Quentin Tarantino: 'I poliziotti non vogliono parlare della violenza'

Il regista punta il dito sul vero problema, la negazione dell'uso della violenza da parte di singoli agenti.

Non si placa la polemica sulla partecipazione di Quentin Tarantino alla marcia pacifica contro la violenza della polizia americana che si è tenuta a New York qualche settimana fa. I portavoce dei vari corpi di polizia si sono uniti contro il regista minacciando il boicottaggio dei suoi film e altre brutte "sorprese" nei confronti del regista che ha scelto di schierarsi con le vittime della violenza degli agenti. Tarantino si è difeso spiegando le sue ragioni e in suo soccorso sono intervenuti il collega Michael Moore e la star Jamie Foxx.

Venerdì scorso Quentin Tarantino è apparso su Real Time with Bill Maher ed è tornato a parlare del tema scottante spiegando: "Se la polizia ammettesse di avere un problema con la violenza, adesso staremmo discutendo serenamente la questione. Ma non hanno intenzione di farlo. Dicono che odio i poliziotti, il che è una stupidaggine perché non ho mai detto una cosa del genere. E la loro posizione implica che io sostenga che tutti i poliziotti sono assassini. Questo è molto triste visto che dovremmo, invece, affrontare il problema".

Tarantino ha poi paragonato la risposta della polizia americana all'idra: "E' un serpente con tante teste. Credo che al momento la testa principale che deve essere tagliata è questa idea del corporativismo della polizia. Gli agenti antepongono lo spirito corporativo alla protezione dei cittadini. Non credo che sia una questione individuale, che riguardi i poliziotti buoni contro quelli cattivi; credo che dipenda dall'istituzione. Se fossero seri, non negherebbero l'esistenza del problema che ho sollevato. Io sto parlando di casi specifici, di singoli poliziotti cattivi ed è questa la questione che mi preoccupa."