Recensione Suburra 2 – La serie su Netflix: sempre più dentro il Lato Oscuro

La recensione di Suburra 2 - La serie Netflix è un potente prodotto di genere e un dramma shakespeariano pieno di legami con la realtà di oggi.

È il nero il colore dominante del mondo di Suburra. E non fa ovviamente eccezione Suburra 2 La serie: la seconda stagione debutta dal 22 febbraio in streaming su Netflix, e il Lato Oscuro che domina Roma conquisterà sempre più tutti i personaggi. Suburra 2 è un dark coming of age, un romanzo criminale di formazione che ci racconta la crescita di tre aspiranti criminali, tre giovani che vogliono trovare il loro posto nel mondo a suon di armi, droga e intrighi. Barbara Petronio, coordinatrice degli sceneggiatori, in [un'intervista dello scorso maggio, ci aveva anticipato che le scelte narrative sarebbero andate sempre più nella direzione di sorprendere, spiazzare, scompaginare le carte, come deve fare oggi una serie internazionale, e come in effetti abbiamo visto nelle prime due puntate in anteprima. In questa recensione di Suburra 2 - La serie proviamo a capire che cos'è e come è cambiato uno dei prodotti più interessanti della serialità italiana, la prima serie prodotta da Netflix.

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Suburra - La Serie: Alessandro Boghi e Giacomo Ferrara in una scena della seconda stagione

Personaggi al centro di un dramma shakespeariano

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Suburra - La Serie: Giacomo Ferrara in una scena della seconda stagione

Sorprendere e spiazzare. Suburra è prima di tutto una serie crime - una delle migliori serie da vedere su Netflix - e come tale, deve tenere alta la tensione, assicurare colpi di scena, creare un immaginario forte. Per questo non ha senso soffermarsi troppo sulla credibilità di alcune situazioni e sui contatti con la realtà che, comunque, ci sono e sono forti. Ci torneremo fra poco. Suburra è un dramma shakespeariano, una storia in cui i personaggi sono guidati e condizionati dal loro ruolo, dall'ambizione e dalla brama di potere, qualcosa che è più forte di loro e a cui non possono sottrarsi. Il simbolo è l'Aureliano Adami di Alessandro Borghi, futuro Numero 8 del film Suburra. Trovatosi a dirigere un impero dopo la morte del padre, è un re ancora senza corona e senza legittimazione, carico di dubbi amletici su se stesso e il proprio ruolo. Che è determinato a prendersi con il sangue. Spadino (Giacomo Ferrara) è un principe in ascesa, che vuole prendere il posto del Re (il fratello Manfredi) e deve guardarsi da due regine, la madre e la moglie. Sara Monaschi (Claudia Gerini) è la regina senza scettro e senza regno, che prova a riprenderselo con trame e sotterfugi. Mentre tutte le fila sono tirate dal grande burattinaio, Samurai (Francesco Acquaroli), il vero imperatore di Roma, c'è anche Amedeo Cinaglia (Filippo Nigro), il sergente che prova a farsi generale, un candidato sindaco che, al ballottaggio, da terzo incomodo prova a diventare l'ago della bilancia.

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Tra set e cronaca: il tema dei migranti

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Suburra - La Serie: Claudia Gerini in una scena della seconda stagione

L'ago della bilancia. Uno schema che abbiamo visto mille volte in politica, che fosse nazionale o locale, e che è interessante scrutare nei suoi retroscena. Una delle ragioni del successo del brand Suburra è quello di aver intercettato il sentimento di sfiducia nella politica di gran parte degli italiani, e di raccontarne le cause. Gli appigli alla realtà, alla cronaca, sono molti, e stimolanti: dalla mafia di Ostia, salita agli onori della cronaca dopo essere stata raccontata proprio in Suburra, agli affari del Vaticano, sempre evocati ma mai raccontati veramente. La grande novità è legata al personaggio di Sara Monaschi, e allo sfruttamento dell'accoglienza ai migranti, un'istanza sociale che, nelle mani di persone senza scrupoli, diventa business: i dialoghi del personaggio di Claudia Gerini mostrano l'ipocrisia di certi operatori. Come abbiamo detto, in Suburra non dobbiamo cercare a tutti i costi credibilità e verosimiglianza: non siamo in un film di denuncia. Ma gli occhi aperti sul nostro mondo sono comunque un fattore di interesse in più.

