Napoleone: i film per capire la sua rappresentazione nella storia del cinema

Napoleone al cinema è un'enorme storia d'amore. Scopriamo tutti i film che, nel loro insieme, hanno ricreato la figura del condottiero francese sul grande schermo, così importante da trasfigurarla dalla realtà e renderla parte dell'immaginario popolare mondiale.

Napoleone: i film per capire la sua rappresentazione nella storia del cinema

Ci sono delle figure storiche che hanno un feeling particolarmente importante con il grande (e piccolo) schermo. A volte così importante da donare loro una vera e propria seconda vita (sentenziata da partecipazioni cinematografiche in più o meno memorabili episodi ucronici) e indicizzando la loro percezione da parte di intere generazioni, che li hanno scoperti più in questo modo che tramite altri più canonici, tipo i libri di testo. Non sempre c'è una motivazione univoca, totalmente esaustiva o totalmente soddisfacente, che possa spiegare tale fenomeno, indicando piuttosto come rivelante un range di possibilità che può andare da un grande appeal a livello di riproposizione artistica in termini audiovisivi fino alla capacità di tali personaggi di essere spesso contemporanei e dotati di milioni di sfumature e angolazioni da cui poter ritrarli.

Napoleon Gusf9J8
Joaquin Phoenix è Napoleone in Napoleon di Ridley Scott.

Nel caso di Napoleone è proprio così e forse anche qualcosa di più. Egli è stato non solo una delle personalità più descritte, studiate, affrontante e analizzate dell'Età moderna, ma anche il rappresentante di un'epoca e di una fetta importante della Storia dell'uomo. Una figura degna di ispirare Hegel a ricordare il suo passaggio con queste parole: "Ho visto l'Imperatore - quest'anima del mondo - uscire dalla città per andare in ricognizione. È veramente una sensazione meravigliosa vedere un simile individuo che, concentrato qui su un punto, seduto a cavallo, si estende sul mondo e lo domina". Per questo Ridley Scott ha deciso di affrontare la sua figura in Napoleon (qui la nostra recensione), nonostante non ne faccia un ritratto sempre all'altezza, per questo voleva portarlo in scena Stanley Kubrick e per questo lo hanno portato in scena tanti altri autori (anche nostrani) nel corso degli anni.

Sicuramente esiste una classifica in grado di renderci edotti riguardo i dati esatti di apparizione dei vari personaggi storici. Un esercizio che presuppone una rara pazienza e una rara sapienza, due qualità che chi scrive non è in grado di vantare appieno. Possiamo però dirvi che il condottiero Bonaparte si piazzerebbe sicuramente bene, viste le sue circa 700 presenze al cinema e 300 in televisione, così tante da meritarsi la stesura del meraviglioso Napoléon - L'Épopée en 1000 films dello storico del cinema Hervé Dumont. In questo articolo proviamo a ripercorrere brevemente le apparizioni più importati di Napoleone, pensando che nel loro insieme possano fornire un profilo completo di una personalità così complessa che, tramite le sue continue apparizioni (spesso molto diverse), ha trasfigurato il suo contraltare reale divenendo un vero e proprio patrimonio dell'umanità.

1. Napoleone (1927)

Napoleone
Albert Dieudonné è Napoleone nel film di Abel Gance.

La prima apparizione di Bonaparte sul grande schermo con una produzione francese (non inedita nel Paese transalpino) è rintracciabile in un capolavoro non solo del cinema muto, ma del cinema in generale, vista l'incredibile importanza sperimentale che ebbe per il progresso tecnico della Settima Arte.

Napoleone (in originale Napoléon) di Abel Gance è infatti una pellicola che può vantare già la presenza dello split screen, di diverse scene in cui si può notare l'utilizzo di una camera mobile e l'uso della sovrimpressione. Per non parlare del famigerato sistema Polyvision (ripresa, ottimizzata e riutilizzata in America solo nel 1953, quando la Twenty Century Fox ne acquistò i diritti, creando il CinemaScope), impiegato per una sequenza tripartita di cui si persero le tracce per diverso tempo, data la sua eliminazione delle proiezioni della pellicola, per poi essere recuperata solamente negli anni '70. Così tante furono le sperimentazioni, che, stando alle dichiarazioni di Stanley Kubrick: "Ėjzenštejn ammise che fu Gance a stimolargli per primo l'interesse per il montaggio."

