Chi scrive non ha mai amato particolarmente (eufemismo) il cinema di Michael Moore. Sicuramente sfrontato e coraggioso, ma anche troppo spesso semplicistico e poco dialettico nella maniera in cui presenta le sue tesi. Capitalism: A Love Story non modifica di certo l'usuale approccio del documentarista più popolare al mondo, ma di certo ha il coraggio di scontrarsi con lo spinoso tema del nostro sistema economico, attraverso una serie di casi che raccontano le atrocità indomabili del capitalismo americano, capace di calpestare i diritti più sacrosanti, solo per autoalimentarsi. Un sistema che Moore arriva a bocciare senza mezze misure, più in nome di Gesù che di Marx, ma soprattutto giungendo a conclusioni di cui sorprende ancora una volta l'ingenuità, come quando auspica il superamento del capitalismo a favore della democrazia. Ma da Moore nessuno si attende un'analisi profonda (non si sa mai il motivo, ma è così) eppure il film è indubbiamente anche una miniera di fatti che mettono in mostra l'aspetto più inumano, anarchico e devastante del sistema americano; fatti che poi vengono approfonditi nel ricchissimo comparto extra del DVD.
Si parte con uno dei contributi più stimolanti. Chris Hedges, Premio Pulizer, in La macchina da guerra chiamata capitalismo, analizza le derive distruttive del sistema e le ramificazioni del crollo economico nel tessuto sociale e nella politica interna. Seguendo Marx, Hedges crede che il sistema economico americano finirà per autodistruggersi e che la mercificazione ha reso l'America non più il paese dei grandi sogni ma delle grandi illusioni, in modo da nascondere la realtà. Più retorici i due contributi successivi. Nel primo Padre Dick Preston allarga la tesi di Moore che postula la distanza del capitalismo da Gesù e auspica una ripresa incondizionata del modello religioso cristiano-sociale per sanare le barbarie del sistema economico. Anche Cummings, membro del Congresso, osa dire l'indicibile, denuncia l'assurdità del modello attuale, auspicando con Obama un nuovo modello economico, piuttosto che la regolamentazione di uno barbaro, come il capitalismo.

La seconda parte degli extra è dedicata all'approfondimento di quelle forme di resistenza e antagonismo al sistema, accennate nel film. Si parte con la cooperativa dei pescatori canadesi di Terranova che si sono organizzati per la vendita diretta del loro prodotto pescato e per la ridistribuzione interna dei guadagni. L'esempio assoluto è quello basco di Mondragon, dove già dal 1956 i lavoratori fondarono una rete di cooperazioni ormai talmente estesa da comprendere un'università e un avanzato sistema di previdenza sociale. Grande spazio anche al caso di Flint, città fantasma dal crollo della General Motors. Per difendere la proprietà e il valore degli immobili dalla speculazione edilizia, Dan Kildee, direttore della banca dell'agricoltura, ha messo in mano un sistema di valorizzazione degli immobili, fatto di demolizione di casa disabitate, costruzioni e incremento del verde, con risultati sorprendenti.Come Max Rameau, fondatore, con la moglie (avvocato) del Take Back the Land a Miami, per il diritto alla casa.
