American Horror Story: Roanoke, un finale satirico per una stagione florida

Con Chapter 10 si conclude la sesta stagione della creatura antologica ideata da Ryan Murphy e Brad Falchuk. Un capitolo capace risollevare le sorti di una produzione che sembrava ormai sempre più indirizzarsi verso un viale del tramonto fatto di ripetizioni e poche intuizioni. Ma la Lost Colony di Roanoke apre ad un nuovo, interessante paragrafo per la serie pop-horror di Fx.

American Horror Story: Sarah Paulson, André Holland e Cuba Gooding Jr. in Chapter 10
American Horror Story: Sarah Paulson, André Holland e Cuba Gooding Jr. in Chapter 10

Attenzione, l'articolo contiene spoiler sull'ultima puntata della sesta stagione di American Horror Story! L'attesa, i "depistaggi", le indiscrezioni e i fittizi teaser trailer rilasciati nei mesi precedenti la messa in onda del primo episodio del sesto capitolo di American Horror Story, del quale non si è conosciuto il tradizionale sottotitolo fino alla visione di Chapter 1, non sono stati vani per gli spettatori della serie Fx.

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Ryan Murphy e Brad Falchuk hanno, infatti, messo da parte l'opulenza grottesca di Hotel per realizzare una sceneggiatura (auto)ironica, citazionista, linearmente intricata e dove la coralità del cast è stata sfruttata a proprio favore. Chapter 10, diretto da Bradley Buecker che torna dietro la macchina da presa dopo la regia del primo episodio, ha messo il punto ad una stagione ricchissima le cui fila sono state orchestrate con attenzione, facendo dimenticare la conclusione deludente del precedente capitolo. Lo ha fatto in meno di un'ora, suddividendo la narrazione in tre grandi blocchi, temporalmente sfasati, ma legati a doppio nodo tra di loro.

Due "final girl" a confronto

American Horror Story: l'attrice Sarah Paulson nel finale di stagione
American Horror Story: l'attrice Sarah Paulson nel finale di stagione

Sin dalle primissime sequenze di American Horror Story: Roanoke era evidente lo stravolgimento narrativo e stilistico messo in atto, ma gli autori non si sono fermati qui. Hanno preso un'idea, quella dello show nello show rappresentato dal reality My Roanoke Nightmare, a sua volta ispirato alla Lost Colony (tra le più celebri leggende del folclore americano), e l'hanno sviluppata su più livelli, sottotrame, critiche, suggestioni e (auto)riferimenti. Come se non bastasse, a metà stagione, hanno sostituito il mockumentary che ricostruiva l'orrorifica esperienza vissuta dai coniugi Matt (Andre Holland) e Shelby Miller (Lily Rabe) e Lee Harris (Adina Porter) nella vecchia villa fatta costruire in North Carolina nel 1792 da Edward Philippe Motte (Evan Peters) sul terreno nel quale sorgeva la colonia perduta, con la "realtà" rappresenta dal sequel dello show, Return to Roanoke: 3 days in Hell. Un programma nel quale i veri protagonisti della storia dovevano trascorrere le tre notti della Blood Moon nella villa infestata insieme agli attori che li avevano rappresentati, rispettivamente Dominic Banks (Cuba Gooding Jr.), Audrey Tindall (Sarah Paulson) e Monet Tumusiime (Angela Bassett), ripresi 24 ore su 24 per catturare possibili (e auspicati) screzi, confessionali e debolezze. Un twist narrativo che ha portato ad un'escalation horror/splatter, stupendo ancora una volta il pubblico e traghettando la stagione verso la sua sanguinosa conclusione.

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American Horror Story: una drammatica immagine di Chapter 10
American Horror Story: una drammatica immagine di Chapter 10
American Horror Story: un'immagine di Adina Porter nel finale della decima stagione
American Horror Story: un'immagine di Adina Porter nel finale della decima stagione

Un finale nel finale questo decimo episodio che, ancora un volta, ha riscritto una pagina in più rispetto a quello che ci aspettavamo, costruendo, inoltre, un importante legame all'interno alla serie stessa. Lee, apparente unica sopravvissuta del sequel, dopo essere riuscita a "dribblare" ben due incriminazioni per omicidio (quella del marito e di buona parte delle vittime di Return to Roanoke), ricordando l'iter di American Crime Story, è protagonista di una puntata del Lana Winters Special, il programma televisivo diretto da Lana 'Banana' Winter (Sarah Paulson), la giornalista che nel 1964 finì suo malgrado tra le mura del Briarcliff Mental Institution di American Horror Story: Asylum. Un incontro tra final girl che segna un significativo crossover tra la seconda e la sesta stagione, insieme a quelli meno sottolineati ma altrettanto rilevanti con Coven, grazie alla prima Suprema Scathach (Lady Gaga), Murder House, attraverso il serial killer Piggy Man e Freak Show, rappresentato dal legame di sangue tra Edward Philippe Mott e Dandy Mott (Finn Wittrock).

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"It's always been about Flora"

American Horror Story: un'immagine del season finale
American Horror Story: un'immagine del season finale

In virtù della sua natura mutevole, anche il finale di Roanoke si tramuta nel suo divenire. E lo fa attraverso l'amore materno di Lee, mossa in ogni sua azione, anche la più dolorosa e violenta, dal pensiero della figlia Flora (Saniyya Sidney). Un'amore che la riporta, ancora una volta, tra le stanze di quella villa maledetta, questa volta per rimanerci, espiando le colpe nei suoi confronti, permettendo alla ragazzina, vera sopravvissuta di Return to Roanoke: 3 days in Hell, di vivere il suo futuro. Ma Chapter 10 è anche la summa di tutti i temi toccati nel corso della stagione da Ryan Murphy e Brad Falchuk. Se il sesto capitolo è stato suddiviso tra il mockumetary e il suo sequel, qui lo spettatore si ritrova, nel corso si un solo episodio, rimbalzato da un reality all'altro. Dopo il Paleyfest panel con tutto il cast di Return to Roanoke, tra gadget di Piggy Man e La Macellaia, perfetta ed ironica (auto)critica al mondo della televisione di stampo hollywoodiano e del suo fanatico pubblico, gli autori, oltre al programma della Winter, hanno inserito altri due show. Si tratta di Crack'd, basato sulla travagliata vicenda umana di Lee, e Spirit Chaser, ennesima variazione sul tema legata agli eventi sinistri di My Roanoke Nightmare. La spettacolarizzazione del dolore e della cronaca nera sono, infatti, due dei temi che fanno da sfondo alla storia messa in scena partendo da una leggenda dai contorni nebulosi. Una critica che passa anche attraverso la svolta "virale" della nostra società rappresenta dai continui riferimenti ad account social, videocamere, selfie stick impugnati come naturali estensioni corporee, sguardi dritti in camera, visualizzazioni, indici di ascolto e follower.

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American Horror Story: un'immagine del season finale
American Horror Story: un'immagine del season finale

Così American Horror Story, grazie ad una sceneggiatura vertiginosa ma a fuoco e alla bravura dei suoi numerosi interpreti, da una "trina" Sarah Paulson a una straordinaria Kathy Bates, ha dato vita ad una stagione coinvolgente ed imprevedibile che ci auguriamo diventi punto di riferimento per i capitoli a venire.

Movieplayer.it

4.0/5