Chiamami col tuo nome e La vita di Adele: cos’hanno in comune?

Ecco 3 punti di contatto tra Chiamami col tuo nome, di Luca Guadagnino, e La vita di Adele, diretto da Abdellatif Kechiche e vincitore della Palma d'Oro al Festival di Cannes.

Chiamami con il tuo nome: Armie Hammer e Timothee Chalamet in una scena del film
Chiamami con il tuo nome: Armie Hammer e Timothee Chalamet in una scena del film

Film di sospiri, di sguardi, di bocche, ma soprattutto film d'amore. Il primo, italiano, che porta Luca Guadagnino agli Oscar; il secondo, francese, che consacra Abdellatif Kechiche a Cannes con la Palma d'Oro. Uno tratto da un romanzo, l'altro da un fumetto. Chiamami col tuo nome e La vita di Adele sono due film che si parlano e si specchiano tra loro. Raccontano entrambi una storia d'amore che si consuma in poco tempo e che consuma gli stessi personaggi, porta noi spettatori non solo a vivere insieme ai protagonisti la loro esperienza meravigliosa, ma anche a condividerne la sofferenza. Due storie che, una con delicatezza e raffinatezza, l'altra più ancorata alla carne e alla passione, hanno almeno tre punti di contatto.

1. Di spaghetti e pesche

Chiamami Col Tuo Nome Timothee Chalamet
Timothée Chalamet in Chiamami col tuo nome: la scena della pesca

Amare qualcuno vuol dire in qualche modo cibarsene. Mettere in bocca, attraverso il gusto, le emozioni che la sua presenza infonde. Lo stesso modo di mangiare diventa specchio della personalità del personaggio, il modo in cui si relazione alla persona di cui è innamorata e il modo in cui si consuma la stessa storia d'amore. Chiamami col tuo nome è un film delicato e rarefatto, dove la furia emotiva rimane perlopiù interiore e dove la passione viene lasciata agli angoli dello schermo cinematografico. La tensione sessuale che cresce giorno dopo giorno tra Elio e Oliver viene soddisfatta in una notte d'amore, ma Luca Guadagnino (al contrario di quanto voleva lo sceneggiatore James Ivory) ha preferito non mostrarla. Così come l'amore lungo un'estate è focoso ma allo stesso tempo dolce, così Elio si ciba dei frutti come le pesche, colti spesso dai rami degli alberi. Un frutto che nasce e viene raccolto, come l'amore imprevedibile e imprevisto che nasce tra Elio e Oliver che si consuma velocemente, come il tempo necessario a mangiare un frutto.

La vie d'Adele: Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos in una scena del film
La vie d'Adele: Léa Seydoux e Adèle Exarchopoulos in una scena del film

Lontana dalla delicatezza e con una voglia vorace di mangiare, Adele è, invece, una persona che ama la cucina e vuole alzarsi da tavola sazia. A un semplice caffè preferisce un kebab, non un frutto delicato ma una spaghettata da mangiare sporcandosi il mento e le labbra di sugo: La vita di Adele è la vita che va assaporata e gustata, così come l'amore passionale e viscerale per Emma. Lo si vede anche nel modo in cui l'amore viene consumato. A differenza del film di Guadagnino, Kechiche decide di non lasciare nulla all'immaginazione: i baci sono pieni di passione, il sesso è da consumare in maniera verace come il piatto di spaghetti, la saliva come il sugo che bagna le labbra. Non a caso le tre scene di sesso del film sono momenti in cui la relazione raggiunge un traguardo, sempre più brevi, sempre più spente, come la fiamma della passione: più è alta e più consuma.

Chiamami col tuo nome: il mistero dell'amore e la scoperta del desiderio

2. Colorami col tuo nome

La vita di Adele: Léa Seydoux in una solare immagine del film con Adèle Exarchopoulos
La vita di Adele: Léa Seydoux in una solare immagine del film con Adèle Exarchopoulos

