Anche se potrebbe risultare ovvio, prima di addentrarci nell'analisi di The Last of Us parte II è meglio avvertire che questa nostra spiegazione del finale del capolavoro videoludico targato Naughty Dog contiene grossi spoiler. Mai come in questo caso, l'impianto narrativo (che è l'aspetto che andremo a sviscerare mettendo da parte le analisi puramente tecniche del videogioco) si sposa con l'esperienza del giocatore che sarà costretto a un vero e proprio tour de force emotivo mentre si avvicina man mano alla conclusione della vicenda. Vicenda, quella che Neil Druckmann e Halley Gross hanno scritto per noi, sconvolgente e complessa, estremamente violenta ma anche piena di momenti di assoluta dolcezza (e se volete saperne di più vi rimandiamo alla nostra recensione spoiler free). Riuscendo nel miracolo di scrivere un sequel superando le più rosee aspettative, questa vera e propria "parte seconda" migliora il primo capitolo, ne completa le tematiche e conclude i percorsi relativi ai protagonisti. Introducendo nuovi personaggi, The Last of Us parte II moltiplica anche i punti di vista assottigliando la separazione tra bene e male, tra buoni e cattivi, rendendoci partecipi e complici anche di dubbie decisioni morali, caricandoci di un peso sempre maggiore che, come la protagonista, fatichiamo a reggere.
L'odio è più forte dell'amore
Il primo The Last of Us si concludeva con un atto d'amore seppure egoista: Joel, impossibilitato a sopportare la perdita di una "seconda figlia", salvava Ellie da morte certa uccidendo il chirurgo che, estrapolandole il fungo dal cervello, avrebbe trovato un vaccino. Joel salva Ellie, ma condanna l'umanità: una decisione che lui stesso non rinnega e che sarebbe disposto a rivivere anche se, nei quattro anni che dividono il sequel dall'originale, ciò ha portato a un difficile rapporto con Ellie. La ragazza, che soffre ancora per la morte della sua migliore amica (questa storia viene raccontata nell'espansione Left Behind), vede il suo senso di colpa di sopravvissuta accentuato una volta scoperta la verità. Forse Joel doveva lasciarla morire sotto i ferri, forse lo scopo della sua vita era proprio sacrificarsi per il bene dell'umanità. Ellie è una ragazza cresciuta, imperfetta, desiderosa di amare ed essere amata, ma allo stesso tempo che fatica a trovare una dimensione di vita perfettamente felice. I traumi del suo passato non sono ancora risolti. E sarà proprio il passato a tornare (d'altronde, come diceva Joel: "Dal passato non si sfugge") sotto forma di Abby, la figlia del chirurgo in cerca di vendetta. Proprio a inizio gioco, il primo momento shockante: Joel verrà brutalmente ucciso da Abby sotto lo sguardo impotente e disperato di Ellie. La nostra protagonista, perdendo la figura paterna, intraprenderà insieme all'amata Dina un viaggio alla ricerca di Abby. Un solo impulso: il desiderio di ucciderla per vendicare Joel (che come un pensiero fisso tormenta Ellie lungo tutto il viaggio) diventa la sua unica e sola ragione di vita.
