Il nemico, la recensione: Saoirse Ronan e Paul Mescal per uno spento melò distopico

La recensione de Il nemico (Foe): non bastano Saoirse Ronan e Paul Mescal per reggere le gracili (e ridondanti) suggestioni che esplorano una crisi di coppia in chiave sci-fi. In streaming su Prime Video.

Il nemico, la recensione: Saoirse Ronan e Paul Mescal per uno spento melò distopico

"Perché buttare i soldi lassù, invece che risolvere i problemi qui?", una frase abbastanza sintomaticaa, che si sposa con la concretezza di una dimensione contemporanea che, scienza docet, ha gli anni contati. Se la crisi climatica morde e preoccupa, nella prospettiva non lontana delle prossime generazioni, il cinema, la letteratura e l'arte in generale sono proiettate verso una visione complessivamente pessimista, raccontando, previa immaginazione, come potrebbe essere il futuro. Allora, vedendo Il nemico (titolo originale Foe) di Garth Davis, e tratto dall'omonimo libro di Iain Reid (che ha co-scritto la sceneggiatura), il gioco della similitudine si sposa in parte con la visione di Christopher Nolan, messa in scena in Interstellar.

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Saoirse Ronan ne Il nemico

Ma attenzione, Il nemico, arrivato su Prime Video dopo l'anteprima al New York Film Festival, asciuga totalmente l'aspetto fantascientifico, puntando sulla distopia di un futuro coerente con gli spettri attuali. Un punto di forza, un'intuizione, e lo svolgimento, a fior di pelle, che punta sull'emotività di un racconto umano che, tuttavia, risulta rinsecchito nel tempo scenico scelto (quasi due ore) di un melò filosofico, che si regge sulla scia di quelle emozioni pre-formattate. Spiegato: una banale crisi di coppia, che ha come gancio il futuro infausto di un mondo ormai collassato.

Il nemico, la trama: Saoirse Ronan e Paul Mescal per un mondo alla deriva

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Il nemico: Paul Mescal in una scena

Del resto, Il Nemico di Davis, fa un giro larghissimo, mettendo in moto una trama che ha come centro il matrimonio esaurito (?) tra Henrietta e Junior (duetto indiscutibile, Saoirse Ronan e Paul Mescal), coppia che vive in un imprecisato Midwest del 2065. Le risorse terrene sono pressoché esaurite, e come fantascienza vuole (vedi alla voce Interstellar), il senso di sopravvivenza umana, ovviamente in ritardo rispetto alla crisi globale, cerca speranza nello spazio, puntando ad un'ipotetica colonizzazione. Ma il fulcro de Il nemico è la terra. Anzi, la fattoria impolverata e scricchiolante di Hen e Junior.

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FOE: Saoirse Ronan e Paul Mescal in una foto del film

Un climax, in parte teso per la loro relazione sfilacciata (ma tenuta insieme da un affetto sincero, e dai frammenti di un amore che appartengono alla felicità), definitivamente alterato quando bussa alla loro porta Terrance (Aaron Pierre), funzionario governativo che comunica a Junior di essere stato scelto per uno speciale programma spaziale di imminente sperimentazione. Nonostante i dubbi, un anno dopo, Terrance, torna da Hen e da Junior, spiegando loro che la sua presenza in casa sarà propedeutica per la missione.

The End of the World, o di un melò su una crisi di coppia

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Il nemico: Saoirse Ronan in una scena

Non possiamo rivelare troppo rispetto al plot de Il nemico, film che fin dal titolo (italiano) suggerisce un certo parallelismo metaforico, che l'australiano Garth Davis spinge oltre ogni limite usando (e abusando?) di una serie di fascinose similitudini visive, invogliate da una suggestiva e spesso ridondante visione registica che, senza mai mollare la colonna sonora di Oliver Coates, si sussegue in una fascinosa controparte scenica. Dall'altra parte della macchina da presa, infatti, Paul Mescal e Saoirse Ronan sono il tramite di una sceneggiatura che viene salvata dalla loro interpretazione, mai eccessiva nonostante alcuni dialoghi ben poco fluidi ("è strano come la morte possa essere bella", oppure, "a cosa pensi di più, al passato o al futuro?").

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Il nemico: Saoirse Ronan, Paul Mescal in una scena

Sia per il contesto, sia perché il film, mascherato da sci-fi destrutturato, è invece una sorta di spaccato contemporaneo sull'incomunicabilità, sulle scadenze dell'amore (oltre che sulle scadenze delle materie prime), e su quanto possa essere difficile mantenere un equilibrio costante, in bilico - appunto - tra passato e presente. Il climate change, allora, diventa il pretesto, la funzione logica di un film solo suggerito, addolorato nel linguaggio e mesto nello sguardo, ed eccessivamente compiaciuto nella ricerca tanto dell'effetto celebrale, quanto della sua vera sostanza, affidata solo alle prove di Saoirse Ronan e Paul Mescal, nonché ad una stridente, e quindi funzionale, soundtrack: Fleetwood Mac, Clarence "Frogman" Herny e Skeeter Davis con quel fatidico brano che è The End of the World. Una canzone che quasi riassume il film: "non sanno che è la fine del mondo? È finita quando ho perso il tuo amore...".

Conclusioni

Lo abbiamo scritto nella recensione de Il nemico: pur sorretto dalla bravura di Saoirse Ronan e Paul Mescal, il film dell'australiano Garth Davis non riesce a reggere il peso del suo enorme pretesto (la crisi climatica), bloccandosi nell'inseguire una certa suggestione registica che, come può, prova a sopperire la linearità di una storia che gira attorno ad una crisi di coppia.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • La bravura di Saoirse Ronan e Paul Mescal.
  • La soundtrack.
  • Una certa suggestione visiva...

Cosa non va

  • … smorzata da una regia e da uno script ridondante.
  • Un pretesto interessante, per un fulcro troppo gracile.