Contagion, parla lo sceneggiatore: "Facciamo un film sul medico anti-vax per far capire il male che ha fatto"

Lo sceneggiatore di Contagion è convinto che un film incentrato sulla figura del medico Andrew Wakefield possa essere utile per eradicare una volta per tutte ogni teoria anti-vax.

Lo sceneggiatore di Contagion Scott Z. Burns è convinto che un film incentrato sulla figura del medico Andrew Wakefield possa essere utile per eradicare una volta per tutte ogni teoria anti-vax, favorendo così la diffusione di una campagna pro vaccino quando verrà reso disponibile quello per il Covid-19.

Wakefield è diventato noto alla cronaca quando nel 1988 pubblicò un articolo, rivelatosi poi scientificamente fallace, in cui collegava il vaccino contro il morbillo, la parotite e la rosolia all'autismo. Per questo motivo, lo scienziato venne radiato dall'ordine dei medici ma nonostante ciò le sue tesi sconsiderate continuano ad essere ritenute valide da una parte della popolazione mondiale che le usa anche per giustificare il suo diniego ad una campagna di vaccinazione contro il coronavirus.

Scott Z. Burns ha spiegato: "Quando avremo un vaccino per il Covid-19, se la gente non lo farà perché è stata plagiata dalla condotta criminale di Andrew Wakefield e pensa che i vaccini siano malvagi, avremo un problema molto più grande e molti si faranno del male. Mi piacerebbe perciò che qualcuno facesse un film su Andrew Wakefield per mostrare finalmente quanto diabolico sia stato ciò che ha fatto".

La cornice di queste dichiarazioni è stata una masterclass virtuale con la MetFilm School, un'università privata con campus a Londra e Berlino, in cui si è soffermato anche su Contagion e sul perché il film di Steven Soderbergh abbia tanti parallelismi con l'attuale pandemia.

Contagion: Marion Cotillard e Chin Han e Sun Feng nel film
Contagion: Marion Cotillard e Chin Han e Sun Feng nel film

Alla base della sceneggiatura c'è stato infatti un lungo e proficuo dialogo con medici e virologi di primo piano per rendere il tutto più credibile e sono stati proprio loro ora a convincerlo a tornare a discutere del virus dopo che, inizialmente, aveva rifiutato le numerose richieste della stampa all'inizio dell'anno.