Recensione Patto con il demonio (2006)

Malone avrebbe potuto premere ancora di più il pedale del terrore e dello splatter, mostrato assai poco, ma quasi sempre suggerito, non senza un certo gusto per le belle immagini, la pellicola mantiene alto il livello della suspence fino alla fine e qualche sobbalzo dalla sedia ce lo fa fare

Attenti al biondino

Tara è un'adolescente solitaria con una madre che si disinteressa completamente della sua vita e dei compagni di classe che la emarginano e si prendono gioco di lei. Un giorno, mentre torna a casa da scuola in bicicletta, viene investita da un furgone. Quando si sveglia si ritrova in quella che dapprima pare essere una stanza d'ospedale, ma che si rivela in realtà una villa isolata accanto a un lago. I due proprietari della villa spingono Tara nello scantinato, là dove la ragazza scoprirà di non essere sola.

William Malone, con due sole pellicole all'attivo (Il mistero della casa sulla collina e Paura.com), non può essere considerato un vero e proprio "master" dell'horror, nonostante ciò confeziona un episodio gradevole, divertente e spaventoso quanto basta. La trama, piuttosto classica e lineare, contiene gli elementi tipici di una fiaba nera: la casa sperduta nel bosco che rivela gli orrori celati al suo interno, la fanciulla in pericolo, i due carcerieri privi di scrupoli, il patto con il demonio e la presenza di un principe azzurro (un po' atipico a dirla proprio tutta).

Tratto da una sceneggiatura originale di Matt Greenberg (Halloween 20 anni dopo), Fair Haired Child non è immune da difetti: in primis la narrazione si svolge su due differenti piani temporali e il presente viene intervallato da flashback estetizzanti dove il passaggio dal colore a un elegantissimo bianco e nero e l'immagine lievemente rallentata, come in un sogno, spezzano il ritmo serrato da horror anni '80 (alla Nightmare per intenderci) impresso al resto della pellicola. Questi squarci lirici rappresentano un eccesso di spiegazione, come se il regista si fosse preoccupato di evitare che allo spettatore venissero a mancare tutti i passaggi logici per comprendere appieno la situazione. Discutibile anche la recitazione grottesca e manierata dei due musicisti/carnefici: il pianista Anton, debole, insicuro e succube della moglie, e la violoncellista Judith (Lory Petty, l'attrice più nota del cast), un mix tra la strega di Biancaneve e la protagonista di Mammina Cara.

La forza dell'episodio risiede, piuttosto, nella parte ambientata nello scantinato, nel rapporto che si sviluppa tra i due ragazzi, prigionieri dello stesso incubo, e nella recitazione della giovane attrice che interpreta Tara. Qui si concentrano le più interessanti trovate registiche, qui si sviluppa la vera essenza horror della pellicola, e anche se Malone avrebbe potuto premere ancora di più il pedale del terrore e dello splatter, mostrato assai poco, ma quasi sempre suggerito, non senza un certo gusto per le belle immagini, la pellicola mantiene alto il livello della suspence fino alla fine e qualche sobbalzo dalla sedia ce lo fa fare.

Movieplayer.it

3.0/5