Festival di Cannes, dietro le quinte: come funziona la kermesse cinematografica più prestigiosa al mondo

Usando come punto di partenza il diario di Thierry Frémaux, direttore artistico della manifestazione, passiamo in rassegna quello che si cela dietro l'organizzazione del Festival di Cannes, in attesa che inizi l'edizione 2018.

Ken Loach vince la Palma d'oro di Cannes 2016
Ken Loach vince la Palma d'oro di Cannes 2016

Dal 8 al 19 maggio avrà luogo la settantunesima edizione del Festival di Cannes, appuntamento cinefilo per eccellenza che ogni anno vede la partecipazione di migliaia di addetti ai lavori: stampa, programmatori di festival, distributori, direttori di cineteche, ricercatori e studenti di cinema. Per dieci giorni si festeggia il meglio della produzione cinematografica tramite le scelte del comitato di selezione, ma si fabbricano anche le kermesse dei mesi successivi e altri accordi vitali per l'uscita dei film tramite il Marché, realtà puramente industriale di cui chi segue il festival a distanza tende ad ignorare l'esistenza. La domanda che molti appassionati si sono spesso posti è: chi sceglie i film, e come? Una domanda alla quale risponde in parte Thierry Frémaux, attuale delegato generale - incarico che include anche la direzione artistica - e autore del recente libro Sélection officielle, ossia la versione resa disponibile al pubblico del diario che lo stesso Frémaux ha tenuto dalla fine dell'edizione 2015 all'inizio dell'edizione 2016, conclusasi con il trionfo di Ken Loach e del suo Io, Daniel Blake. Avendo letto il tomo in questione abbiamo pensato di offrirvi una sorta di guida al funzionamento interno della kermesse francese, tramite la testimonianza di chi ne è a capo dal 2001.

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Dove e quando

Prima di addentrarci nello specifico, ricordiamo gli elementi basilari: il Festival di Cannes si svolge ogni anno, nel mese di maggio, nell'omonima città in Costa Azzurra. La selezione ufficiale, curata da Frémaux e dal suo team, è formata da diverse sezioni: Concorso, con una ventina di lungometraggi che si contendono la Palma d'Oro; Fuori concorso, film di registi affermati che però non rientrano nella competizione ufficiale (alcuni di questi passano nella fascia oraria di mezzanotte); Un Certain Regard, sezione competitiva che privilegia - in teoria - l'innovazione; Cinéfondation, che accoglie corti e mediometraggi provenienti dalle scuole di cinema; un concorso di cortometraggi (durata massima: 15 minuti); e Cannes Classics, che propone sia versioni restaurate di film importanti che documentari sul cinema. Esistono anche due sezioni parallele e indipendenti: la Semaine de la Critique, un concorso riservato alle opere prime e seconde, e la Quinzaine des Réalisateurs, più generalista. In tutti i casi viene data la priorità alle anteprime mondiali, con deroghe concesse a film usciti in sala solo nel paese d'origine (l'esempio classico è costituito dai film di Pedro Almodóvar e Nanni Moretti, che solitamente escono in patria due mesi prima del debutto internazionale a Cannes). Le proiezioni sono quasi esclusivamente destinate ai professionisti, ma esistono delle iniziative per il pubblico normale come le proiezioni gratuite in spiaggia, tendenzialmente in collaborazione con Cannes Classics.

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Capitale del cinema

Penélope Cruz, Pedro Almodóvar e Carmen Maura a Cannes per presnetare Volver
Penélope Cruz, Pedro Almodóvar e Carmen Maura a Cannes per presnetare Volver

La sede principale del Festival non si trova a Cannes, ma a Parigi, vicino alla Torre Eiffel. Durante l'anno lo staff fisso lavora nella capitale francese, e solo all'inizio di maggio avviene la trasferta in Costa Azzurra, che dura all'incirca un mese. Frémaux, che dirige anche l'Institut Lumière a Lione, divide il proprio tempo tra le due città, con una suddivisione dei giorni che varia a seconda del periodo dell'anno. Il lavoro di selezione viene effettuato per la maggior parte negli uffici parigini: il comitato vede i film in apposite sale. I viaggi all'estero per trovare i titoli sono sporadici e si limitano a determinati paesi, in base anche a certi rapporti d'amicizia creatisi con produttori e/o registi (prendendo come esempio il 2016, Frémaux si è recato a Madrid all'inizio di febbraio per visionare Julieta di Almodóvar, su invito del cineasta spagnolo). Gli altri festival, come Berlino e Venezia, sono degli appuntamenti dettati dall'amicizia tra i vari direttori artistici e dalla necessità di fare pubbliche relazioni.