Steven Spielberg, Stanley Kubrick e il leggendario progetto su Napoleone

Si tratta anche del primo film di Gance dedicato all'Imperatore (ne fece poi 4, anche se ne aveva in programma addirittura 6) ed infatti si concentra sulla prima parte della vita di Napoleone, da adolescente fino alla Campagna d'Italia. Il titolo può essere considerato quasi nazionalista, perché adorante la figura storica che ne ispira il titolo, data la sua onnipresenza, non solo nella trama, ma anche nello spazio dell'inquadratura. Il Napoleone, magistralmente interpretato da Vladimir Roudenko prima e da Albert Dieudonné poi, domina l'inquadratura sempre e comunque: è il film, è Dio, è proscenio e dietro le quinte.

2. Désirée (1954)

Desiree
Marlon Brando e Jean Simmons in Désirée.

Uno straordinario esempio di messa in scena è stato Désirée di Henry Koster, uno che negli anni '40 diresse molte commedie e molti musical, specializzatosi nel corso del tempo in pellicole in costume.

Il film, basato sul bestseller omonimo scritto da Annemarie Selinko, si concentra stavolta sulla dimensione intima della vita di Napoleone Bonaparte, anche questa frutto di continue informazioni (spesso anche contradditorie) e soprattutto speculazioni, che hanno fatto letteratura al punto da dividere critici e storici riguardo l'ipotetico triangolo tra lui, sua madre e Giuseppina e i nomi di sue numerose amanti.

Questa volta i panni dell'imperatore li veste niente meno che Marlon Brando (che doveva essere il Napoleone di Kubrick prima di Jack Nicholson e che odiò, come suo solito, la direzione di Koster), mentre la Désirée del film ha il volto di Jean Simmons. Un punto di vista inedito in cui si percorre un ipotetico percorso alternativo rispetto a quello a cui l'imperatore è andato incontro nella sua vita, attraverso la fantasia di un matrimonio diverso da quello reale. Un film che si divide tra ricostruzione storica (posta appena fuori inquadratura) e dramma da camera, in cui Bonaparte diviene un eroe romantico, oggetto del desiderio platonico di una donna d'onore.

3. La Battaglia di Austerlitz (1960)

La Battaglia Di Austerlitz
Pierre Mondy e Martine Carol ne La Battaglia di Austerlitz.

Per parlare del Napoleone stratega e militare torniamo ancora dalle parti di Abel Gance e, precisamente, citiamo La Battaglia di Austerlitz del 1960.

Un altro film-celebrazione, che dedica il suo intero impianto (assolutamente non trascurabile) cinematografico, comprensivo anche del suo ensemble di volti (ci sono Pierre Mondy, Martine Carol, Claudia Cardinale, Vittorio De Sica, Michel Simo e Orson Welles) a quella che è forse la più grande vittoria napoleonica. La pellicola però si spinge ancora oltre, non fermandosi ai meriti sul campo di Bonaparte, ritratto come un regista quasi veggente, ma allargando il raggio all'analisi dei suoi meriti come uomo e politico.

La Battaglia di Austerliz ripercorre una sorta di punizione divina, in cui il condottiero sconfigge Austria e Russia, infedeli oppositori alla sua sacra incoronazione come imperatore e per questo sconfitti proprio nel giorno dell'anniversario dell'evento che hanno deciso impunemente di contestare.

4. Waterloo (1970)

Waterloo
Rod Steiger è Napoleone in Waterloo.

Il lato militare napoleonico è stato però oggetto delle attenzioni di numerose pellicole. A fronte della precedente che celebra uno dei suoi maggiori successi, ne abbiamo scelta un'altra che invece ripercorre la sconfitta che segna anche la sua fine definitiva.

