Mission: Impossible, tutti i film della saga con Tom Cruise dal peggiore al migliore

Una classifica ordinata in chiave crescente di ogni capitolo di Mission: Impossible, la saga action-thriller con Tom Cruise, analizzando pro e contro dei singoli film e l'impatto che hanno lasciato nel genere e nel cinema in generale.

Mission: Impossible, tutti i film della saga con Tom Cruise dal peggiore al migliore

Dopo Top Gun: Maverick, Tom Cruise potrebbe riuscire a compiere un altro miracolo al boxoffice. Difficile eguagliare a stretto giro i numeri del suo attuale maggior successo ai botteghini, ma la partenza di Mission: Impossible - Dead Reckoning Parte Uno lascia ben sperare in un ottimo risultato. Sono 235 i milioni incassati in tutto il mondo nei primi cinque giorni d'uscita: 155 a livello internazionale e 80 in patria, imponendosi come migliore apertura del franchise di sempre.

Mission Impossible Dead Reckoning Parte Uno 15
Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, Tom Cruise in una foto

Ventisette anni dopo l'uscita del primo capitolo della saga diretto da Brian De Palma, l'interesse nei confronti di Mission: Impossible è ancora elevatissimo, soprattutto grazie allo sforzo produttivo, registico e attoriale di Cruise e Christopher McQuarrie, coppia che ha saputo rilanciare la serie cinematografica attraverso dei precisi tropi stilistici e narrativi, conquistando nuovamente bene e attenzione del grande pubblico. Una serie che che si è però trasformata negli anni, a volte innovandosi e altre riscoprendosi, mediante autori diversi e concezioni di cinema differenti, cercando sempre e comunque di tenere alta la bandiera della spettacolarità conficcata con forza nella carne del franchise. In attesa dell'ottavo e forse ultimo capitolo di Mission: Impossible, allora, proviamo oggi a stilare una classifica di tutti i film della saga di Mission: Impossible, dal peggiore al migliore e invitando anche voi lettori a raccontarci secondo vostro gusto alti e bassi della serie.

7. Mission: Impossible II (2000)

Tom Cruise appeso a una parete di roccia in Mission: Impossible II
Tom Cruise appeso a una parete di roccia in Mission: Impossible II

Non ci sono Mission: Impossible brutti ma solo imperfetti o parzialmente sbagliati. Premessa importante per l'intera classifica in oggetto, soprattutto per i capitoli nella parte più bassa. Il problema di M:I II è che va inquadrato nel suo tempo, a cavallo tra la fine degli anni '90 e il nuovo millennio, post-Matrix delle Sorelle Wachowski e completamente immerso in quelle novità tecnologiche che hanno riscritto proprio quegli anni il modo di intendere il cinema d'azione. Lo stacco dagli stilemi di Brian De Palma è netto ed evidente, con la regia di John Woo interamente focalizzata all'azione martellante e sensazionale, quasi scollato da una certa e composta eleganza che respirava il primo capitolo.

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Forse è proprio da Mission: Impossible II che è radicalmente cambiata la carriera di Cruise, che proprio in quel momento cominciava la sua virata verso titoli d'azione quasi a tutto tondo partendo da questo secondo capitolo, il film che più di tutti rappresenta questo significativo passaggio, dal ritmo forsennato ma dall'estetica rozza, pieno zeppo di rallenty e transizioni a sfumare, il più vicino di tutta la saga a un b-movie dal budget importante ma per questo completamente dedicato all'azione e all'azione soltanto. E al netto di elementi visivi più che opinabili, tutto sommato funzionava, pur non potendosi nemmeno dire la migliore regia di Woo o la più ispirata.

