Olivia Wilde, dalla commedia a Don't Worry Darling: come provare a cambiare i connotati del mainstream

Olivia Wilde, dopo aver provato ad aggiornare la commedia mainstream, si cimenta ora in un thriller fantascientifico ad alta tensione per tenere viva la passione per il cinema.

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Don't Worry Darling: Olivia Wilde alla conferenza stampa di Venezia 2022

Il 22 settembre arriva nelle sale italiane l'attesissimo Don't Worry Darling, pellicola presentata in anteprima mondiale alla Mostra del Cinema di Venezia (Fuori Concorso) che segna il ritorno dietro la macchina da presa dell'attrice e regista Olivia Wilde. Nonostante l'accoglienza della stampa durante i giorni di Festival sia stata un po' tiepida (qui potete leggere la nostra recensione), si tratta di un evento cinematografico atteso dai fan di tutto il mondo. Chiaramente l'attenzione è rivolta soprattutto al cast stellare: oltre alla stessa regista, che si è ritagliata una parte tutta per sé, il film schiera come punte di diamante Florence Pugh e il musicista Harry Styles, due tra i divi più amati e celebrati del momento.

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Don't Worry Darling: Florence Pugh in un primo piano

Come se non bastasse, l'hype del pubblico è cresciuto sempre di più per via dei numerosi pettegolezzi e rumors che da diverso tempo stanno accompagnando l'uscita del film e che proprio al Festival di Venezia hanno trovato ancor più risonanza. L'allontanamento (o presunto tale) di Shia LaBeouf dalla produzione, la relazione nata tra Harry Styles e Olivia Wilde, Florence Pugh che boicotta l'attività stampa della Mostra del Cinema, addirittura il dubbio di una vera e propria scatarrata mossa dal cantante nei confronti di Chris Pine... insomma, a differenza di quanto viene citato nel titolo, di materiale di cui preoccuparsi ce n'è eccome.

La rivisitazione dei generi popolari

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Don't Worry Darling: Olivia Wilde durante una scena del film

Al di là di queste note di colore però, è doveroso spostare la focale del discorso per provare ad accompagnare il pubblico in sala concentrandoci su quella che è la nostra passione primaria: il cinema. Questo perché Don't Worry Darling, pur essendo un prodotto d'intrattenimento volutamente confezionato per trovare il gradimento delle grandi platee, è il secondo tassello di un percorso filmico interessante e ben preciso che vede Olivia Wilde confermarsi come una regista in grado di addentrarsi in generi cinematografici ben consolidati per provare a scardinarli e renderli più contemporanei. Sia ben chiaro, una simile interpretazione potrebbe essere fraintesa pensando di trovarsi dinnanzi a un'autrice senza precedenti che sta segnando la storia del cinema più recente grazie al suo coraggio e la sua capacità inventiva. Non è così. Ma non tanto per demerito di Wilde, quanto perché non è da lei né tanto meno da queste produzioni così ingenti e mainstream che ci si può aspettare una simile sfida.

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Don't Worry Darling: Olivia Wild e Chris Pine sul set del film

Don't Worry Darling è infatti un grande carrozzone popolare. Un film che non vuole provare a strizzare l'occhio al pubblico più cinefilo, ma intrattenere, divertire ed emozionare il più ampio numero di spettatori e spettatrici che si siederanno davanti allo schermo perché magari attratte da tutta l'attesa di cui abbiamo raccontato poco fa. Eppure proprio qui risiede la caratteristica più interessante e sottile del progetto. Wilde è ben conscia della risonanza e del potenziale di richiamo del suo film e, proprio come successo nel precedente La rivincita delle sfigate (2019), anche con questo nuovo lavoro prova ad acchiappare all'amo le folle per poi sorprenderle con una pellicola decisamente meno convenzionale e meno prevedibile di quanto possano aspettarsi.