Chi vede cosa?

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Per i lungometraggi della selezione ufficiale esistono due comitati: uno per i film stranieri, l'altro per i francesi. In realtà ognuno vede tutto o quasi, anche qualora il film fosse già stato selezionato da Frémaux senza consultarsi con i comitati (nel libro si cita l'esempio di Money Monster - L'altra faccia del denaro, che il comitato ha visto dopo che era già stato fatto l'accordo con la Sony). Il regolamento prevede disposizioni diverse per la Francia rispetto agli altri paesi: i titoli internazionali possono essere selezionati o scartati di volta in volta (il che fa sì che arrivati ad aprile circa tre quarti dei film in programma siano già confermati), mentre per le opere francesi è obbligatorio aver visto tutti i film mandati al Festival prima di decidere. Le scelte finali hanno quindi luogo il giorno prima della conferenza stampa (lasciando però alcuni buchi per eventuali ritardatari), con telefonate ed SMS nel cuore della notte per confermare o rifiutare i vari titoli (motivo per cui il film d'apertura del 2017, battente bandiera francese, non è stato annunciato in anticipo). Talvolta si può aggirare la restrizione per i film francesi: nel caso di Elle nell'edizione del 2017, è stato possibile contattare i produttori e confermarne la selezione praticamente subito, considerandolo un film proveniente dai Paesi Bassi a causa della nazionalità del regista Paul Verhoeven.

Venezia 2016: Emir Kusturica al photocall di On the Milky Road
Venezia 2016: Emir Kusturica al photocall di On the Milky Road

Come i giornalisti, anche i membri dei comitati hanno delle liste di papabili per la selezione compilate prima di vedere effettivamente i film, sulla base di date d'uscita e/o aggiornamenti sulle riprese. Per l'edizione 2016 si era parlato della possibile presenza di Silence e Snowden, e Frémaux ammette candidamente di aver inseguito entrambi i film a lungo, salvo poi dover rinunciare perché Martin Scorsese non sarebbe riuscito a finire la post-produzione in tempo per il festival e i produttori di Oliver Stone hanno preferito i festival autunnali per puntare agli Oscar. E a proposito di Scorsese, il direttore artistico del Festival afferma che, date permettendo, non gli sarebbe dispiaciuto proiettare il pilot di Vinyl. L'unico problema, in questo caso, è il consiglio d'amministrazione della kermesse, che non vuole prodotti televisivi nella selezione ufficiale (vengono però fatte occasionali eccezioni per miniserie di breve durata e lungometraggi che in America andranno in onda su HBO, e ad esempio lo scorso anno, per il settantesimo anniversario, sono stati concessi i primi due episodi della nuova stagione de I segreti di Twin Peaks). Durante il periodo di selezione Frémaux rimane in contatto con i responsabili della Semaine e della Quinzaine, dando a loro eventuali dritte su titoli scartati dal programma principale per un motivo o per l'altro (spesso, ma non sempre, il rifiuto da parte di produttori o registi di presentare il loro film fuori concorso o in Un Certain Regard). Quanto ai registi esclusi dalla selezione, a volte reagiscono in maniera iperbolica: due anni fa, dopo aver visionato e scartato un work in progress del film Sulla Via Lattea (successivamente ammesso in concorso a Venezia), Frémaux ha ricevuto il seguente messaggio da Emir Kusturica: "You are no longer my friend!".

