Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo, recensione dello speciale interattivo su Netflix

La recensione di Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo, lo speciale interattivo che funge da finale per la serie Netflix.

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Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo: Jon Hamm in una scena del film

C'è una sensazione di sollievo nel poter finalmente scrivere la recensione di Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo, nuovo speciale interattivo di Netflix che torna nell'universo dell'acclamata serie comica ideata da Tina Fey e Robert Carlock. Sollievo perché, quasi come se fosse parte del percorso a scelta multipla all'interno dello speciale stesso, l'Europa si è ritrovata lungo una via dove il progetto, disponibile sulla piattaforma di streaming dal 12 maggio negli Stati Uniti, arriva solo adesso, tre mesi dopo il debutto in patria, a causa delle difficoltà legate al doppiaggio per un prodotto così complesso e lungo (la durata canonica menzionata nella scheda su Netflix è di 80 minuti, ma il tutto dipende ovviamente dalle variabili che uno prende in considerazione, senza dimenticare la possibilità di ricominciare da capo una volta arrivati ai titoli di coda). Eccolo quindi finalmente a disposizione, con numerose opzioni per divertire i non pochi spettatori orfani delle strambe avventure di Kimmy e i suoi amici.

Questo matrimonio non s'ha da fare!

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Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo: un'immagine del film

Cosa accade in Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo? Ritroviamo Kimmy (Ellie Kemper) dopo la conclusione della serie: è felice grazie alla sua nuova carriera letteraria, e sta per sposare un tale Frederick (Daniel Radcliffe), membro della famiglia reale britannica (come dice lui, dodicesimo nella linea di successione, ma potrebbe diventare undicesimo qualora fosse appurata una diceria sul suo prozio). Tutto bene quel che finisce bene, dunque? Non proprio, perché la giovane donna trova nel proprio zaino un libro che, come lo speciale stesso, consente all'utente di determinare il corso degli eventi. Kimmy scopre, in base a dettagli sull'origine del tomo (proviene da una biblioteca scolastica nel West Virginia), che esiste un secondo bunker in cui il Reverendo Richard Wayne Gary Wayne (Jon Hamm) teneva segregate delle ragazzine. Inizia così un viaggio per liberare le eventuali vittime del sequestro, mentre Frederick rimane a casa a occuparsi dei preparativi nuziali.

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Infinite avventure e infinite gag

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Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo: una scena del film

È la seconda volta che Netflix tenta la strada dell'interattività con uno speciale live-action basato su un titolo di successo, dopo l'esperimento di Black Mirror: Bandersnatch alla fine del 2018. In quel caso la componente interattiva era direttamente parte della storia, con tanto di riflessione metatelevisiva sulla nozione del libero arbitrio e la possibilità di generare esiti veramente diversi a seconda delle scelte effettuate. Qui non è esattamente la stessa cosa, perché anche se alcuni dettagli cambiano in modo notevole la trama principale rimane invariata, e il finale è sostanzialmente uno solo. O meglio, ce ne sono diversi, ma ogni scelta sbagliata comporta un rimprovero da parte di uno dei personaggi e un ritorno indietro per essere reindirizzati sulla retta via. Retta via che si conclude sempre con i credits finali, all'interno dei quali si cela l'indizio principale del numero di opzioni disponibili: molti degli ospiti appaiono solo in determinate circostanze, e occorreranno almeno due visioni integrali per scovarli tutti.

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Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo: una foto del film

A che pro, quindi, giocare con la struttura di un prodotto che, al netto di qualche gag autoironica, non sembra particolarmente interessato al pieno potenziale dell'interattività? La risposta sta soprattutto nella debordante fantasia di Tina Fey e in una consolidata tradizione del genere comico: le versioni alternative di battute e trovate, spesso talmente numerose che sarebbe possibile costruirci una storia a sé, cosa che è già avvenuta almeno una volta (all'edizione home video di Anchorman - La leggenda di Ron Burgundy fu allegato un "film perduto" composto interamente da scene eliminate e alternative). Lo speciale è quindi più una scusa per inserire tutto ciò che normalmente vedremmo tra gli extra, o che non vedremmo affatto, e a differenza dello speciale di Black Mirror, che raccontava una storia inedita e perciò potenzialmente fruibile da chi non ha mai visto prima lo show, questo si avvale del fatto che abbiamo una certa familiarità con i personaggi per creare bivi a dir poco esilaranti. C'è anche una sottile, geniale frecciatina nei confronti di Netflix: la gag più bella è legata alla funzione "Salta intro" quando appare la sigla.

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Rivedere vecchi amici

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Unbreakable Kimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo: Ellie Kemper durante una scena del film

Mentre il precedente esempio di interattività con una certa ambizione su Netflix aveva dalla sua un fascino principalmente intellettuale, il ritorno di Unbreakable Kimmy Schmidt punta dritto al cuore, alternando ai non pochi momenti demenziali un solido e intelligente percorso emotivo. Questo perché gli autori, consci del fatto che sotto sotto la vicenda di Kimmy è sempre stata una storia comica, sì, ma con una premessa decisamente poco allegra (come riprendersi da un'esperienza altamente traumatica), lo speciale consente a Fey e soci di chiudere l'unica sottotrama più o meno rimasta in sospeso: il rapporto tra Kimmy e il Reverendo, e la rielaborazione definitiva del trauma da parte di lei. Ed è lì la vera forza dell'esperimento in chiave comica, nell'empatia e nel pathos che vanno di pari passo con le trovate più assurde, avvalendosi dell'affetto che proviamo per i personaggi anche nel guidare le nostre scelte. E così, anche se l'esperienza è meno espansiva di quanto ci si potrebbe aspettare, a causa del canovaccio principale che rimane sostanzialmente inalterato, è molto appagante per chi vuole passare ancora un paio d'ore con uno dei migliori gruppi di personaggi comici visti nella serialità americana recente.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione di Unbreakable Jimmy Schmidt: Kimmy vs il Reverendo dopo averne visto una gran parte, ma non tutto, perché con questo speciale interattivo le possibilità, per quanto non infinite, sono numerose. E così, per gli spettatori orfani della serie, ecco un'altra opportunità per divertirsi in compagnia di Kimmy, Titus, Lillian e Jacqueline. Humour surreale e pathos si uniscono per un'esperienza spassosa e intelligente, ricca di trovate folli ma anche toccanti.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
1.0/5

Perché ci piace

  • Il cast principale rimane affiatato come prima.
  • Le presenze speciali - Daniel Radcliffe in primis - sono esilaranti.
  • Il formato interattivo è usato in modo molto divertente.

Cosa non va

  • Chi preferisce un esercizio più intellettuale con la modalità interattiva potrebbe non apprezzare l'operazione.