Come Jennifer Lawrence e Chris Pratt in Passengers: abbiamo provato la folle esperienza dell’Aero Gravity

In occasione del lancio in home video del film di Morten Tyldum, in arrivo il 19 aprile, siamo stati invitati a vivere sulla nostra pelle un simulatore di caduta libera. Vi raccontiamo come siamo sopravvissuti.

Passengers: un'immagine dei protagonisti Jennifer Lawrence e Chris Pratt
Passengers: un'immagine dei protagonisti Jennifer Lawrence e Chris Pratt

Quante volte abbiamo visto quegli sguardi sperduti attraverso quei caschi. Il sudore freddo, ben visibile nonostante quelle tute ingombranti. È successo anche agli uomini più coraggiosi e alle donne più temerarie, perché, in fondo, il coraggio non è assenza di paura, anzi. Esploratori pronti a partire, astronauti sulla rampa di lancio, persone poste davanti alla prospettiva di un lungo e lento salto nel vuoto spaziale. Però, sapete una cosa? La paura dell'ignoto è sopravvalutata. Perché anche quando sai benissimo a cosa vai incontro il timore riesce ad essere solido, penetrante e imperturbabile. Ve lo diciamo per esperienza, un'esperienza recente e di cui abbiamo ancora addosso la vertigine e l'adrenalina.

Passengers: Chris Pratt e Jennifer Lawrence insieme in un momento del film
Passengers: Chris Pratt e Jennifer Lawrence insieme in un momento del film

Un'esperienza che ci ha portato a rivivere le "passeggiate spaziali" dei due protagonisti di Passengers. Proprio come Jennifer Lawrence e Chris Pratt, siamo stati catapultati in un'avventura più grande di noi, alle prese con simulatori di caduta libera e la sensazione di lievitare nel vuoto proprio come fossimo in assenza di gravità. Tutto questo è accaduto tra le mura dell'Aero Gravity di Milano (Rho), dove Universal Pictures ha invitato un gruppo di cuori impavidi a tuffarsi nel vuoto proprio in occasione del lancio in home video dell'opera sci-fi di Morten Tyldum. Qui è dove vi raccontiamo come siamo sopravvissuti.

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Essenza di gravità

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Tutto nasce da una mail. Una mail che sbeffeggia la paura dell'ignoto e ci descrive con dovizia di particolari e freddezza scientifica l'inedita esperienza che ci apprestiamo a vivere. Senza filtri o alterazioni, il testo del messaggio recita così: "L'impianto si compone di un cilindro di cristallo alto 8 metri, di 6 turbine potentissime, un flusso d'aria fino a 370 km/h capace di vincere la forza di gravità e sostenerti in volo. All'interno della camera di volo puoi planare e volteggiare in aria a corpo libero provando sulla tua pelle le stesse sensazioni di una discesa di paracadutismo sportivo (skydiving); il tunnel verticale è il più grande al mondo ed è l'unico presente in Italia, che simuli una caduta libera da un aereo a quota 4.500 metri. Come immagini, prima del lancio è prevista una sessione con l'istruttore che illustrerà le tecniche utili per svolgere al meglio l'impresa". Davanti a queste parole abbandoniamo subito l'illusione di sentirci aitanti e sicuri come Chris Pratt. E cancelliamo subito il sogno di essere in dolce compagnia di Jennifer Lawrence. L'unico nostro partner durante questo viaggio nel cilindro magico sarà il nostro istruttore alias "unica ancora di salvezza, ti prego non abbandonarmi, sì che mi fido di te, sciocco".

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Come in Armageddon

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Armati di un coraggio invidiabile, arriviamo nella palazzina rosso fuoco dell'Aero Gravity, unico simulatore attualmente attivo in Italia. La sensazione iniziale è di un luogo asettico, ordinato, dove tutti sono sorridenti e la sicurezza regna sovrana. Però, prima di effettuare il volo, facciamo il grande errore di guardare altri prima di noi nel bel mezzo della caduta libera. E proprio quando ti guardi intorno alla ricerca di qualcosa rassicurante, l'occhio cade sulla locandina di Passengers dove capeggia la scritta "è troppo tardi per tornare indietro". Niente che una buona e profonda deglutizione non possa affrontare.

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Poi arriva il momento epico della vestizione, della mitica tuta arancione da allacciare al rallenty. Un attimo che nella mente di ogni cinefilo dai gusti raffinati rimanda immediatamente agli eroici trivellatori di Armageddon, diretti verso l'asteroide grande quanto il Texas. Da lì al tuffo nel cilindro il passo è breve. Un passo che fa tutta la differenza del mondo. Giusto il tempo di allungare il piede e si entra in uno stato di meraviglioso abbandono, di libertà e di leggerezza. La paura cede il passo alla spensieratezza e al pensiero che nello spazio nessuno può sentirti urlare. Dal divertimento.