Recensione Sun Don't Shine (2012)

E' un imperativo quello invocato dal titolo ed è soffocante lo scenario che la Seimetz ha voluto raccontarci in questo teso thriller che strizza l'occhio a Malick e a Cassavetes.

Delitto sotto il sole

Crystal e Leo sono in auto, in viaggio verso sud sotto il sole cocente della Florida. Qualcosa di brutto è accaduto tra loro, qualcosa che li ha resi nervosi e che li costringe a non fare soste e a lasciare meno tracce possibile del loro passaggio. Tra piccoli inconvenienti, strani incontri e le inspiegabili scenate di gelosia di Crystal, i due attraversano non senza difficoltà il paesaggio desolato e soffocante che li separa dalla fine di un incubo, sorretti dalla speranza di riuscire a portare a termine il loro piano e con nel cuore la consapevolezza che probabilmente quella sarà la loro ultima estate insieme. L'instabilità mentale di Crystal si scontra duramente con il pragmatismo di Leo e gli sporadici momenti di tenerezza che illuminano il loro legame amoroso durante il cammino non bastano ad allentare la tensione e ad alleggerire il senso di colpa che li attanaglia. Le ragioni inquietanti della loro ansiogena fuga, i dettagli sul tragico evento che li ha portati fin lì e sulla missione che i due devono portare a compimento iniziano poi ad emergere, in un crescendo di pathos, paura e onirismo che li condurrà tragicamente alla meta.

Girato nei dintorni di St. Petersburg, città natale dell'esordiente regista del film Amy Seimetz (anche sceneggiatrice), Sun Don't Shine è un film allucinante, sia dal punto di vista visivo che sonoro, un'opera destabilizzante e a tratti irritante dalle atmosfere opprimenti, girata con un largo uso della camera a mano e dello zoom ad esasperare le soggettive asfissianti che amplificano e rendono palpabili i deliri paranoici della protagonista. Il racconto, ispirato ad un incubo ricorrente che accompagna le notti della cineasta dall'età di otto anni, narra in maniera misteriosa i retroscena di un complicato e morboso rapporto d'amore degenerato in follia omicida. Lo scopo del viaggio, così come i particolari di quel che è accaduto nella vita di Crystal e Leo, vengono svelati poco alla volta, sebbene in maniera piuttosto prevedibile, con l'avanzare dell'angosciante avventura on-the-road verso sud, precisamente verso le Everglades, una regione paludosa subtropicale che d'estate si inonda lentamente grazie alle acque defluenti del Lago Okeechobee.
E' un imperativo quello invocato dal titolo ed è soffocante lo scenario che la Seimetz ha voluto raccontarci in questo teso thriller che strizza l'occhio a Malick e a Cassavetes: il caldo, la natura selvaggia, le paludi melmose, foreste di mangrovie, spiagge maleodoranti e paesaggi urbani identici fra loro, decisamente non la parte migliore della Florida, uno stato paesaggisticamente affascinante ed eterogeneo caratterizzato dalla commistione di tante diverse sub-culture. E vengono proprio da lì, da quella zona umida e rovente, le storie criminali più affascinanti di tutto il paese, senz'altro le più strane ed imprevedibili che si siano mai sentite. Storie e luoghi omaggiati da questo piccolo film indipendente che ha il pregio di raccontare una storia non proprio originale attraverso la straordinaria interpretazione dei due giovani protagonisti, Kate Lyn Sheil e Kentucker Audley, e allo sguardo attento e quasi ossessivo di un'autrice che per sua stessa ammissione nella vita si è trovata più volte a vivere a stretto contatto, quasi in simbiosi, con gli stranianti e assolati luoghi in cui si svolge questa tormentata fuga d'amore e morte. Un film emotivamente faticoso da seguire Sun Don't Shine, ma che rappresenta un esordio senz'altro apprezzabile.

Movieplayer.it

3.0/5