Superato il giro di boa, il Festival di Locarno prosegue la sua marcia trionfale calando, uno dopo l'altro i suoi assi nella manica. E l'Italia, nel bene e nel male, la sta facendo da protagonista. Ieri è stata la giornata trionfale di Alessandro Baricco, accolto dalla Piazza Grande con una lunga ovazione dopo che anche il tempo gli era stato amico interrompendo la pioggia in tempo per la proiezione serale del suo Lezione 21. La fiaba intellettuale e lievemente kitsch dedicata a Beethoven ha ottenuto un'ottima accoglienza, strappando risate e commozione nel pubblico che gremiva la piazza. A scatenare aspre polemiche, a dir la verità più in Italia che a Locarno, ci aveva pensato nei giorni precedenti Gianfranco Pannone con il suo documentario sulla genesi delle Brigate Rosse Il sol dell'avvenire che, nonostante la buona accoglienza al festival, potrebbe non trovare una distribuzione a causa delle dichiarazioni del ministro della cultura Sandro Bondi che ha accusato Pannone di aver disonorato la memoria delle vittime del terrorismo.
Ancora Italia protagonista con un altro documentario presentato in anteprima nella sezione Ici et Ailleurs che è stato ampiamente apprezzato, risvegliando momentaneamente lo spirito del tifoso di calcio che è in tutti noi. Ad accompagnare Petites historias das crianças, oltre ai registi Gabriele Salvatores, Guido Lazzarini e Fabio Scamoni, è sbarcato a Locarno il presidente dell'Inter Massimo Moratti, dimostrando col progetto Inter Campus come il calcio possa e debba non essere solo portatore di violenza e corruzione. Ieri sera è stata la volta dei Marlene Kuntz. La band di Cuneo ha presentato al festival il suo progetto sperimentale di sonorizzazione live di film muti. Con Marlene Kuntz vs La Signorina Else è toccato stavolta alla pellicola tedesca Fräulein Else diretta da Paul Czinner nel 1928. Il pubblico presente in sala, nonostante l'ora tarda, è stato avvinto dalle sonorità ruvide e ipnotiche tipiche della band, dagli interventi vocali di Cristiano Godano e della bravissima Ivana Gatti e dal supporto alle percussioni di Gianni Maroccolo, ospite della band per l'evento speciale.
E siccome un festival internazione come quello di Locarno non si può far mancare niente, a creare un piccolo giallo ci ha pensato Michel Houellebecq che ha prudentemente evitato di presentarsi alla conferenza stampa, scomparendo nel nulla dopo la reazione negativa dei critici suscitata dalla visione del suo La possibilité d'une île. Lo scrittore si è presentato solo alla proiezione ufficiale per il pubblico accompagnato dal cane, forse sperando nella clemenza dei non addetti ai lavori. Chi non si è risparmiato è stato, invece, Chuck Palahniuk che, negli incontri con il pubblico locarnese, ha condiviso la propria esperienza di scrittore narrando aneddoti legati alla sua famiglia e al suo lavoro, senza sottrarsi al tradizionale rito delle dediche e delle foto in posa con i lettori.
Nel frattempo, mentre proseguono le proiezioni delle pellicole del Concorso Internazionale, cominciano a circolare i primi pronostici sui possibili vincitori del Pardo d'Oro. Accanto al messicano Parque via e al turco Autumn, la pellicola più bella tra quelle viste fin'ora a giudizio di chi scrive, si vocifera che potrebbero ambire alla vittoria anche la tenera fiaba irlandese Kisses e il feroce Dioses. Kisses, diretto dal regista di The Halo Effect Lance Daly e vincitore dell'ultimo Galway Film Flead, è ambientato nella notte della vigilia di Natale e narra le peripezie di Dylan e Kylie, undicenni dublinesi in fuga dal padre ubriaco di Dylan che trascorrono un'intera notte per la strada sfuggendo a un tentato rapimento e incontrando il sosia di Bob Dylan (interpretato, in un divertente cameo, da Stephen Rea). Dioses è, invece, un impietoso ritratto dell'upper class peruviana che vive in un universo ovattato che ha tagliato le radici con il proprio passato e con i ceti umili, autodistruggendosi nella propria accidia. Una piacevole sorpresa proviene anche dal coreano Daytime drinking, road movie diretto dall'esordiente Noh Young-seok che illustra simpaticamente i rischi che si corrono a esagerare con l'alcool.
Diverte, ma con moderazione, lo svizzero Un autre homme, curiosa parabola lavorativa di un nullafacente aspirante critico cinematografico che si intrufola nelle proiezioni stampa di Losanna seducendo una giornalista per poi farsi assumere dal padre di lei. Lutti, malattie e drammi familiari popolano sia il polacco 33 scenes from life, in cui la vita della protagonista viene turbata dalla malattia della madre che dà il via a una serie interminabile di tragedie, sia il canadese Elle veut le chaos, gelido dramma girato in Quebec in cui, all'immagine estetizzante fotografata da un elegantissimo bianco e nero, non corrisponde una sceneggiatura altrettanto capace di coinvolgere emotivamente lo spettatore. Tensione estetica e introspezione psicologica vanno di pari passo nel dramma russo Yuri's Day in cui il figlio di una cantante d'opera in visita nella città natale in Russia scompare nel nulla. Infine colori caldi e suoni etnici tornano a farla da padrone nel turco The Market - A tale of trade, diretto da Ben Hopkins, che segue le vicende di uno sfortunato business man che tenta inutilmente di migliorare la propria condizione economica riuscendo solo a cacciarsi in guai sempre più grossi. Si attende ora la proiezione dell'unico film italiano in concorso, Mar Nero di Federico Bondi, anche se nei prossimi giorni a catalizzare l'attenzione sarà la star Nanni Moretti che pare sia intenzionato a "interrogare" il suo pubblico attraverso un difficilissimo film quiz. Forse è il caso di mettersi a ripassare.