I Tre Moschettieri - D'Artagnan, la recensione: un adattamento che punta alla serialità

La recensione de I Tre Moschettieri - D'Artagnan: un grande cast per un nuovo film tratto dall'opera di Alexandre Dumas. Funziona? In parte, se escludiamo una certa seriosità generale e il suo dichiarato obbiettivo seriale.

I Tre Moschettieri - D'Artagnan, la recensione: un adattamento che punta alla serialità

Sforzo produttivo notevole e una grande dichiarazione d'amore per il grande schermo, capace di far vibrare e animare - ancora una volta - una storia lunga quasi due secoli. Tra film, parodie, sceneggiati tv, cartoni animati e operazioni affini, si contano innumerevoli adattamenti de I Tre Moschettieri, celeberrimo romanzo di Alexandre Dumas, eppure il fascino leggendario ed epico non appare scontato, né sbiadito. C'è qualcosa che continua ad affascinarci e ad attirarci. Saranno i duelli, spada a spada, così nobili e così fuori tempo, saranno le personalità dei quattro protagonisti, perfette per essere eccellente materiale narrativo, a stimolare attenzione e immaginazione, tant'è che il cinema, puntualmente, rifà propri i Moschettieri del Re, attualizzandoli o classicizzandoli a dovere.

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I Tre Moschettieri - D'Artagnan: Vincent Cassel, Romain Duris, Eric Ruf, François Civil, Pio Marmaï in una scena

Così, una precisazione calzante che introduce la recensione di questo I Tre Moschettieri - D'Artagnan, diretto da Martin Bourboulon e prima parte di un'ambiziosa saga francese ad alto budget: il film, per volontà del regista, sembra voler essere contemporaneamente cinema moderno e cinema classico, sfruttando in modo intelligente la tecnica e il fattore casting (eccellente), senza però imprimere la giusta attenzione nella fase scritta che, via via, tende ad essere fin troppo prolissa e stra-caricata, nonché strutturata per essere poi valutata all'interno dell'economia generale di una saga che prevede, almeno, un altro capitolo cinematografico (anche se la produzione sta già studiando vari spin-off). Che vuol dire? Il film funziona a livello visivo, meno a livello narrativo. Problema in parte mitigato dall'atmosfera, dal cast, dalle suggestioni e dalla buona tecnica action messa in campo dal regista, rendendo il più possibile immersiva l'esperienza. Da lui stesso definita a metà tra il "thriller" e il "royal western".

I Tre Moschettieri - D'Artagnan: tutti per uno, uno per tutti!

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I Tre Moschettieri - D'Artagnan: François Civil in un'immagine

A netto delle svariate digressioni, delle incongruenze storiche e delle naturali rivisitazioni rispetto all'opera originale, I Tre Moschettieri - D'Artagnan segue in modo più o meno lucido le influenze di Alexandre Dumas, qui riviste e riassunte dalla sceneggiatura firmata da Alexandre de La Patellière e da Matthieu Delaporte. Protagonista? Ovviamente D'Artagnan (François Civil) che, dopo essere dato per morto, arriva a Parigi in cerca dei suoi aggressori.
Inconsapevolmente, finirà al centro di una famelica guerra orchestrata nelle retrovie dal Cardinale Richelieu (Eric Ruf). Per difendere il Re Luigi XIII (Louis Garrel) si ritroverà alleato dei moschettieri Athos (Vincent Cassel), Porthos (Pio Marmaï) e Aramis (Romain Duris) e, pericolosamente, si innamorerà di Costance (Lyna Khoudri), confidente della Regina (Vicky Krieps), scatenando le ire di una sensuale e mai così spietata Milady, cucita letteralmente addosso ad Eva Green.

Un grande cast per una scrittura non sempre all'altezza

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I Tre Moschettieri - D'Artagnan: François Civil in una scena del film

L'abbiamo detto, è innegabile che I Tre Moschettieri - D'Artagnan, nell'aspetto più diretto, sia un film oggettivamente accattivante, mosso da una potenza produttiva ad alto budget che vuole enfatizzare il più possibile il concept stilistico. E lo fa con onestà di mestiere e perspicacia visiva, raccolta nei diversi piani sequenza che rendono ancora più divertenti le scene action. Uno sguardo impeccabile, ma che si scontra con una sottintesa e qualche volta invadente pesantezza e seriosità narrativa, in questo senso sottolineata dall'accompagnamento musicale di Guillaume Roussel che pervade i duelli, gli intrighi, le svolte. La sensazione di appesantimento torna a galla più volte, in particolar modo nella parte centrale del film, racchiusa su un dettaglio (di mezzo c'è una collana) che, senza troppo accorgercene, prende in mano la storyline principale.

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I Tre Moschettieri - D'Artagnan: François Civil e Lyna Khoudri in una scena del film

Ammettiamo un attimo di smarrimento, prima che la pellicola torni sulla sua strada, tra sprazzi di humour (finalmente) e una non scontata caratterizzazione dei personaggi. Ecco, dietro la tracotante apparenza e la sentita ostentazione (in linea con il periodo storico che mette in scena?) questo è il miglior colpo dei I tre Moschettieri - D'Artagnan: i personaggi giovano di un'efficace introduzione, nonché delineati in funzione di un cast sempre in parte: se abbiamo già citato Eva Green, sono proprio i quattro Moschettieri che valgono la visione dell'opera. Da François Civil, giovane al punto giusto, fino ai tormenti di Vincent Cassel; dal fascino di Romain Duris fino alla fluidità vogliosa di Pio Marmaï. A conti fatti, tra i migliori mousquetaires della storia, amalgamati in un film che, necessariamente, inizia e si conclude con l'obbiettivo di essere una sorta di serie tv sul grande schermo.

Conclusioni

Come detto nella nostra recensione, non c'è dubbio che i quattro attori scelti siano i migliori Moschettieri cinematografici da anni a questa parte. Nonostante ciò I Tre Moschettieri - D'Artagnan, che ha delle buone trovate registiche (le scene action sono coinvolgenti), soffre troppo di una pesantezza strutturale, considerando poi la sua dichiarata produzione che mira ad essere un franchise produttivo seriale e rifacendosi dunque ad un linguaggio generale tipico delle serie tv.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
4.4/5

Perché ci piace

  • Un grande lavoro di casting.
  • Una buona messa in scena.
  • I piani sequenza per le scene d'azione...

Cosa non va

  • ... ma il tutto sembra avvolto da una seriosità non richiesta.
  • La parte centrale è abbastanza confusa...
  • ... essendo il film strutturato per essere il primo di (almeno) due.