Il DVD di Rashomon

La Dolmen prosegue il suo percorso trasversale nel cinema giapponese dedicando al capolavoro di Kurosawa un'edizione a disco singolo decisamente soddisfacente.

Era il 1952 quando l'occidente scoprì Kurosawa. Rashomon, capolavoro indiscusso del più grande regista giapponese di sempre, fu selezionato coraggiosamente dal festival di Venezia, finendo poi per vincere il Leone d'oro. Da allora, Kurosawa è stato bollato con l'etichetta del più occidentale dei registi orientali; un equivoco evidente che non ha comunque impedito al regista di produrre un numero elevatissimo di film straordinari che reggono incredibilmente l'usura del tempo. Non è quindi un caso che rivisto oggi Rashomon mantiene intatto il suo splendore e soprattutto la sua enorme portata teorica. Molto prima di Godard e Antonioni, Kurosawa problematicizza l'esperienza cinematografica, interrogandosi sui meccanismi seduttivi del cinema e sull'illusorietà dello sguardo. E la sintesi è di quelle che lasciano il segno.

La Dolmen prosegue il suo percorso trasversale nel cinema giapponese dedicando al film di Kurosawa un'edizione a disco singolo decisamente soddisfacente. Il restauro del video non è impeccabile ma comunque di livello più che discreto. Ottimo il lavoro eseguito sulla luminosità e il contrasto, grazie al quale si ha modo di percepire a pieno l'eccezionale forografia del film, assolutamente sperimentale, specie nell'uso dell'illuminazione naturale (il film segna il primo tentativo di posizionamento della macchina da presa verso il sole). L'audio mono, presente sia nella versione originale che in quella doppiata, mostra qualche lieve squilibrio nei volumi ma tutto sommato si dimostra pulito e di buona fattura.

Non delude il comparto extra, ricco di interessanti interventi critici. Presenti infatti, oltre al trailer e ai contributi testuali, un inquadramento storico-critico del film a cura di Maria Roberta Novielli e un'intervista al semiologo Ugo Volli che attraverso un preciso percorso filosofico inserisce Rashomon come anticipatore delle riflessioni costruzioniste dominanti in molto pensiero post-moderno.