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Suburra - La Serie: una scena con Giacomo Ferrara, seconda stagione

Suburra e le donne

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Suburra - La Serie: un momento della seconda stagione

L'altro aspetto interessante di questa seconda stagione sono le donne. Già presenti nella prima stagione, le donne entrano prepotentemente nella seconda, e non come comprimarie. La moglie e la madre di Spadino avranno un ruolo fondamentale nella sua ascesa al trono. E le nuove entrate sono interessanti. Nadia (Federica Sabatini), look da ragazza di strada con treccine e abiti street-style è una ragazza di Ostia che prende il posto del padre e incrocia la sua strada con quella di Aureliano. E Cristiana (Cristina Pelliccia), poliziotta risoluta e onesta, sarà l'avversaria di Lele (Eduardo Valdarnini), diventato vice ispettore di polizia, ma sempre dedito alla malavita. Cristiana è forse l'unico personaggio ancora puro, dopo che Cinaglia è chiaramente passato al Lato Oscuro.

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Andrea Molaioli e Piero Messina alla regia

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Suburra - La Serie: una scena della seconda stagione

Le prime due puntate vedono Andrea Molaioli alla regia al posto di Michele Placido. Abbiamo visto un tocco meno sensazionalistico rispetto al pilota girato da Placido, che si apriva con un'orgia, e un racconto più ritmato, equilibrato, chiaro. Come dicevamo in apertura, è un racconto che - come le regole vogliono - punta molto sulla sorpresa e sui colpi di scena. E, vi assicuriamo, le sorprese non mancheranno. È rispettato un classico topos narrativo di Suburra - film e serie - cioè la deadline, il tempo limitato: qui siamo nei quindici giorni tra il primo e il secondo turno delle elezioni del sindaco, terra di nessuno perfetta per apparentamenti, alleanze, intrighi. E quel tempo limitato è fondamentale nella narrazione di Suburra, perché rende tutto più affannoso, urgente, senza appello. Non c'è più, invece, il meccanismo che iniziava ogni puntata dalla fine e ripercorreva i fatti in flashback, il che rende la narrazione più fluida e più libera. Sarà interessante vedere Piero Messina, che viene da un cinema completamente diverso, cimentarsi nel mondo di Suburra.

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E intanto Alessandro Borghi non sbaglia un film

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Suburra - La Serie: Alessandro Borghi in una scena della seconda stagione

La star assoluta di un ottimo cast è ovviamente Alessandro Borghi, un esordiente ai tempi del film di Stefano Sollima, uno degli attori di punta del cinema italiano oggi. Come il Dustin Hoffman di Luca Carboni, Alessandro borghi oggi non sbaglia un film. È lui, Aureliano, il personaggio iconico della serie. Fedele a se stesso, ma in continua evoluzione, Aureliano non è più un apprendista criminale, ma un boss in pectore. I capelli biondo platino hanno lasciato spazio a un castano senza fronzoli ma con qualche rasatura che ne accentua l'aggressività, il collo è ornato da due tatuaggi che mostrano due ali, la barba da uomo ricopre quel volto da ragazzino che avevamo conosciuto nella stagione 1. È un primo passo verso una trasformazione che lo porterà a essere il Numero 8, il boss di Ostia che abbiamo ammirato in Suburra, il film. Alla fine della seconda puntata ricompare uno degli edifici iconici della serie, Le vele di Calatrava, in zona Romanina, simbolo del malaffare e della speculazione edilizia romana. Cattedrale deserta, più che cattedrale nel deserto, edificio abbandonato diventato - nella finzione della serie - un tempio del crimine, il luogo dove si prendono le decisioni. Bellissimo fuori, e arido dentro. Come i personaggi di Suburra, come la Roma raccontata in questa affascinante storia.

Movieplayer.it

3.5/5