Recensione Needing you... (2000)

Fin troppo maltrattato da critica e appassionati occidentali, "Needing you" è una commedia romantica veloce e piacevole, sorretta da due ottimi interpreti.

La commedia romantica secondo Johnny To

Tutti ci chiediamo quando finirà la vacanza nella commedia che il buon Johnny To si concede da qualche anno a questa parte. Un suo ritorno al noir è sollecitato in modo addirittura plebiscitario e devo ammettere che anche il sottoscritto caldeggia tale redenzione (non lontana dal realizzarsi, peraltro, visto che ad aprile esce PTU, il nuovo crime-thriller targato Milkyway). Quanto alle commedie, però, se i risultati fossero sempre al livello di questo Needing you... non ci sarebbe tanto da lamentarsi. Non particolarmente amato dalla critica e dagli appassionati che vorrebbero un The mission o un A hero never dies all'anno, Needing you... ad Hong Kong è stato un successone.
Film di regia, una regia spigliata e velocissima (ma i tempi morti non mancano e a mio parere una sforbiciata qui e là avrebbe giovato), con belle invenzioni visive e di scrittura (l'amuleto dell'amore, le citazioni...) e ritmo tipicamente hongkonghese. Ma anche, e soprattutto, un film di attori, un film che s'inserisce perfettamente in quella complessa (e disperata, considerata la sua importanza) opera di ricostruzione dello star-system cantonese, fin troppo arido da qualche tempo a questa parte. In questo senso, Andy Lau è una certezza incrollabile, bravissimo come sempre.

Idolatrato dal pubblico locale, quello che colpisce scorrendo la filmografia (già) sterminata di questo attore è la sua versatilità, la sua adattabilità a copioni e personaggi diversissimi. Ma Andy Lau ormai non stupisce più, lo conosciamo, lo amiamo. La vera rivelazione di Needing you..., piuttosto, è la cantante/attrice Sammi Cheng, pure lei ormai regina intoccabile presso il pubblico di Hong Kong. Sammi è semplicemente perfetta nel ruolo della donnina insicura in cerca dell'amore, una sorta di Bridget Jones senza caricatura, senza forzature, senza facili intenti di ridicolizzazione. Laddove il personaggio della Zellweger risultava falso e furbissimo proprio in quanto figurina stereotipata, esagerata e caricaturale, il personaggio femminile di Needing you... vince proprio per la sua (stupendamente imperfetta") normalità. Se gli spettatori occcidentali fossero liberi, se avessero la possibilità di scegliere, non dubito che il personaggio di Sammi Cheng riscuoterebbe maggiori consensi e successo di certi modelli americani.
Il cinema di Hong Kong, lo sappiamo, copia spudoratamente. Copia dagli altri e copia da sé stesso. Ma fino a quando questo atteggiamento di clonazione continuerà ad essere "corretto" dall'intenzione di... "rifare i film, ma rifarli meglio", fino a quando tutto continuerà ad essere filtrato dalla sensibilità e dal background culturale, emotivo e tecnico/cinematografico di quella gente, il cinema di Hong Kong riuscirà a mantenere la propria identità, la propria riconoscibilità.
Tornando a Needing you..., l'alchimia fra i due protagonisti è perfetta e coinvolgente, i momenti di romanticismo non temono confronti con altri simili film occidentali e le citazioni dell'indimenticato A moment of romance (interpretato a suo tempo dallo stesso Andy Lau) sono a dir poco geniali, difficile non provare un tuffo al cuore. Il tutto è corredato da una colonna sonora accattivante (bellissima la canzone portante interpretata, ovviamente, dalla stessa Sammi Cheng, bravissima e amatissima pure come cantante).
A pensarci bene, in fondo, non c'è nulla di particolarmente originale in questo film. Ma tutto funziona alla perfezione, gli attori riscuotono ammirazione e simpatia e il meccanismo del tira-e-molla sentimentale risulta coinvolgente anche se già visto tantissime volte. Il film è forse caratterizzato da una morale dell'arrivismo e del "fare i soldi a tutti i costi" forse non condivisibile (eppure più vera del vero, con i tempi che corrono). Ma, a compensare, tocchi di classe qua e là, la ritrovata, fondamentale corporeità del cinema di Hong Kong e un'ottima realizzazione complessiva.
Un film che funzionerebbe benissimo anche da noi, se solo avessimo una distribuzione più competente e lungimirante.