Recensione A Hijacking (2012)

Ispirato alle vicende delle due navi cargo danesi Danica White e Cec Future, sequestrate rispettivamente nel 2007 e nel 2008, il film porta sul grande schermo in maniera assai convincente un annoso problema con cui le compagnie di navigazione sono costrette a fare i conti da molti anni.

Ostaggi della disperazione

La motonave cargo MV Rozen proveniente da Copenaghen diretta in India sta per attraccare nel porto di Mumbai quando viene assaltata e sequestrata da un gruppo di pirati somali. Tre dei sette uomini dell'equipaggio, tra cui il cuoco di bordo Mikkel che è l'unico a parlare inglese, vengono chiusi in una cabina ed usati come merce di scambio per ottenere un riscatto dalla società di import-export cui la nave fa capo. Le comunicazioni tra le parti vengono interamente affidate a Omar, l'interprete e intermediario delle trattative tra i pirati e l'amministratore delegato della società di navigazione che a distanza daranno vita ad un cinico gioco al massacro la cui posta in palio è la vita dei sette membri dell'equipaggio. Saranno cinque mesi devastanti per le vittime del sequestro, segregate in condizioni igieniche disastrose e senza più cibo a bordo, ma anche per le loro famiglie e per la dirigenza della società che li ha mandati in missione, combattuta tra la volontà di salvare le vite dei suoi uomini ed il rifiuto di cedere al vile ricatto dei sequestratori.

Claustrofobico, teso e incentrato su una tematica tristemente attuale anche per il nostro paese, A Hijacking è un avvincente thriller diretto dal danese Tobias Lindholm, classe 1977 e figlio di un marinaio che della vita in mare e di tutte le sue avventure non ha mai voluto parlare. Oltre alle drammatiche dinamiche del sequestro, il film affronta anche un interessante parallelo psicologico tra i due personaggi principali del film, il cuoco della nave Mikkel, giovane e amorevole padre di famiglia che non aspetta altro che tornare a casa e Peter, presidente di un'importante società commerciale danese che preoccupato per la sorte dei suoi uomini decide di non lasciare mai il quartier generale della società e passa tutti i 134 giorni in ufficio in attesa di un contatto con i rapitori. Bravissimi i due attori Johan Philip Asbæk e Søren Malling nel restituire le personalità di due uomini psicologicamente provati ma forti, spinti da un grande spirito di dedizione al proprio lavoro che si impegnano con tutte l'energia possibile per il raggiungimento dell'obiettivo finale senza spargimenti di sangue.
Ispirato alle vicende delle due navi cargo danesi Danica White e Cec Future, sequestrate rispettivamente nel 2007 e nel 2008, A Hijacking porta sul grande schermo in maniera assai convincente il tema della pirateria nelle acque dell'Oceano Indiano, un annoso problema con cui le compagnie di navigazione sono costrette a fare i conti ormai da molti anni. Una realtà in cui i pirati guadagnano milioni di dollari mentre gli uomini degli equipaggi vengono tenuti in ostaggio in mare aperto per settimane, spesso per mesi, senza poter disporre della loro vita e senza riuscire a far avere notizie alle famiglie. Ma quello di Lindholm, alla sua seconda regia dopo la co-direzione nel 2010 del prison drama R, non è un film che vuole raccontare una verità a tutti i costi, nonostante nel cast figuri un vero mediatore internazionale in sequestri di questo tipo, ma semplicemente un thriller di genere intenso, ed in alcuni momenti anche molto crudo, che racconta storie di uomini che per i motivi più diversi si ritrovano a condividere un'esperienza drammatica sul filo del rasoio senza avere i mezzi adeguati per trovare una soluzione. Bello il finale, non scontato e poco consolatorio, che conferisce a tutta la storia una chiave di lettura interessante quanto sorprendente.

Movieplayer.it

3.0/5