Waterloo del 1970 diretto (guarda caso) dal russo Sergej Fëdorovič Bondarčuk si concentra (in maniera anche piuttosto accurata) sul periodo dei Cento Giorni, quelli che storicamente partono dal ritorno di Napoleone in Francia, dopo l'esilio nell'isola d'Elba, fino alla restaurazione della dinastia borbonica. I ritratti personali, anche in questo caso, sono fondamentali per la riuscita del film, che vanta nel cast attori come Rod Steiger e Christopher Plummer (oltre, ancora, a Orson Welles, un altro che il fascino napoleonico lo ha sempre sofferto).

La scelta dell'accuratezza da parte degli autori ha come fine quello di ricreare, quasi freddamente, una sorta di cronaca di una partita a scacchi all'apparenza solamente meticolosa, in modo tale da convincere lo spettatore della bontà di quello sta guardando, quando in realtà lo scopo è un altro. Nel corso della pellicola infatti il duca di Wellington, ovvero colui che sconfisse Napoleone, acquista sempre più rilevanza, divenendo quasi un contraltare di Bonaparte. Egli alla fine risulta come un vincitore non solo in quanto semplice rappresentante della fine dell'epoca napoleonica, ma anche in quanto stratega militare che, per conoscenze, sconfigge il suo avversario. Un affossamento della fama del condottiero francese in tutto e per tutto.

Napoleone. Nel nome dell'arte, la recensione: la legittimazione del potere attraverso la bellezza

5. I vestiti nuovi dell'imperatore (2001)

I Vestiti Nuovi Dellimperatore
Ian Holm in una scena de I vestiti nuovi dell'imperatore.

Torniamo nella sfera romanzata della vita di Napoleone, anche questa incredibilmente importante, dato che ha permesso quell'incredibile trasfigurazione citata in apertura di articolo, la quale ha accompagnato spesso Bonaparte anche in sue brevi comparsate in film che parlavano di tutt'altro.

I vestiti nuovi dell'imperatore (con il compianto Ian Holms nei panni di Bonaparte) di Alan Taylor dimostra quanto la figura de condottiero sia divenuta nel corso del tempo proprietà dell'immaginario popolare. Egli è protagonista di una commedia romantica che si va ad inserire, nella sua declinazione elegantemente british, in quel novero di pellicole per famiglie basate sullo scambio di identità (un genere che fino a 30 anni prima pagava molto meno).

Il racconto di un what if che parte da una ricostruzione storica da subito intesa in senso fiabesco in cui Napoleone sopravvive al suo riferimento reale e acquisisce la dimensione filmica, divenendo un uomo piccolo che attraverso un percorso interiore fa ammenda per i suoi peccati e decide per una vita semplice, passata accanto al suo nuovo amore e ad un normale focolare domestico.

6. N (Io e Napoleone) (2006)

N   Io E Napoleone
Daniel Auteuil ed Elio German in N (Io e Napoleone).

Avevamo parlato anche di autori nostrani e allora eccoci qua. N (Io e Napoleone) è il bellissimo film di Paolo Virzì, liberamente ispirato al romanzo "N." di Ernesto Ferrero vincitore del Premio Strega nel 2000, che si occupa della ricostruzione del periodo passato dall'imperatore francese (interpretato da Daniel Auteuil) all'Isola d'Elba, narrata tramite lo sguardo del suo bibliotecario Martino (con il volto di Elio Germano).

Una pellicola leggera che parla della capacità affabulatoria di quello che è prima di tutto un uomo dalla personalità istrionica strabordante, grazie alla quale è stato in grado di coinvolgere nella sua causa e sotto il suo vessillo così tante persone. Un film che adoperando una grande sagacia nell'uso del doppio è in grado di elevare il rapporto (animato prima da intenzioni omicide e poi da sincero affetto) tra Bonaparte e Martino a quello intercorso tra il primo e l'Europa che gli si è opposta. Lo stesso rapporto dalla natura duale che è divenuto in seguito prodromo dello scontro generazionale segnante la fine dell'era napoleonica vera e propria.

Questo permette un'ultima istanza al film di divenire, a pieno diritto, uno di quelli che hanno trattato il tema del fascino del male e, in generale, delle caratteristiche ammalianti del superomismo. Un campo d'interesse ancora attualissimo, sia nel cinema che nella politica.