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6. Mission: Impossible III (2006)

Tom Cruise in Mission: Impossible III
Tom Cruise in Mission: Impossible III

M:I III è più un film di J.J. Abrams che un film di Mission: Impossible, riconoscibile dai suoi amatissimi lens flare e da una fotografia fredda e bluastra tipica del suo stile. Ma è anche figlio dell'estremo pop e mainstream di Roberto Orci e Alex Kurtzman, per altro scelta coraggiosa dato che uscivano da poco dai flop di The Island e The Legend of Zorro. Cruise non è più sulla cresta dell'onda come un tempo e fa parlare di sé soprattutto per la relazione con Katie Holmes e il matrimonio in Italia, questo nonostante il clamoroso successo de La Guerra dei Mondi di Steven Spielberg. È proprio grazie a questo che comincia a spianarsi ancor di più la strada nell'action, ma da produttore pretende una crasi tra il primo e secondo Mission: Impossible, riadattata però al mercato dell'epoca e confezionato dal nome più promettente e applaudito del momento grazie ad Alias e Lost.

Tom Cruise nel film Mission: Impossible III (2006)
Tom Cruise nel film Mission: Impossible III (2006)

Ne esce fuori un capitolo curiosamente complesso, con un grande villain interpretato da Philip Seymour Hoffman e una delle più belle sequenze d'apertura della saga, ma distaccato dallo spirito della saga e più capitolo a sé stante, senza spina dorsale autoriale e con scene d'azione non così complesse o impattanti come in passato. C'è da dire che la regia di Abrams fa il suo dovere e sa essere precisa e accattivante, paradossalmente migliore e più moderna di quella di Woo e di De Palma, motivo che dà ulteriore marcia diversa al film al netto di una sceneggiatura per lo più ridondante e ridicola.

5. Mission: Impossible (1996)

Tom Cruise in una scena di Mission: Impossible
Tom Cruise in una scena di Mission: Impossible

Il primo e storico capitolo della saga è sicuramente il migliore del vecchio corso. È proprio da qui che Cruise cominciò a girare da solo i propri stunt su richiesta di Brian De Palma, così convinto del progetto e del suo potenziale da vestire i panni di produttore per la prima volta in assoluto, dimostrandosi per altro capace e appassionato. Tra tutti i M:I, il film del '96 è sicuramente il più spy e drama di tutti, depalmiano a tutto tondo e il più vicino nello spirito all'essenza concettuale della serie televisiva degli anni '60, con la stessa estetica raffinata e l'intento di trasportare quell'universo spionistico in un mondo tutto nuovo, più tecnologizzato e dinamico.

Mission: Impossible, Tom Cruise in un momento di tensione del film
Mission: Impossible, Tom Cruise in un momento di tensione del film

Oggi il film soffre il peso di una narrazione fin troppo compassata e di una diluizione del ritmo che lo fanno apparire invecchiato nel modo sbagliato, soprattutto nel contesto dell'attuale corso della saga, votata all'ipercinematicità e allo spettacolo a tutti i costi, ma pure a una confezione che non tradisca divertimento e intrattenimento del franchise. Ecco, il problema principale di Mission: Impossible è che deve rendere conto di un aggiornamento inevitabile e sorprendente della serie operato già a partire dal secondo capitolo, di una trasformazione lenta ma inesorabile da imprescindibile classico di genere a scoppiettante e innovativo cult d'azione, comunque superato solo da Brad Bird e Christopher McQuarrie.

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4. Mission: Impossible - Dead Reckonig Parte Uno (2023)

Mission Impossible Dead Reckoning Parte Uno 60
Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, Tom Cruise e Hayley Atwell in una scena d'azione

Se l'obiettivo di Mission: Impossible - Dead Reckoning Parte Uno era quello di tornare a vecchi stilemi della saga continuando al contempo il percorso d'aggiornamento della stessa, l'obiettivo è stato più che raggiunto. In virtù di quanto detto poco sopra, l'occhio al passato e il recupero di una densità narrativa tipica dello spy-thriller anni '90 appesantiscono non di poco il settimo capitolo del franchise, che si rivela un titolo lungo, estremamente prolisso e anche discorsivo, votato alla decantazione concettuale di un marcato ritorno al realismo e a una sovraccaricata riflessione sull'attualità, per altro calcata da una riscrittura trasformativa di elementi religiosi e del cult(o).

