Recensione Sant'Agostino (2010)

Attraverso lunghi flashback tra vecchiaia e gioventù il film tv ci racconta Sant'Agostino non facendone un preciso ritratto storico bensì una biografia romanzata di uno dei primi uomini di fede che ha insegnato al mondo ad interrogarsi sul rapporto tra fede e ragione, sull'esistenza di Dio, sul bene e sul male, sulla relazione tra tempo, eternità e creazione.

Il peccatore che divenne Santo

L'esistenza contraddittoria e travagliata di Sant'Agostino, il più grande teologo del primo millennio, diventa un film tv in due puntate in onda stasera e domani su Raiuno in prima serata contro Amici di Maria de Filippi e Grande Fratello. Protagonisti nel ruolo di Agostino più e meno giovane, il bello di Rivombrosa Alessandro Preziosi e il grande Franco Nero, che incarnano rispettivamente il peccatore, blasfemo, passionale ambizioso e carnale Agostino e il saggio uomo di fede, convertito, dotto e divenuto un Vescovo vicino e devoto ai fedeli della sua terra.
Nonostante la madre Monica (Monica Guerritore) fosse una praticante cristiana che da sempre aveva cercato di inculcargli i misteri di Dio, Agostino aveva deciso di abbandonare le sue radici e gli insegnamenti familiari per dedicarsi ad una vita lasciva, dedita al successo personale e alla lussuria per poi trovarsi intorno ai 30 anni a rimettere in discussione tutto il suo percorso autocelebrativo e convertirsi al Cristianesimo divenendone uno dei massimi esponenti.

Figura semplice, dotata di grande umanità, provocatoria e anche molto contemporanea, Sant'Agostino diventa protagonista di un kolossal per la tv a 1600 anni dalla sua morte, una fiction che senza la pesantezza degli storicismi ricostruisce alla perfezione costumi, città romane e un'epoca di totale stravolgimento, dalla sua nascita a Tagaste nel 354 fino alla sua morte sopraggiunta nel 430 nella provincia romana di Ippona, per mano dei Vandali di Genserico, passando per i suoi studi a Cartagine, la sua storia con Khalidà l'unica donna che amerà veramente, Khalidà, e che gli regalò un figlio, fino alla sua conversione avvenuta dopo l'esperienza di oratore alla corte imperiale di Milano sotto gli occhi del Vescovo Ambrogio, figura importantissima per il suo percorso di conversione e testimone delle sue vicissitudini esistenziali nonchè della risposta di Agostino alla chiamata di Gesù Cristo.

Attraverso lunghi flashback tra vecchiaia e gioventù il film tv ci racconta Sant'Agostino non facendone un preciso ritratto storico bensì una biografia romanzata di uno dei primi uomini di fede che ha insegnato al mondo ad interrogarsi sul rapporto tra fede e ragione, sull'esistenza di Dio, sul bene e sul male, sulla relazione tra tempo, eternità e creazione.
Quattro set per scenografie particolareggiate e studiate sin nei minimi dettagli, migliaia di costumi e gioielli realizzati con stoffe e gemme tra le più preziose del mondo caratterizzano il look di questo vero e proprio kolossal televisivo che si avvale di un cast internazionale e del talento di un regista, Christian Duguay che con un buon uso della camera a mano e con tocchi di classe dietro la macchina da presa anche nelle scene panoramiche dimostra tutto il suo talento. Già autore della trasposizione televisiva di Giovanna d'Arco e della storia di Coco Chanel, Duguay ha studiato a lungo i mosaici delle chiese di Ravenna e dintorni prima di dirigere Sant'Agostino e di dare precise indicazioni a costumisti e scenografi per la costruzione dei set delle quattro città principali in cui si svolge l'azione.
Non una fiction d'azione, non una fiction per tutti, ma sicuramente un prodotto ben scritto e ben recitato dagli attori tutti, molto parlato e ricco di momenti emozionanti. Attraverso questo film di altissimo livello la Rai offre al suo pubblico più sofisticato e curioso l'opportunità di entrare nel mondo di Sant'Agostino, una figura che non vive solo nei suoi scritti e nelle pagine dei libri di scuola ma che incarna meglio di chiunque altro la figura dell'uomo moderno che ha saputo scoprire se stesso e gli altri attraverso la parola di Gesù Cristo.
Girata tra Hammamet, Monastir, e gli studi tunisini Empire Studios e prodotta dalla Lux Vide, società che storicamente ha dedicato tutta la sua attività ormai ventennale alla produzione di fiction tv su personaggi storici e religiosi di grande impatto sulle masse - basti pensare ai film tv su Fatima, Geremia, Giacobbe, Giovanni Paolo II, Padre Pio e Papa Giovanni XXIII - questa miniserie in due puntate si trova per uno scherzo del destino a scontrarsi con un palinsesto concorrente alquanto blasfemo. Sant'Agostino arriva infatti a una settimana dall'incidente di percorso del Grande Fratello, una sorta di risposta della Divina Provvidenza alla bestemmia che ha fatto salire alle stelle lo share del reality condotto dalla Marcuzzi. Dio vede e poi provvede, anche in tv.

Movieplayer.it

3.0/5