Shining: Stephen King spiega perché preferisce la miniserie rispetto al film di Kubrick

Stephen King non ha mai amato Shining di Stanley Kubrick: addirittura, lo scrittore sostiene che l'omonima serie del 1997 sia superiore al film.

Stephen King non ha mai amato Shining di Stanley Kubrick. Addirittura, in occasione di una recente intervista/retrospettiva con The New York Times, il celebre scrittore del Maine è arrivato a sostenere di preferire l'omonima miniserie televisiva del 1997 al film di Kubrick.

Lo scrittore Stephen King
Lo scrittore Stephen King

La ragione principale di questa scelta risiede nello sviluppo del personaggio di Jack Torrance, interpretato da Jack Nicholson. A proposito del suo romanzo, Stephen King sostiene che la storia narrata si focalizzi sulla progressiva follia che mina la psiche del personaggio principale, in corrispondenza con l'arrivo all'Overlook Hotel. Il libro è stato soggetto alla trasposizione diretta da Stanley Kubrick nel 1980 e all'adattamento seriale diretto da Mick Garris nel 1997. A partire dall'uscita al cinema di Shining di Kubrick, King non ha mai nascosto i suoi sentimenti negativi nei confronti del titolo.

Come riporta Screen Rant, Stephen King ha detto di ammirare Stanley Kubrick come regista ma di non averlo mai ritenuto la scelta più adatta a dirigere Shining. Inoltre, lo scrittore si è soffermato approfonditamente sul personaggio di Jack Torrance. A tal proposito, King ha dichiarato: "Preferisco la serie del 1997 perché l'attore principale è riuscito a cogliere meglio lo spirito di Jack Torrance, che è arrivato all'Overlook Hotel in modo abbastanza sereno ed è rimasto vittima di una progressiva follia".

Shining: Jack Nicholson in una scena del film
Shining: Jack Nicholson in una scena del film

Ovviamente, una rivelazione come questa può suonare davvero stramba. Stanley Kubrick è uno dei maggiori registi nella storia del cinema e una critica del genere è decisamente dolorosa. Nel corso della sua carriera, d'altronde, Stephen King ha dimostrato di avere gusti assai peculiari e di amare film che la critica e il pubblico hanno per lo più, odiato. Da non sottovalutare, infine, il fatto che la TV è un medium molto più basato sul tempo lungo e sulla narrazione orizzontale; in tal senso, un narratore polifonico e reticolare come King può trovarsi a proprio agio più con il modello televisivo che con quello cinematografico, costruito sulla verticalità e su esigenze di tempo impossibili da sforare.