La follia bussa alla porta, la recensione: terrore tra le quattro mura domestiche

La recensione de La follia bussa alla porta, film dove la protagonista e sua figlia vengono prese in ostaggio da una banda di criminali, pronti a tutto pur di farla franca. Stasera su Rai2 e disponibile su RaiPlay.

La follia bussa alla porta, la recensione: terrore tra le quattro mura domestiche

Susan Daniels, recentemente rimasta vedova, lavora come agente immobiliare nello stesso quartiere dove abita, in una splendida villetta, con la figlia adolescente Heather. Villetta che ora la donna è intenzionata a vendere, tanto da mostrarla a potenziali acquirenti: proprio per quel motivo una sera fa entrare in casa la coppia formata da Natalie e Keith, che si dichiara interessata a visionare l'immobile per un potenziale acquisto. Susan non sa però che i due non siano chi sostengono di essere...

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La follia bussa alla porta: una scena del film

Come vi raccontiamo nella recensione de La follia bussa alla porta, i fasulli compratori sono infatti dei criminali, colpevoli nell'ultimo periodo di diverse rapine nel quartiere. Keith è ferito ad un fianco e ha bisogno di un posto dove riposare e rifugiarsi, in quanto la polizia è sulle loro tracce. Susan nasconde inizialmente la presenza in casa di sua figlia Heather, che però viene ben presto scoperta e ora entrambe sono in ostaggio alla mercé dei due malfattori. La protagonista farà di tutto per salvare ciò che resta della sua famiglia, per una notte destinata a segnare per sempre il loro futuro.

Questo l'ho già visto

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La follia bussa alla porta: una scena del film

Il classico prologo - narrante in realtà eventi già avanti nel tempo narrativo - nel quale una giovane donna corre disperata, in fuga da un potenziale pericolo, ci fa sin da subito intuire il tipo di operazione alla quale ci troviamo davanti, ovvero quei thriller per il mercato domestico dei quali ultimamente vi abbiamo spesso parlato su queste pagine. E il repentino cambio d'ambientazione e toni, con la rassicurante quiete delle quattro mura e una musichetta da suspense della domenica pomeriggio, segue uno schema altrettanto consolidato, introducendo di fatto i personaggi principali dell'ora e mezzo - scarsa - di visione. La follia bussa alla porta segue d'altronde canoniche linee guida, anche se qui più che in altre occasioni permangono dinamiche tipiche degli home invasion, ovvero qui film dove una famiglia o i proprietari di casa vengono presi di mira da criminali.

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Banalità di fondo

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La follia bussa alla porta: una scena del film

Ma di registi come William Wyler o Michael Cimino - che avevano firmato rispettivamente le versioni datate 1955 e 1990 di un grande cult del filone quale Ore disperate - ne nascono pochi, e il misconosciuto David Benullo, per di più al suo esordio in un lungometraggio, non sa come gestire le fasi tensive e nemmeno la gestione degli spazi, finendo per rendere il contesto un semplice teatro per scaramucce assortite tra i buoni e cattivi, con tanto di figura in bilico che non a caso determinerà poi le sorti finali del racconto. Anche qui ovviamente si sprecano le coincidenze e le dimenticanze, o altrimenti la vicenda sarebbe finita nell'arco di dieci minuti con l'arresto dei villain: basti pensare a quando la figlia dimentica banalmente il telefono sotto carica sul divano, in uno dei momenti chiave che avrebbe potuto permettere una chiamata d'aiuto salvifica. Ingenuità non nuove, ma che qui risultano ancor più evidenti data l'esilità dell'intreccio generale.

Dimmi chi sei

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La follia bussa alla porta: una scena del film

Tra inserti psicologici con i quali la protagonista cerca di annebbiare i propositi criminali dei due sequestratori, colpi di scena telefonati o meno - tra gravidanze propizie e visite impreviste - gente che spunta a caso salvo auto-eliminarsi in maniera idiota e una resa dei conti finale con tanto di situazione di stallo che persegue la via dell'improbabile, La follia bussa alla porta si rivela una produzione mediocre e raffazzonata, dove le soluzioni da "gioco del gatto con il topo" vengono sfruttate senza inventiva e su step ampiamente prestabiliti, negando di fatto l'ipotetica incertezza sul destino dei personaggi. Jennifer Taylor guida un cast anonimo, dove "spicca" nell'apatia generale la cattivissima bionda Emily Sweet, già vista in un episodio dell'antologico V/H/S/99 (2022), ma nessuno degli interpreti si fa ricordare e risulta semplicemente accessorio alla schematicità di una trama che non offre nulla di nuovo e/o interessante.

Conclusioni

Madre e figlia si ritrovano imprigionate nella loro stessa casa quando due criminali, che negli ultimi tempi avevano compiuto diverse rapine in zona, entrano con l'inganno e le sequestrano: una notte che si trasformerà in un incubo, dove soltanto l'astuzia e un pizzico di fortuna potranno aiutarle a uscirne indenni. Come vi abbiamo raccontato nella recensione de La follia bussa alla porta, quest'ennesimo thriller pensato per la televisione segue alcune regole chiave del relativo settore per ciò che concerne la fredda e spenta messa in scena, qui accentuata su dinamiche da home invasion che non agguantano mai la tensione necessaria per conquistare il pubblico. Ottanta minuti di noia, tra colpi di scena forzati e psicologia spiccia qua e là, con la disfida tra buoni e cattivi che si tinge di note raffazzonate quando non involontariamente ridicole.

Movieplayer.it
1.5/5
Voto medio
4.0/5

Perché ci piace

  • Le dinamiche alla home invasion hanno sempre un fascino potenzialmente accattivante...

Cosa non va

  • ... ma qui sceneggiatura e messa in scena castrano ogni spunto sul nascere.
  • Un cast per buona parte anonimo.
  • Diversi passaggi assurdi e/o forzati.