da riconoscere, e che ancora oggi Abel si esibisce occasionalmente in alcuni locali).

Dei primi 'shorts' girati a Peekskill e poi a New York si sa niente o quasi. È certo che il regista ha cominciato molto presto a girare in Super8, ma gli inizi della sua carriera creativa sono avvolti in un mistero.
Ferrara dichiara di avere girato un primo cortometraggio ai tempi della scuola, con cento dollari e le tipe più carine che conosceva, su un gruppo di ragazzi che si ubriacavano. E poi si spinge a raccontare la trama di due cortometraggi più elaborati, girati in 16mm, e databili tra il 1975 e il 1977: The Hold Up (un thriller politico) e Could This Be Love.
Nel 1976 gira l'erotico Nine Lives of a Wet Pussy. Il film è firmato nei titoli di coda 'Jimmy Boy L.', e 'Jimmy Laine' (pseudonimo di Ferrara attore nei due film seguenti) è uno degli interpreti. Probabilmente il coinvolgimento di Ferrara in prima persona come attore nelle scene di sesso e la natura del film lo hanno fatto diventare una sorta di scheletro nell' armadio. Joe Delia, uno dei pochi a non nascondersi, firma la colonna sonora: diventerà uno dei più fedeli collaboratori di Ferrara.

L'esordio ufficiale di Ferrara, The Driller Killer è un sanguinolento e arrabbiato splatter girato in 16mm a ventotto anni con un budget di appena 50.000 dollari tra casa sua e le strade della Bowery. Riscuote un discreto successo in una ventina di cinema degli Stati Uniti (Ferrara racconta che la televisione gli commissionò degli spot televisivi). Protagonista del film è lo stesso Ferrara nelle vesti di Reno Miller, artista underground "sull'orlo di una crisi di nervi". Il regista appare come attore, ma in una parte secondaria, anche nel successivo L'angelo della vendetta, efferato vengeance movie che presenta già le sue tipiche tematiche religiose, incarnate nel personaggio iconico della sarta sordomuta Thana (una straordinaria Zoë Lund, che parteciperà anche a Il cattivo tenente e morirà a soli 37 anni per overdose), che si fa giustizia con la sua 45 mm e indossando un abito da suora.

Dopo aver girato il suo terzo lungometraggio, il thriller Paura su Manhattan, sua prima produzione realmente professionale, interpretato da Tom Berenger e Melanie Griffith, non trovando nuovi finanziamenti per un altro progetto, Ferrara decide di lavorare per la televisione, e in un triennio (1984-1987) accetta tre proposte: due episodi del serial poliziesco Miami-Vice, prodotto da Michael Mann; il film tv Il gladiatore, e il 'pilota' del serial della Nbc Crime story, di nuovo sotto la supervisione di Mann, per cui in un secondo momento dirige anche 5 puntate brevi.

Nel 1987 esce China girl, bizzarra rivisitazione di Romeo e Giulietta, incarnati in questo caso da un pizzaiolo di Little Italy e dalla sorella di un boss di Chinatown, che ottiene un buon successo a partire dalla presentazione ufficiale al Marché di Cannes.
Oltre ogni rischio, primo lungometraggio non scritto da St. John e tratto da un romanzo "pulp" di Elmore Leonard, è abbandonato dal regista in fase di editing per correre sul set di King of New York, efferato gangster movie, venato ancora una volta da riflessioni morali e religiose e interpretato da un monumentale Christopher Walken. Il film gli apre finalmente le porte di un maggior successo economico e di critica: cresce la considerazione nei suoi confronti e sempre più viene ritenuto un vero e proprio "autore", tanto che nel 1991 il Myfest XII di Cattolica gli dedica una retrospettiva.

Successivamente, Ferrara prepara tre titoli che escono quasi in contemporanea tra la primavera del 1992 e l'autunno dell'anno successivo: il capolavoro Il cattivo tenente, film definitivo sul concetto di peccato, di colpa e di redenzione, intriso di un'oscurità e di uno squallore senza fondo, reso leggendario dall'interpretazione galvanizzante di Harvey Keitel; Ultracorpi - L'invasione continua, poco ispirato remake del classico di fantascienza anni Cinquanta, e Occhi di serpente, nuova riflessione sul peccato, interpretato ancora da Keitel e dalla pop-star Madonna e presentato in competizione alla Mostra del cinema di Venezia.

