Madame Web, la recensione: un cinecomic orgogliosamente vecchio stile

La recensione di Madame Web, il nuovo cinecomic Sony ambientato nell'universo di Spider-Man, con Dakota Johnson e Sydney Sweeney per la regia di S. J. Clarkson. In sala dal 14 febbraio.

Madame Web, la recensione: un cinecomic orgogliosamente vecchio stile

Cosa ci aspettiamo oggi da un cinecomic? Con questa domanda in mente ci siamo avvicinati alla visione e poi alla recensione di Madame Web, il nuovo film Sony appartenente all'universo di Spider-Man, con protagonista Dakota Johnson nei panni dell'eroina del titolo creata da da Dennis O'Neil e John Romita Jr. di cui ci viene raccontata la Origin Story. Ci siamo chiesti che aspettative avere in un momento storico di difficoltà del genere, tra la serializzazione di casa Marvel che arranca, la DC in ripartenza e alcune incarnazioni più mature alla Joker o The Batman che ci hanno mostrato come un'altra via sia possibile e forse auspicabile al momento. In questo scenario Madame Web sceglie una via ancora diversa, guardando al passato, non solo come data di ambientazione ma anche come stile, avvicinandosi a quanto fatto la scorsa estate anche da Blue Beetle. Un cinecomic, insomma, orgogliosamente d'altri tempi.

Una trama che parte dal Perù

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Madame Web: Dakota Johnson in una scena del film

Madame Web apre infatti in Perù nel 1973, sulle tracce di una spedizione impegnata nella ricerca di una specie di ragno il cui veleno sembra avere proprietà curative, per farci conoscere la madre della protagonista Cassie. Un breve prologo dopo il quale facciamo un salto di trent'anni in avanti, quando Cassandra Webb è ormai un paramedico che vive e lavora a Manhattan, che ha superato le difficoltà di una crescita da orfana, ma sta per affrontarne altre imprevedibili e incomprensibili: inizia ad avere strane e inquietanti visioni che sembrano anticipare quanto sta per avvenire. Dopo un iniziale disorientamento, Cassie capisce che questa forma di chiaroveggenza può permetterle di intervenire e cambiare lo stato delle cose, così riesce a mettere in salvo tre ragazze dall'aggressione di un misterioso individuo che sembra dotato di pericolose abilità fuori dal comune. Per la donna e le tre ragazze inizia una fuga che richiederà la comprensione e accettazione del peculiare potere premonitore di Cassie per riuscire a mettersi in salvo e condurre le tre giovani donne al promettente futuro che le attende.

Da grandi poteri...

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Madame Web: Dakota Johnson in una scena

... derivano grandi responsabilità. Lo sappiamo, è concetto consolidato dello stesso universo narrativo in cui ci muoviamo, quello di Peter Parker e Spider-Man. Ma Madame Web ne ribalta l'idea di base, portando avanti lo spunto interessante che sia necessario accettare le proprio responsabilità per poter sviluppare e dar forza ai propri poteri. È su questo presupposto che viene costruito il personaggio interpretato da Dakota Johnson, che purtroppo non ci è sembrata il principale punto di forza del film. Funzionano molto meglio, pur tra alti e bassi, le tre ragazze che si trova a salvare e guidare nella lotta contro l'antagonista della pellicola: è l'alchimia tra Sydney Sweeney, Isabela Merced e Celeste O'Connor a fungere la principale motore narrativo di Madame Web, costruendo qualcosa che, almeno nelle intenzioni iniziali, sarebbe potuto essere il futuro di questo ramo dell'universo di Spider-Man di casa Sony.

Madame Web: un cinecomic sui generis e dal sapore passato

Madame Web parte da qui, dal farci conoscere questi nuovi personaggi. È infatti un film che mette al centro il dialogo piuttosto che l'azione pura e semplice, le dinamiche tra le protagoniste piuttosto che estenuanti combattimenti che abusano di effetti e CGI, in maniera coerente con il super potere della sua protagonista che è più mentale che fisico. Un approccio interessante nelle intenzioni, seppur non del tutto riuscito nell'applicazione per una certa mancanza di particolari guizzi nella costruzione della messa in scena e per alcuni passaggi dell'intreccio troppo forzati per risultare credibili e tenere la tensione e il coinvolgimento dello spettatore.

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Madame Web: Dakota Johnson, Celeste O'Connor, Isabela Merced e Sydney Sweeney in una scena del film

La regista S. J. Clarkson non pretende di inventare nulla, guarda al passato e ammanta il film di un alone d'altri tempi, orgogliosamente e consapevolmente, valorizzando anche le sensazioni evocate dall'ambientazione dei primi anni 2000, tra insegne di Blockbuster, musica del periodo e dettagli che chi ha vissuto in quegli anni saprà riconoscere. Così come sono chiari ed evidenti le strizzate d'occhio al mondo di Peter Parker e Spider-man, tra ragnatele e altri easter egg. Dettagli che giocano col pubblico per intrattenerlo senza impegno e senza che ci siano necessariamente secondi fini narrativi o sviluppi e ripercussioni in titoli futuri. E quindi, per rispondere alla domanda posta in apertura, se è questo che ci aspettiamo da un cinecomic, un film come Madame Web ha il suo scopo e la sua dignità di puro, semplice e orgoglioso intrattenimento. Nulla più, nulla meno.

Conclusioni

Nella recensione di Madame Web vi abbiamo parlato di un film che ha evidenti problemi, ma che cerca di fare qualcosa di diverso nell’ambito del panorama dei cinecomic contemporaneo, guardando al passato e provando a lavorare sui personaggi e le dinamiche tra loro piuttosto che sull’azione pura e semplice. Se da una parte la protagonista Dakota Johnson funziona meno bene delle tre comprimarie Sydney Sweeney, Isabela Merced e Celeste O’Connor, dall’altra il contesto degli anni 2000 in cui ci si muove, tra canzoni e dettagli ambientali, rappresenta un valore aggiunto per chi nutre nostalgia per quegli anni.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • Il tentativo di fare qualcosa di diverso dalle tendenze dei cinecomic contemporanei, con un consapevole sguardo al passato.
  • L’ambientazione dei primi anni 2000, valore aggiunto per chi ha nostalgia di quegli anni.
  • L’equilibrio più spostato verso le dinamiche tra personaggi che verso l’action vera e propria.

Cosa non va

  • Dakota Johnson, meno efficace delle tre comprimarie.
  • Alcune forzature nello sviluppo.
  • Il sapore da cinecomic vecchio stile, pur voluto, potrebbe non incontrare il gusto di chi pretende di più dal genere.