The Woman King, la regista Gina Prince-Bythewood sulle polemiche: "Su Twitter non si può vincere"

La regista di The Woman King, Gina Prince-Bythewood, ha commentato la campagna via Twitter che chiede di boicottare il film.

The Woman King è arrivato nelle sale americane e online è stato lanciato l'hashtag #BoycottWomanKing, situazione che ha portato la regista Gina Prince-Bythewood a rispondere alle critiche.
Online la richiesta di boicottare il film è stata diffusa sostenendo dall'accusa che sul grande schermo non sarebbe mostrata in modo accurato la storia del Regno di Dahomey.

Il film The Woman King è ambientato nel 1823 ed è stato accusato di non rappresentare in modo accurato il rapporto tra la nazione africana e la tratta degli schiavi. La campagna marketing è stata inoltre accusata di aver alimentato gli errori promuovendo il film con Viola Davis sottolineando come al centro ci sia il gruppo di donne guerriere, Agojie, e facendo credere che nell'opera si mostri la vera storia della nazione.
La sceneggiatura è stata scritta da Dana Stevens e Maria Bello e segue il generale interpretato dall'attrice premio Oscar cercare di convincere il suo re (John Boyega) ad abbandonare la tratta degli schiavi a causa dell'orribile impatto che ha sulla popolazione.

Gina Prince-Bythewood ha ora dichiarato: "Ho imparato che non si può vincere una discussione su Twitter. Tutto quello che so è che scomparirà una volta che vedranno il film. Si presume che non affronteremo la situazione e lo stiamo facendo. Quindi devo vivere in quella certezza. Vedranno il film e capiranno".
La produttrice Cathy Schulman aveva invece spiegato: "Vorrei realmente che si parlasse del film invece che dell'attesa del film perché penso che non abbiamo esitato a investigare su quelle aree. Il fatto è che la schiavitù è alimentata dal guadagno materiale. Offriva alle persone di questo continente un'opzione per realizzare soldi che non dovrebbe essere stata offerta o imposta. E una volta che lo è stato, ha creato tutte le specie di conflitto interno e non esitiamo in affrontarlo in quel film. Credo realmente che l'informazione sia potere e che la comprensione delle questioni legate allo schiavismo dal punto di vista della prospettiva africana sia rilevante. La maggior parte delle volte viene considerata dal punto di vista di ciò che è accaduto alle persone che sono state rese schiave e sono arrivate qui in America invece di quanto è accaduto dall'altra parte".