Alla rassegna che gli somiglia di più, il Filmfestspiele di Berlino, Ferrara affida The addiction, l'opera cruciale, un film in bianco e nero girato in poche settimane a New York, nel quale il regista affronta il tema della dipendenza da droghe servendosi della metafora del vampirismo, con l'eccezionale Annabella Sciorra e il fidato Walken. Nel 1996 il regista presenta alla Mostra di Venezia il titolo che lo rende più popolare, il gangster movie Fratelli, riflessione sul senso di comunità e di famiglia, sorretto da un cast straordinario, tra cui i tre protagonisti Christopher Walken, Benicio Del Toro e il compianto Chris Penn, premiato con la Coppa Volpi.
L'anno dopo è invece fuori concorso a Cannes con Blackout, primo film che segna la fine della collaborazione con Nicholas St. John, ma che affronta temi consueti, in particolare il rapporto con la dipendenza, ed è interpretato da Matthew Modine e, in un piccolo ruolo, da Claudia Schiffer.

Nel 1998 gira e presenta a Venezia l'opera dalle atmosfere cyberpunk New Rose Hotel, interpretato da Christopher Walken, Willem Dafoe e Asia Argento, che si rivela un pasticcio fantascientifico poco coerente, nel quale si percepisce la mancanza della visione di St.John.
Nel 2001 torna a Cannes con il suo nuovo lavoro, Il nostro Natale, nuova incursione nell'ambiente della droga, con il rapper Ice-T, che tuttavia non riscuote particolari consensi.

Negli ultimi anni Abel, bandito dagli Stati Uniti, è stato accolto in Italia, dove ha realizzato le sue più recenti opere Mary, rilfessione meta-cinematografica incentrata sulla figura di Maria Maddalena (Juliette Binoche), vincitore del Leone d'argento al Festival di Venezia, e lo scult Go Go Tales, ambientato in un locale di lap-dance, e reso celebre soprattutto da una scena erotica che coinvolge Asia Argento e un rottweiler.

Dopo quest'ultimo insuccesso il regista ha intrapreso una nuova strada, dedicandosi alla realizzazione di documentari, a partire dal 2008 con Chelsea on the Rocks, presentato al Festival di Cannes, sul celebre Hotel Chelsea di New York, punto di incontro di numerosi artisti americani degli anni Sessanta, come Andy Warhol, Bob Dylan e Charles Bukowski. Nel 2009 torna in Italia per girare Napoli, Napoli, Napoli, incursione nel cuore della città partenopea, dove elementi documentari si intersecano a inserti di finzione. L'anno seguente invece con Mulberry St. decide di ripercorrere le sue origini, tornando nel luogo che ha segnato la sua formazione artistica e professionale assieme a St.John.

Poco propenso allo svago e alle pubbliche relazioni, cineasta "maledetto" per eccellenza, Abel Ferrara si sottrae da sempre alle mode prediligendo storie difficili, popolate da personaggi torbidi, autodistruttivi, dalle vite consumate. Complice lo sceneggiatore-teologo che istiga quasi tutta la sua opera, St.John, il suo è un cinema dove la violenza e l'inquietudine metropolitane finiscono per stridere e prorompere in situazioni tragiche, spesso ai limiti del visivamente rappresentabile. In una dozzina di titoli ha reinventato i generi, innestando nell'immaginario cinematografico l'immaginario religioso ed erotico che lo tormenta e lo illumina.

Film più famosi di Abel Ferrara

Locandina di Go Go Tales

Go Go Tales

2007 Regia, Sceneggiatura, Soggetto

Locandina di Il cattivo tenente

Il cattivo tenente

1992 Regia, Sceneggiatura, Soggetto

Locandina di The App

The App

2019 Recitazione

Locandina di The Addiction

The Addiction

1995 Regia

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Premi e nomination per Abel Ferrara

Venezia

2005 Premio Gran Premio della Giuria per Mary

Gotham Awards

1995 Premio Migliore regista

Film e Serie TV più recenti di Abel Ferrara

Locandina di Siberia

Siberia

2020 Sceneggiatura, Soggetto, Regia

Locandina di Alive in France

Alive in France

2019 Recitazione, Regia, Musiche

Locandina di Piazza Vittorio

Piazza Vittorio

2017 Regia, Recitazione

Locandina di Black Butterfly

Black Butterfly

2017 Recitazione

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Video

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Generi più ricorrenti

Drammatico 51%
Documentario 21%
Azione 6%
Commedia 6%

Citazioni di Abel Ferrara

Nel mondo ci sono solo due cose certe: le tasse e la morte. Delle tasse sappiamo chi se ne occupa, ma della morte non siamo sicuri, è un mistero.

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