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Don't Worry Darling: Florence Pugh e Harry Styles teneramente abbracciati

La rivincita delle sfigate (2019)

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La rivincita delle sfigate: la protagonista Beanie Feldstein

Quando nel 2019 Olivia Wilde si presentò per la prima volta nella sua carriera sotto le vesti di regista (lei che prima aveva recitato in film come Tron: Legacy, In Time o Rush) lo scetticismo era decisamente nell'aria. Invece, con grande sorpresa da parte della critica, La rivincita delle sfigate venne accolto calorosamente dagli addetti ai lavori che istantaneamente lo etichettarono come uno dei migliori teen movie recenti (qui la recensione pubblicata ai tempi dell'uscita in sala). In effetti, quel film è diventato subito un piccolo cult e ancora oggi si avvale di un nutrito gruppo di appassionati grazie a una forma narrativa e cinematografica capaci di dialogare sì con i capisaldi del genere di riferimento (il progetto verte tutto attorno alla tanto attesa notte della festa studentesca di fine anno), ma provando a renderli più freschi, originali e contemporanei.

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La rivincita delle sfigate: un'immagine delle due protagoniste

Wilde dimostra di avere una mano decisamente solida in cabina di regia e in La rivincita delle sfigate porta in scena diverse soluzioni di linguaggio non propriamente comuni nei prodotti di quel genere (ralenti, cartelli, soggettive). Inoltre, anche da un punto di vista strutturale abbiamo a che fare "sempre" con alcuni stereotipi che da Cenerentola arrivano sino al più recente Sex Education, ma il film riesce a non scivolare in nessuna trappola legata al politicamente (s)corretto o alle tematiche sociali più in voga come l'inclusione o l'integrazione della comunità LGBTQIA+. Eppure, anche da questo punto di vista, La rivincita delle sfigate spinge sull'acceleratore non temendo assolutamente di mettere in mostra la sua vena più scanzonata, goffa e, perché no, imperfetta. Proprio come le sue due protagoniste che nel giro di una nottata rischieranno di compromettere un'amicizia fortissima che le accomuna da tempo immemore. Il film è esattamente questo: un tassello di cultura popolare che dialoga con il pubblico e il gusto più popolare del genere di riferimento, avendo però il coraggio di vestirsi come un prodotto "diverso" e assumendosi la responsabilità di perdere magari qualche affezionato per la strada, ma anche la certezza di trovare l'abbraccio più caloroso di chi invece sta al gioco e si lascia cullare dal suo racconto.

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Don't Worry Darling (2022)

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Don't Worry Darling: Harry Styles in una scena del film

Don't Worry Darling, seppur virato su generi e sensazioni decisamente più lontane, prova a replicare la formula. Sarà il tempo, ovviamente, a farci sapere se anche questo titolo riuscirà a conquistare gli occhi e il cuore delle platee di tutto il mondo. Tuttavia il principio alla base del progetto sembra davvero il medesimo. Ci muoviamo questa volta nei canoni dei film fantascientifici che si mescolano con trame grottesche e distopiche. Non c'è molto di originale e a dirla tutta anche il colpo di scena finale risulta decisamente prevedibile e fin troppo "classico". Eppure l'idea di usare i corpi e i volti di Harry Styles e Florence Pugh per calarli in una storia simile non è propriamente da tutti.

Harry Styles E Olivia Wilde Foto Ansa
Don't Worry Darling: Harry Styles e Olivia Wilde a Venezia 2022

Wilde dirige ancora una volta con mano sicura, sa dove posizionare al meglio la cinepresa per ricreare le sequenze d'azione e usa in maniera consapevole la scenografia e la fotografia per calare il pubblico nel vortice delirante e tesissimo che coinvolgerà la protagonista. Si tratta di una regista che si dimostra perfettamente a suo agio nell'horror così come nella commedia, ma soprattutto dimostra di essere in grado di saper controllare e sfruttare al meglio il grande budget produttivo a sua disposizione. Il tutto per proporre però qualcosa di scomodo, di insolito, di lontano dalle logiche più commerciali. Ancora una volta, quindi, la regista attinge alla tradizione, la mostra in vetrina per attirare lo sguardo spensierato del grande pubblico e poi, una volta catturata la sua attenzione, vira per cercare di alzare l'asticella del mainstream, osando sfidare le certezze più consolidate del settore e proponendo uno sguardo al tempo stesso angosciante e mortifero al servizio di una storia che si nutre dello show business proprio per ribaltarlo dal suo interno.