Sharp Objects: il corso tagliente della memoria

Sharp Objects, il nuovo dramma sviluppato da Marti Noxon sulla base del romanzo di Gillian Flynn non delude le attese grazie, tra le altre cose, alla qualità ipnotica della regia di Jean-Marc Vallée e a una performance da brividi di Amy Adams.

Gillian Flynn è la scrittrice che ha regalato ai suoi lettori, a David Fincher e a tutti noi una delle più rivoluzionarie e indimenticabili villain femminili dei tempi recenti: la Amy Elliott Dunne di L'amore bugiardo - Gone Girl, magnetica, astuta e assolutamente psicopatica. Con Amy, Flynn non ha soltanto messo una gran paura addosso ai maschi privilegiati, pigri e fedifraghi, ma ha anche sdoganato la malignità, l'egoismo e violenza femminile. Un passo necessario per l'affermazione di un femminismo contemporaneo che spezzi definitivamente gli stereotipi sulla natura amorevole e conciliante delle femmine, ma che si liberi anche dalle accuse di essere semplicemente l'inverso del maschilismo, ovvero di predicare la superiorità femminile.

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Sharp Objects: Amy Adams insieme a Chris Messina nell'episodio Ripe
Sharp Objects: Amy Adams insieme a Chris Messina nell'episodio Ripe

Le donne non sono migliori né peggiori degli uomini, possono essere altrettanto dotate, altrettanto fallibili, altrettanto ambigue. Una rappresentazione paritaria della violenza (senza nasconderci il fatto che, per ragioni culturali e antropologiche, in fatto di violenza e manipolazione i maschi sono storicamente in grosso vantaggio) è necessaria a mostrare le donne, finalmente, come persone, caratterizzate dalla stessa complessità psicologica ed emotiva dell'altro sesso. E della stessa disposizione ad essere sgradevoli, respingenti, pericolose.

I misteri di Wind Gap, Missouri

Sharp Objects: Amy Adams nell'episodio Vanish
Sharp Objects: Amy Adams nell'episodio Vanish

E questo ci porta al sodalizio di Gillian Flynn con Marti Noxon, "colpevole", agli inizi inizio del nuovo millennio, di aver traviato Buffy - L'ammazzavampiri trasformandola in una anti-eroina traumatizzata, danneggiata, con una tendenza all'autodistruzione e al sesso selvaggio coi vampiri senz'anima, per questo Sharp Objects, serie prodotta da HBO e tratta dal primo romanzo della scrittrice del Missouri che andrà in onda il 17 Settembre su Sky Atlantic. La protagonista di Sharp Objects è una reporter che vive a St. Louis e che, secondo il suo editor, ha notevoli potenzialità inespresse e un gran bisogno di affrontare i suoi demoni a viso aperto, in barba alla sua evidente fragilità psicologica. Così la riluttante Camille finisce per tornare nella sua città d'origine, Wind Gap, per scrivere dell'atroce omicidio di un'adolescente e della sparizione di un'altra. La attendono, oltre alla possibilità concreta di fronteggiare un serial killer, la magione gotica della madre, affluente e orgogliosa southern belle interpretata dalla sontuosa Patricia Clarkson, il machismo ferito e il sessismo di sceriffo e detective sconcertati e impotenti di fronte al caso di cui si stanno occupando, una lunga serie di sospetti, alibi e false piste e soprattutto il suo passato - remoto e recente, che affiora attraverso associazioni, balugina in sensazioni e immagini semi-allucinatoria, producendo l'irresistibile impulso di cercare sollievo negli oggetti taglienti.

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Amazing Amy (Adams)

Sharp Objects: Sophia Lillis nell'episodio Vanish
Sharp Objects: Sophia Lillis nell'episodio Vanish

Come è facile intuire da queste premesse, quello di Camille Preaker è un ruolo complesso e ricco di sfumature, e Adams non si lascia di certo scappare l'occasione per risplendere negli abiti scuri che nascondono e proteggono ma non riescono a soffocare la bellezza di Camille, per incarnare il cuore pulsante di un racconto che si sviluppa labirinticamente su più livelli temporali (da questo punto di vista Adams è ben supportata dalla giovane e talentuosa collega Sophia Lillis, la Bev Marsh di It).

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Sharp Objects: Eliza Scanlen in una scena dell'episodio Dirt
Sharp Objects: Eliza Scanlen in una scena dell'episodio Dirt

Le due autrici, gli altri sceneggiatori, e il sempre eccellente Jean-Marc Vallée, che dopo l'ottima esperienza con Big Little Lies - Piccole grandi bugie non ha esitato a sobbarcarsi l'impresa di curare la regia di un ciclo di otto episodi televisivo, punteggiano la storia di fantasmi, lampi, parole appena leggibili o quasi inudibili, eco e presenze disturbanti, e Amy Adams è la nostra guida in un territorio insidioso e conturbante in cui sarà un piacere insinuarsi - un piacere appena un po' morboso. Flynn è una scrittrice abrasiva e muscolare ma non sottile, Noxon una cesellatrice di dialoghi e un'indagatrice di menti fragili ma non (ancora) una visionaria, e tocca quindi a Vallée creare, attraverso le immagini e la musica, una dimensione emotiva sempre più avvolgente in cui lo spettatore possa perdersi per ritrovarsi nello sguardo sconfitto di Camille, tra una minibottiglia di Vodka, una vecchia canzone dei Led Zeppelin e ferite che continuano a sanguinare.

Movieplayer.it

4.0/5