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Due parti, un legame
Un prologo, due parti e una lunga coda: è questa la struttura della storia nella quale saremo costretti a impersonare non solo Ellie, ma anche Abby, venendo a conoscenza della sua storia e legandoci oltremodo a questa ragazza che, a dispetto di quanto sembrava dal prologo, non è né cattiva né un'assassina senza cuore. Tre giorni a Seattle con Ellie che si fa strada in maniera violenta tra infetti e persone appartenenti al Washington Liberation Front (WLF, chiamati anche Lupi) e gli stessi tre giorni dall'altro punto di vista, quello di Abby che sta tra le fila dei Lupi. Se nella prima parte di gioco, la rabbia di Ellie sembra giustificare le centinaia di uccisioni (tutte violentissime tra gole tagliate o teste spappolate), quando, impersonando Abby, troviamo stanze piene di sacchi neri contenenti i cadaveri che Ellie si è lasciata alle spalle, capiamo che i cani che ci davano la caccia sono in realtà amorevoli animali con cui possiamo giocare a palla, vediamo morire all'improvviso amici a cui ci eravamo legati, ci rendiamo conto di quanto l'odio stia provocando sofferenza e morte. E quanto, a sua volta, generi un nuovo legame di odio: Abby vede morire il ragazzo di cui è innamorata, l'amica incinta, il suo cane da compagnia, e decide di vendicarli. Accogliendo entrambi i punti di vista, da giocatori siamo messi in una condizione di incertezza e paura (chi sopravvivrà tra le due? Chi è il buono e chi il cattivo?), ma anche consci che la catena di odio e vendetta, di morte e violenza, non avrà mai fine. Ellie e Abby (nomi molto simili) condividono più di quanto possa sembrare a prima vista: un lutto le ha segnate, la perdita della figura paterna le ha accecate, entrambe sono convinte di aver agito correttamente e si prendono cura di un'amica incinta. E, attraverso vari flashback, le similitudini aumentano: Ellie è affascinata dallo spazio e ha passato con Joel una giornata in un museo di storia naturale; Abby è affascinata dall'oceano e un suo ricordo positivo è legato a un giorno passato nell'acquario di Seattle con Owen, il ragazzo di cui è innamorata. Nel primo episodio Ellie accarezzava una giraffa mentre Abby aiuta una zebra a liberarsi da una trappola. Entrambe continuano a sognare e a ricordare il trauma della morte del padre.
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Non è ancora finita
Lo scontro tra le due ragazze, nella notte del terzo giorno, è uno scontro violento dove Abby sembra avere la meglio (e quanto è difficile continuare a premere i tasti che siamo obbligati a premere per colpire con forza Ellie arrivando quasi a ucciderla con le nostre stesse mani). Si fermerà in tempo grazie all'invito di Lev, un ragazzino con un passato altrettanto sofferente di cui si è fatta carico, risparmiando la vita sia a Ellie che a Dina e allontanandosi da loro. Tempo dopo troviamo Ellie e Dina in una cascina: Dina ha partorito e la loro sembra una bucolica vita felice lontano da Jackson e dagli altri legami. Ellie, però, non riesce ancora a superare il trauma della morte di Joel e spesso, come una veterana sopravvissuta alla guerra affetta da stress post-traumatico, ha degli attacchi di panico. Quando riceve la notizia del luogo dove si trova Abby, Ellie sente il bisogno di prendere lo zaino e ripartire, mossa ancora da quel cieco desiderio di vendetta e di odio. È in questo momento che quella che sembrava una storia conclusa si trascina ancora una volta e, malvolentieri, siamo costretti a lasciare la pacifica vita contadina e la famiglia per tornare in un mondo violento, per proseguire la catena d'odio che sembrava spezzata. Arriverà fino in California, a Santa Barbara. Non senza difficoltà e dopo essere stata ferita gravemente troverà Abby e Lev, nel mentre catturati da un gruppo di miliziani, e li libererà. Due barche separate sono pronte a salpare, ma Ellie ricorda il volto tumefatto di Joel e costringe Abby a un ultimo combattimento nel quale sembra avere la meglio. E sarà proprio con un rapido ricordo di un Joel sorridente mentre suona la chitarra che causerà un'epifania su Ellie. Improvvisamente, la disperazione e il lutto hanno la meglio sull'odio cieco e, così come Abby la lasciò in vita a Seattle, Ellie risparmierà la vita ai due. La catena d'odio è spezzata ed entrambe possono cercare di ricominciare una nuova vita.