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Regole ferree

Okja, una scena del film
Okja, una scena del film

Dal 2017 è stata ufficialmente ribadita una regola non scritta per la selezione, in seguito alla controversia legata alla presenza in concorso di Okja e The Meyerowitz Stories, due film targati Netflix e quindi destinati a non uscire in sala, neanche per un periodo limitato (dato che la legge francese impone che qualunque film uscito al cinema non possa essere messo a disposizione sulle piattaforme di streaming per un periodo di 36 mesi). Ora è pertanto tassativamente vietato ammettere nelle sezioni competitive - Concorso e Un Certain Regard - lungometraggi che non siano già stati comprati da un distributore francese o comunque disponibili per l'acquisizione durante il festival. Questo per evitare che eventuali film premiati non escano nelle sale, mentre per le altre sezioni non esiste questa imposizione (difatti tra le pellicole di mezzanotte dell'edizione 2018 c'è Fahrenheit 451, un film della HBO che anche in Francia, in teoria, andrà direttamente in TV). Netflix ha reagito a questa modifica del regolamento decidendo di non portare nessun film a Cannes, nonostante l'interesse da parte della kermesse per alcuni titoli (in particolare L'altra faccia del vento, progetto incompiuto di Orson Welles che è stato portato a termine quest'anno).

I soliti noti

Festival di Cannes 2014, Mike Leigh e Marion Bailey presentano Mr. Turner
Festival di Cannes 2014, Mike Leigh e Marion Bailey presentano Mr. Turner

Più di ogni altro festival di cinema, Cannes è noto - e spesso criticato - per la presenza più o meno fissa di certi nomi, che tornano di anno in anno: i fratelli Coen, David Cronenberg, Paolo Sorrentino, i fratelli Dardenne, Bertrand Bonello (assente nel 2016 solo perché il contenuto politico di Nocturama era troppo scomodo alla luce degli attentati terroristici a Parigi nei mesi precedenti), Naomi Kawase, Hirokazu Koreeda, Michael Haneke ed altri. Dopo quasi due decenni al timone Frémaux è ormai immune a discussioni negative in merito, ma nei primi anni c'è stato almeno un caso di film scartato proprio per evitare che si parlasse dell'ennesimo regista "abbonato" al Festival. Parliamo de Il segreto di Vera Drake, che ha fruttato a Mike Leigh il Leone d'Oro a Venezia e dato vita ad un discorso di ringraziamento molto particolare: Leigh ha infatti ringraziato Cannes per il rifiuto, presumibilmente dopo aver notato che Frémaux era presente in sala durante la cerimonia veneziana. È invece per evitare critiche di altro genere che Bertrand Tavernier, amico e collega di Frémaux all'Institut Lumière, è ormai un ex-fedele della kermesse: da quando Frémaux dirige il Festival, solo due film del regista sono stati selezionati, uno dei quali - un documentario sul cinema francese - nella sezione Cannes Classics due anni fa.

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La questione delle giurie

Una volta archiviato il capitolo film, a Frémaux spetta ancora l'onore/onere di comporre le giurie per Concorso, Un Certain Regard e Caméra d'Or (il premio assegnato alla migliore opera prima). La scelta più difficile è tendenzialmente legata alla figura del Presidente, selezionato con largo anticipo (di solito il candidato viene contattato tra dicembre e gennaio), e in quell'ambito c'è un sogno nel cassetto che il Festival ha da anni: Jean-Luc Godard, da sempre restio a tale incarico ma comunque invitato, anche lo scorso anno prima che venisse confermato George Miller. In molti casi, soprattutto per quanto riguarda i divi americani, passano anche alcuni anni prima che certe persone inseguite da Frémaux per le giurie siano disponibili durante il Festival: nel 2016 a dare forfait dopo un mese di trattative è stato Forest Whitaker, che ritroveremo presumibilmente in una delle edizioni a venire. L'altro grattacapo è legato ai giurati francesi, quasi sempre contattati dopo la conferenza stampa, una volta appurato che non hanno alcun legame professionale con i film selezionati nelle sezioni competitive. Risolto anche questo problema la squadra del Festival può finalmente recarsi in loco, in attesa che la Costa Azzurra venga invasa da glamour, gossip e controversie per dieci giorni all'insegna del cinema.

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