Al via Sulmona Cinema 2011

Il giovane cinema italiano in concorso e le metamorfosi nel mediterraneo nella manifestazione che si terrà a Sulmona dal 3 al 7 dicembre.

Far rivivere le accattivanti silhouette e le colorate immagini sullo schermo del cinema Pacifico a Sulmona, chiuso forzatamente dalla fine di maggio, e farle continuare a danzare, si spera. Riaprire le porte di uno spazio dell'immaginario e restituire il loro cinema ai sulmonesi, per godersi le visioni e una fetta (perduta) di vita pubblica. Ecco l'intento dell'edizione 2011 di Sulmonacinema, guidato da Roberto Silvestri e dal suo staff con un bilancio, manco a dirlo, sempre più striminzito, ma sostenuto dalle chiaroveggenti ali protettive di Ovidio e le sue imprevedibili metamorfosi. Perno centrale di Sulmonacinema rimane il giovane cinema italiano in concorso con otto opere, che saranno premiate (miglior film, miglior regia, miglior attrice e miglior attore) come sempre da una giuria composta da allievi di scuole di cinema, quest'anno sotto la sapiente guida di Enrico Ghezzi che farà da presidente della giuria. In questaveste - e non solo - sta già preparando un fuori orario blob del tutto personale e appositamente per il festival.

Due eventi speciali sotto l'egida della "cura della cultura" mettono in rilievo problemi e soluzioni possibili:

  1. Chi ha cura dei luoghi della cultura a Sulmona? (Sulmona, Sala Conferenze Comunità Montana Peligna, 20 novembre)

Incontri, narrazioni, fatti, attorno alla vita culturale in città negli ultimi mesi, anni, per informare la cittadinanza sullo status quo della (prevista) (non) destinazione dei luoghi per la cultura alla collettività. Il Nuovo cinema Pacifico è stato chiuso a fine maggio e, per ora, non è prevista una riapertura (salvo nei giorni del festival) che rispetti la destinazione d'uso contrattualmente prevista ("sala cinematografica"), per cui l'inverno prossimo a Sulmona si prevede il grande schermo - spento. Una delegazione del collettivo del Teatro Valle Bene Comune e rappresentazioni di altre realtà attive a Roma in favore di una riapertura delle sale cinematografiche del centro saranno presenti per condividere esperienze, progetti, strategie d'azione di democrazia partecipativa.

  1. Chi ha avuto cura del Nuovo cinema Pacifico a Sulmona? (Roma, Teatro Valle Occupato, 24 novembre)

Serata cinematografica tra le parole dell'Associazione Sulmonacinema che per 28 anni ha organizzato l'omonimo festival e per un anno e mezzo gestito (con plausi e grande presenza della cittadinanza) il suddetto cinema, chiuso a fine maggio, e le immagini del nuovo film di Pietro Marcello, Il silenzio di Pelesjan, nonché di una serie di cortometraggi dello stesso Artavazd Pelesjan, leggendario cineasta armeno, alla presenza di Enrico Ghezzi (presidente della giuria del festival di quest'anno), Roberto Silvestri e Pietro Marcello.

Attorno al nucleo di Sulmonacinema 2011 costituito da opere prime e seconde di registi italiani si aprono alcune finestre sul divenire politico-sociale nei mesi passati nella sezione Metamorfosi nel Mediterraneo, dalle primavere arabe con Tahrir di Stefano Savona, girato nei giorni caldi delle prime sollevazioni del popolo egiziano al Cairo, alle "primavere italiane" di varia natura: dalla elezione di Pisapia a sindaco di Milano nell'opera collettiva Milano 55,1. Cronaca di una settimana di passioni (a cura di Luca Mosso e Bruno Oliviero) all'odissea dei cassintegrati della Vinyls in Pugni chiusi di Fiorella Infascelli e una selezione di corti che toccano temi più o meno scottanti, come l'ancora presente terremoto a L'Aquila in Territorio diretto da Alessandro Ciotti, Stefano Ianni e Cosimo Gabriele Scarano (con l'aiuto di Peter Ranalli e la supervisione di Gianfranco Pannone), le varie maschere indossate da tutti nella vita quotidiana in Ethos di Fabrizio Ferraro, e una storia sulla fine del cinema, la sua morte, la sua resurrezione e la sua trasfigurazione nel videogioco viene narrata in Game over di Federico Ercole e Alberto Momo, come del resto, dati di Hollywood alla mano, sta già avvenendo. Infine due omaggi: al fotografo Romano Martinis, che in Il ballo, girato durante uno suoi vari viaggi nell'Afghanistan lacerato dall'eterno conflitto, riesce a catturare immagini 'avulse' e danzanti di un futuro di pace. E a Wilma Labate che ha coordinato, su un tram romano, un'azione-happening sull'8 marzo.