Mission Impossible Dead Reckoning Parte Uno 58
Mission: Impossible – Dead Reckoning Parte Uno, Tom Cruise in cima a un dirupo con la moto

Intrattiene ma non divertente, comunque curato e ben confezionato da McQuarrie che si dimentica però come dirigere con adeguato virtuosismo combattimenti corpo a corpo e inseguimenti (ad avercene però di sequenze sbagliate così!), forse a causa dei problemi con il Covid o forse perché troppo entusiasta all'idea di distruggere più di ogni altra cosa un treno in corsa, imitando da vicino - inconsapevole o meno - Uncharted 2: Il covo dei Ladri. Sa essere interessante e a tratti spettacolare (tutta la opening scene e l'ultima ora, più meno) ma soffre di un brutto complesso di complessità che non calza propriamente a pennello a un franchise apogeo dell'azione, specie per quanto fatto nei due precedenti capitoli.

3. Mission: Impossible - Protocollo Fantasma (2011)

Tom Cruise in una polverosa immagine di Mission: Impossible - Protocollo Fantasma
Tom Cruise in una polverosa immagine di Mission: Impossible - Protocollo Fantasma

Nonostante detenga il record dell'incasso più basso della saga (pure se buono), Mission: Impossible III si rivelò un discreto successo di critica addirittura superiore ai due capitoli precedenti. Questo motivò Paramount Pictures a proseguire con il franchise seguendo l'esempio del "rilancio" operato già da Abrams ma in modo ancora una volta diverso, accollandosi persino il rischio di affidare la regia a Brad Bird, in quel momento esordiente dietro la macchina da presa di un live action, avendo comunque diretto capolavori d'animazione quali Ratatouille e soprattutto Gli Incredibili, dove aveva dimostrato già nel 2004 la sua competenza nel cinema d'azione e la capacità di gestire con visione e competenza la narrazione delle stesse. Elemento sconosciuto ai più è che la sceneggiatura di Mission: Impossible - Protocollo Fantasma di Josh Applebaum e Andrè Nemec fu revisionata e riscritta da Christopher McQuarrie, che cominciò infatti a dare il suo taglio autoriale alla saga pur non venendo accreditato per questioni di clausole contrattuali e sindacali.

Mission: Impossible - Protocollo Fantasma, una suggestiva immagine di Tom Cruise in azione
Mission: Impossible - Protocollo Fantasma, una suggestiva immagine di Tom Cruise in azione

Il regista dichiarò "di aver imparato tantissimo in senso produttivo da quell'esperienza" e di aver "semplificato il mistero cardine dell'intreccio", elogiando l'incredibile quantità di sequenze d'azione presenti nel film. E in effetti dall_'opening scene_ a Budapest a l'intera operazione a Mosca, dalla scalata del Burj Khalifa a Dubai fino all'inseguimento nella tempesta di sabbia, passando anche al combattimento finale in un parcheggio multi-piano costruito appositamente per il lungometraggio, Protocollo Fantasma è stato in qualche modo il vero game changer della serie, con tanta azione e una direzione cristallina, spericolato, appassionante e divertente. Per altro è stato il film che più di altri fino a quel momento portò alla ribalta le doti fisiche e muscolari di Tom Cruise come stuntman, cominciando proprio da lì una promozione incentrata sulle follie senza controfigura del protagonista.

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2. Mission: Impossible - Rogue Nation (2015)

Mission: Impossible - Rogue Nation: Tom Cruise insieme a Rebecca Ferguson in una scena del film action
Mission: Impossible - Rogue Nation: Tom Cruise insieme a Rebecca Ferguson in una scena del film action

Conosciuto e apprezzato principalmente come sceneggiatore grazie a I Soliti Sospetti, McQuarrie debuttò alla regia di un film importante soltanto nel 2012 con Jack Reacher, dimostrando tutto il suo talento come filmmaker. Collaborò proprio con Tom Cruise dopo il buon dialogo in Protocollo Fantasma, tanto che l'attore lo volle anche come sceneggiatore di un altro successo, l'amatissimo Edge of Tomorrow. Da lì il passo verso la regia e la scrittura del quinto Mission: Impossible fu davvero breve, questa volta con un expertise produttiva e registica più massiccia e la voglia di sorprendere i fan della serie con un capitolo dal ritmo incontenibile. Arriva così Mission: Impossible - Rogue Nation, un film che consolida il nuovo corso del franchise e alimenta l'entusiasmo degli appassionati di genere con alcune delle migliori e più elaborate e spettacolari sequenze della saga.

