Cinquanta sfumature di grigio, la regista ammette: "Ci ho messo quattro anni per riprendermi"

Sam Taylor-Johnson è tornata alla regia quest'anno con Back to Black, il biopic su Amy Winehouse

Cinquanta sfumature di grigio, la regista ammette: 'Ci ho messo quattro anni per riprendermi'

La produzione di Cinquanta sfumature di grigio ha avuto pesanti ripercussioni sulla regista Sam Taylor-Johnson, che ha recentemente dichiarato di aver impiegato i quattro anni successivi a riprendersi da quell'esperienza.

Impegnata nella promozione del suo ultimo lavoro, il biopic su Amy Winehouse Back to Black, Taylor-Johnson ha dichiarato all'Hollywood Reporter che dopo essersi occupata del dramma sentimentale del 2015 ha dovuto prendersi quattro anni di pausa dal lavoro. La regista ha ammesso che lei e la scrittrice E.L. James avevano "visioni diametralmente opposte" su come avrebbe dovuto essere l'adattamento. Il film è stato massacrato dalla critica ma premiato dal successo al botteghino, favorendo la carriera delle star Dakota Johnson e Jamie Dornan e dando il via a una trilogia.

Cinquanta sfumature di grigio: Jamie Dornan e Dakota Johnson sul set con la regista Sam Taylor-Wood
Cinquanta sfumature di grigio: Jamie Dornan e Dakota Johnson sul set con la regista Sam Taylor-Wood

"Era il suo libro e aveva una visione molto particolare di come voleva vedere il film", ha raccontato Taylor-Johnson della James. "E io avevo una visione diametralmente opposta. Il successo è stato grandioso, ma l'esperienza è stata dura".

La regista ha aggiunto che le sono serviti anni per riprendersi da quel tipo di dinamica: "Mi ci sono voluti circa quattro anni per ritrovare la fiducia e la compostezza. Sto tornando a essere un'artista e a lavorare a progetti in cui posso prendere tutte le mie decisioni, rispondere solo a me stessa e presentare al mondo qualcosa che io ho creato".

Il caos sul set di 50 Sfumature

La sceneggiatura di Cinquanta sfumature di grigio è stata modificata spesso durante la produzione, con la James che ha insistito affinché venissero estratti interi passaggi del romanzo per i dialoghi sullo schermo. Dakota Johnson aveva raccontato a Vanity Fair che la James "aveva molto controllo creativo, tutto il giorno, tutti i giorni, e pretendeva che certe cose accadessero" sul set.

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"C'erano parti del libro che non avrebbero funzionato in un film, come il monologo interiore, che a volte era incredibilmente smielato. Non avrebbe funzionato se detto ad alta voce. Era una lotta continua. La sera prima riscrivevo le scene con i vecchi dialoghi per poter aggiungere una battuta qua e là. Era un caos continuo".