Recensione Ricky Bobby - la storia di un uomo che sapeva contare fino a uno (2006)

'Ricky Bobby' ha un approccio parodistico al genere delle corse d'auto e cerca di creare con scarso successo una buona amalgama tra situazioni comiche e sequenze di corsa.

Ferrell non raggiunge il traguardo

Will Ferrell torna in sala con un film costruito su di lui ed in Ricky Bobby - la storia di un uomo che sapeva contare fino a uno interpreta il protagonista Ricky Bobby, un uomo che sin dalla sua nascita, avvenuta proprio in un'auto in corsa, non ha niente altro in mente che andare veloce. Dall'infanzia all'età adulta, la corsa di Ricky lo porta a diventare un pilota dei circuiti Nascar, fino ad un incidente che rischia di interrompere la sua carriera.
Naturale il timore di Ricky di tornare a sedere dietro un volante e la crisi che dovrà superare per poter diventare di nuovo un grande campione.

Diretto da Adam McKay, che con Ferrell aveva già lavorato in Anchorman, sulla base di una sceneggiatura scritta da entrambi, Ricky Bobby ha un approccio parodistico al genere delle corse d'auto e cerca di creare una buona amalgama tra situazioni comiche e sequenze di corsa. Il risultato, purtroppo, non è quello sperato e la fusione dei due approcci finisce con danneggiare entrambi, generando un film che zoppica dal punto di vista della commedia, ma non ingrana nemmeno per quanto riguarda la sua parte d'azione: le situazioni comiche, infatti, sono a volte forzate, a volte macchittistiche ed altre volte riescono a strappare a stento un sorriso; le scene in gara, invece, nonostante alcuni momenti ben orchestrati, non hanno niente che non sia già stato visto in altri film e non riescono a coinvolgere lo spettatore, nè a creare tensione o stupore. Nè la trama si distingue per originalità e profondità, finendo, proprio per il suo intento parodistico, per essere una carrellata di luoghi comuni del genere.
Nel complesso, quindi, il film risulta un ibrido che non ha la convinzione e la decisione per cercare una propria personalità, scontentando un po' tutti.

Non brilla nemmeno il cast, alle prese con personaggi stereotipati e situazioni banali, e nessuno, da Gary Cole a John C. Reilly e Sacha Baron Cohen, riesce a dare credibilità al proprio ruolo ed ai propri dialoghi. Compreso lo stesso Ferrell, che nonostante gli sforzi, dà qui una delle sue prove meno esaltanti.

Un film che potrà senza dubbio piacere agli appassionati di Will Ferrell e della sua vena comica, ma a tutti spettatori alla ricerca di divertimento ed un pizzico di brivido dato da gare automobilistiche e velocità consigliamo di dare un'occhiata al Cars - Motori ruggenti di casa Pixar, che a RIcky Bobby fa mangiare la polvere.

Movieplayer.it

2.0/5