Blu è il colore più caldo è il titolo del fumetto da cui è liberamente ispirato il film di Kechiche. Nel film il colore blu è essenziale nel rapporto tra Adele ed Emma. Blu è il colore dei capelli della ragazza che attira l'attenzione improvvisa, quasi per caso, di Adele, mentre attraversa la strada. Blu è il colore delle luci del gay bar in cui Adele si rifugia dopo la brevissima relazione con il suo compagno di scuola e conosce davvero Emma. Blu sono le lenzuola del suo letto, regno delle sue fantasie e dei suoi sogni erotici. Il blu, nel film di Kechiche, è sia il colore dell'amore (Capitolo 1) che quello della tristezza (Capitolo 2). Gli stessi capelli di Emma, così diversi e capaci di spiccare rispetto alle altre persone, con il trascorrere del tempo, mentre la storia d'amore appassisce, perderanno il loro colore, fino a tornare ad essere del loro colore naturale. L'ultimo blu del film, invece, è quello del vestito di Adele alla mostra. Nella scena finale, quel blu è un modo per ricordare, a malincuore e senza successo, di quella storia finita e mai del tutto dimenticata. Diventa arte, con quel blu del dipinto, immutabile, segno pittorico che non potrà mai essere modificato.

Chiamami Col Tuo Nome
Chiamami col tuo nome: una scena del film

Più subdolo e misterioso come la crescente passione di Elio è l'uso del colore in Chiamami col tuo nome. Come la storia d'amore, legata all'innamoramento e all'atmosfera estiva, fatta di suoni, di acqua e di ozio, il colore nel film non è solo essenziale per esplicitare il clima caldo e accogliente di Crema, ma serve a manifestare le emozioni e le sensazioni interiori dei personaggi. Ecco che i costumi da bagno di Elio, spesso senza maglietta, corrispondono a un tentativo fin troppo intellettuale di farsi notare. Ogni colore corrisponde a un suo stato d'animo, ogni indumento che indossa è un modo per comunicare con Oliver: la rabbia, la tristezza, la follia, il bisogno di attenzioni, la voglia di nascondersi. Non è un caso che, in quell'ultima inquadratura, ambientata in pieno inverno, Elio lasci liberare le sue emozioni di fronte alla fonte di calore: un fuoco che consuma i ceppi di legno e che ricorda il calore afoso dell'estate trascorsa.

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3. L'amore non è classe (sociale)

La vita di Adele: Adèle Exarchopoulos in una scena con Aurélien Recoing e Catherine Salée
La vita di Adele: Adèle Exarchopoulos in una scena con Aurélien Recoing e Catherine Salée

Due film che raccontano due storie d'amore omosessuali riuscendo anche a mostrare la diversa sensibilità delle famiglie dei protagonisti. La vita di Adele ci dona un ritratto molto più tetro e legato alla classe sociale di appartenenza. La famiglia di Adele, da classe operaia, viene messa in scena come una famiglia di bigotti conservatori e capace di intraprendere discorsi che non vanno oltre la realtà delle cose. Adele non ha nemmeno il coraggio di confessare che Emma non è solo un'amica, ma la persona a cui è legata sentimentalmente. Ha paura delle reazioni dei genitori e questo sentimento repressivo le causa una certa dose di solitudine come potremo vedere nella seconda metà del film. La famiglia di Emma, invece, più intellettuale e appartenente a un ceto alto, capisce e accoglie Adele con naturalezza e normalità, come dovrebbe essere. Sembra quasi che Kechiche abbia voluto affrontare anche un discorso politico e sociale, ritraendo le famiglie più comuni dalla mentalità chiusa.

Chiamami col tuo nome: Michael Stuhlbarg in una scena del film
Chiamami col tuo nome: Michael Stuhlbarg in una scena del film

Essenziale è per Elio, l'appartenenza a una famiglia agiata composta da professori e intellettuali. La conoscenza e la cultura sono ancora una volta fondamentali per poter evitare il giudizio di una storia d'amore omosessuale. Sono genitori comprensivi, che non si meravigliano dei gusti sessuali del figlio e che anzi, in un commovente discorso finale del padre, dimostrano come sia l'amore stesso il sentimento di cui non bisogna privarsi. Guadagnino non mostra l'altra faccia della medaglia come Kechiche, lasciando da parte i giudizi e le malelingue che di sicuro non mancherebbero in un paese italiano, ma preferisce concentrarsi su quel sentimento che in entrambi i film è messo in scena con un'onestà che raramente si trova nell'arte cinematografica. E forse, anche lo spettatore, entrando così a fondo nella vita dei protagonisti, compatendoli ed empatizzando con i loro sentimenti si ritroverà, al di là della sua classe sociale, a vivere un amore insieme a loro. D'altronde è solo assoluta normalità.