Nano nano, caro Robin: attore, comico, maestro di vita per intere generazioni

Un ultimo saluto ad un attore che ci ha fatto ridere come pochi nella storia del cinema, ma che rimarrà nei cuori degli spettatori sopratutto per i suoi ruoli drammatici ed iconici. Riviviamo insieme, in foto, la sua variegata ed indimenticabile carriera.

"Ma come può un uomo che ha fatto ridere generazioni intere uccidersi perché era depresso?" La domanda è ingenua come poche, ma probabilmente l'avrete letta tutti in questa triste giornata navigando i social. La verità è che per quanto naive, anche superficiale se vogliamo, è una domanda che viene spontanea un po' a tutti, perché la magia del cinema è anche e soprattutto questa, quella di creare una realtà alternativa, fittizia ma non per questo meno importante, in cui tutto è bianco o nero, bene o male, risate o dolore.

In questa realtà, quello che abbiamo percepito per decenni attraverso gli schermi è che Robin Williams era la joie de vivre fatta uomo, un'esplosione continua di follia, divertimento, spensieratezza. Robin Williams era, prima che un attore, un amico, un compagno di gioco, una persona in grado di farci stare bene. Una persona che era in grado di mostrarci e farci riconoscere le cose belle della vita, di ricordarci sempre e comunque che una risata è davvero la miglior medicina. E non è un caso infatti che uno dei ruoli più sentiti della sua carriera, e una delle scelte di casting più azzeccate di sempre, fu proprio quello di Patch Adams, il "medico clown".

Robin Williams e Christopher Reeve
Robin Williams e Christopher Reeve

D'altronde ancora prima che per il grande pubblico e sul grande schermo, Williams aveva "interpretato" questo ruolo privatamente per il suo grandissimo amico Christopher Reeve (con cui aveva studiato da ragazzo) quando questi si era scoperto tetraplegico in seguito alla tragica caduta da cavallo nel 1995.
Si dice che Robin Williams arrivò vestito da medico e con forte accento russo dichiarò di dover esseguire una colonscopia: per Reeve fu la prima risata e il primo raggio di sole in seguito all'incidente.

Robin Williams
Robin Williams

Ma i clown, si sa, sotto il trucco sono spesso tristi. Ed era questo anche il caso di Robin Williams per sua e nostra sfortuna; ma non per questo la sua depressione, le sue difficoltà con le dipendenze da alcool e droghe (superate nei primi anni '80 anche per la morte prematura dell'amico John Belushi, ma ci fu una terribile ricaduta venti anni più tardi) gli hanno impedito di continuare a fare il suo lavoro di comico (Mrs. Doubtfire), di diventare un simbolo di libertà e di autoaffermazione (L'attimo fuggente), di provare altre strade più drammatiche e apparentemente lontane dal suo essere (si pensi ai ruoli da villain nei thriller Insomnia o One Hour Photo), di continuare a coltivare i suoi interessi come la beneficenza (a cui si è dedicato tutta la vita) o i videogiochi, hobby per cui ha sempre detto di avere una grande passione (sua figlia Zelda per esempio deve il suo nome alla celebre principessa della Nintendo).

Aveva tantissimi amici Robin Williams, come dimostrano le tante dichiarazioni comparse sul web da colleghi e illustri personalità, ed un solo nemico, ovviamente se stesso. Ha passato gran parte della sua vita ad improvvisare, a far diventare matti colleghi di set e registi, a rendere la vita difficile a chiunque volesse controllarlo e alla fine ancora una volta ha scelto la sua strada, ha deciso di dire addio alla vita e di lasciar cadere per sempre quella maschera da clown. Per noi però rimarrà sempre un grande attore, forse non ai livelli dei più grandi di sempre, ma comunque un attore versatile, coraggioso e dalla grande personalità. Un grande uomo verrebbe da dire, anche se anche questo sarebbe un modo probabilmente altrettanto naive e superficiale per giudicarlo. Però se da oggi il mondo dello spettacolo è più triste e meno folle qualcosa vorrà pur dire.

Robin Williams, tra risate e lacrime (11 foto)