Mission: Impossible - Rogue Nation: Tom Cruise in azione in una scena
Mission: Impossible - Rogue Nation: Tom Cruise in azione in una scena

McQuarrie si getta anche in un recupero controllato di alcune soluzioni visive più classiche ed eleganti, ibridandole però con intelligenza e virtuosismo alla sua regia dinamica, inventiva e scatenata. Ne escono fuori scene dalla costruzione impeccabile: il "dottore delle ossa", l'intera impalcatura cinematografica al teatro di Vienna, l'immersione sotto la centrale elettrica di Casablanca, la cattura finale del nemico e tutto il gioco di scambi di ruoli a Londra, scritto per altro con una grazia spy-thriller esemplare e fedele all'anima di Mission: Impossible. Tra i meriti più grandi di Rogue Nation c'è anche quello di aver introdotto una delle migliori woman of action della sua generazione, Rebecca Ferguson nei panni di Ilsa Faust, tra le più importanti scoperte di genere dell'ultimo decennio e anti-Hunt Girl per eccellenza.

1. Mission: Impossible - Fallout (2018)

Mission: Impossible - Fallout: Tom Cruise, Henry Cavill e Rebecca Ferguson in una scena del film
Mission: Impossible - Fallout: Tom Cruise, Henry Cavill e Rebecca Ferguson in una scena del film

In cima alla classifica dell'intera saga troviamo infine Mission: Impossible - Fallout (qui la nostra recensione), apogeo cinematografico dell'intero franchise e in generale tra i più impressionanti e impattanti film d'azione di sempre. Non solo funge da sequel diretto a Rogue Nation - esperimento mai provato prima nella serie - ma cammina al contempo sulle proprie gambe, impalcando un sensazionale tour de force globale nel disperato tentativo di fermare un disastro destinato a condurre il mondo al caos e all'anarchia assoluta. Parte con una delle più geniali opening scene e prosegue con il salto in paracadute più alto di sempre, ovviamente girato in prima persona da Tom Cruise e diretto con straordinaria competenza da McQuarrie, che per immortalarlo nel modo giusto ha deciso di ripeterlo 106 volte, spingendo il protagonista a gettarsi altrettante volte da settemila metri a 350km orari per appena tre inquadrature necessarie. Cinematograficamente parlando, su grande schermo, la sequenze colpisce molto più di altre, ma poi Fallout inanella una catena di scene da manuale, sia la scazzottata in bagno a Parigi che l'inseguimento sui tetti di Londra o quello in elicottero (con precedente arrampicata - vera - di Cruise).

Mission: Impossible - Fallout: Tom Cruise in una scena del film
Mission: Impossible - Fallout: Tom Cruise in una scena del film

Un film instancabile e d'entusiasmo inestinguibile che regala ai fan i migliori combattimenti corpo a corpo della saga anche grazie alla fisicità di un ottimo Henry Cavill come villain, questo mentre McQuarrie e Cruise esagerano come mai prima di allora tra stunt e direzione d'azione, citando ad esempio la fuga in moto a Parigi o ancora il piano per liberare e prendere in custodia Solomon Lane. In aggiunta, l'autore dona alla sceneggiatura una spiccata e raffinata vena commediata evidente in tanti momenti del film e dona al personaggio di Ethan Hunt un'aura ancora più umana e insieme supereroistica, essendo colui che "in qualche modo" risolverà senza ombra di dubbio la situazione anche all'ultimo secondo, arrivando persino a speronare un elicottero ad alta quota per fermare il personaggio di Cavill al grido di "esatto, coglione", con il nemico che lo osserva incredulo e noi pubblico fomentato e divertito come non mai. Così si dirigono e concepiscono i Mission: Impossible.