Un finale commovente sulla perdita e il perdono
Ellie ha concluso il suo viaggio. Un viaggio formato da sofferenza e rabbia nel quale a poco a poco ha lasciato per strada alcuni pezzi di sé: ha perso il padre putativo, alcuni rapporti personali, amicizie, comunità, ma ha anche perso pezzi del suo corpo (le due dita della mano) e molto sangue, sino a perdere completamente la famiglia. Al suo ritorno a casa, Ellie non trova la sua amata Dina, né JJ (il nome del figlio di Dina deriva dalle iniziali di Jesse, il padre del bimbo rimasto ucciso a Seattle, e di Joel). A dire il vero, non trova più nulla. La casa è svuotata così come è svuotata Ellie. La vendetta che fungeva da carburante si è esaurita e le sue decisioni, come quella di Joel alla fine del primo capitolo, hanno portato a delle conseguenze. Se è vero che dal passato non si scappa, in questo caso è il passato che è scappato da Ellie, lasciandola senza più un legame della sua vita. Vagando per la casa vuota, oltre che i dischi, sul pavimento della stanza Ellie trova la chitarra di Joel e, per un'ultima volta, decide di suonarla. La sua memoria rivive la sera precedente al giorno della morte di Joel. Il loro rapporto si era complicato quando Ellie aveva scoperto la verità sulla decisione di Joel di salvarla dalle Luci ed era diventato una figura genitoriale troppo ingombrante, che tendeva a soffocarla e a non accettare la sua crescita, ma aveva deciso di provare a perdonarlo. Ecco spiegata la rabbia che ha mosso Ellie tutto questo tempo: era verso sé stessa per non essere riuscita a ristabilire in tempo un rapporto migliore con Joel.
Barche alla deriva e barche ormeggiate
Quando, per la prima volta, ci troviamo di fronte alla schermata iniziale possiamo notare l'immagine di una barca in balia delle onde di un mare notturno, il cielo che sembra presagire l'arrivo di una tempesta. In quest'immagine iniziale che siamo costretti a rivedere ogni qualvolta decidiamo di continuare la nostra avventura si nasconde la chiave della storia. Ellie (e, di conseguenza Abby) è una barca alla deriva, incapace di trovare un senso alla sua vita sofferente, in balia degli eventi e del passato senza che uno spiraglio di luce possa in qualche modo mostrarle una rotta da seguire. La negatività si ripercuote anche nei suoi tentativi (falliti) di ricominciare una vita con Dina e JJ: è una felicità fragile, quasi sognante, troppo debole per affrontare le avversità della vita e del passato. Non è un caso che la decisione di Dina di abbandonare Ellie sia dettata dalla volontà di superare la tragedia trascorsa e ricominciare a vivere senza che sentimenti negativi repressi possano contagiare suo figlio (totalmente innocente e, infatti, accarezza un agnellino). Solo alla fine del gioco, dopo i titoli di coda, la schermata del menù cambierà trasformandosi in un'immagine più solare e speranzosa: una barca ormeggiata sulla spiaggia dell'isola di Catilina in California, meta di Abby e Lev (e ciò presuppone che anche la seconda protagonista della storia sia riuscita a raggiungere la sua destinazione), calma e ormai senza pericolo mentre le luci dell'alba presagiscono un nuovo inizio, una nuova vita.
Morire da infetti, rinascere umani
Un ciclo di vita, morte e rinascita è quello che affrontiamo con Ellie che si completa nell'ultima (pazzesca) inquadratura. Trovando la chitarra Ellie prova a suonare, ma fatica senza due dita alla mano sinistra. L'ultimo lascito tangibile di Joel (fu lui che le insegnò a suonare la chitarra) e un pezzo materiale del suo amore per Dina (lungo il corso dell'avventura Ellie suonerà e canterà per Dina Take on me degli A-Ha) ormai è, per lei, inagibile. Anche la chitarra, portatrice di memorie del passato, va abbandonata. Una scelta che corrisponde a una definitiva morte della "vecchia Ellie". Non a caso appoggerà la chitarra di fronte alla finestra richiamando la schermata del menù iniziale del primo capitolo, e chiudendo di conseguenza il ciclo narrativo (ci sarà mai una parte III? Mai dire mai, ma per il momento arriviamo a credere che la storia abbia raggiunto la sua naturale conclusione). Il manico della chitarra appoggiato alla cornice di legno della finestra va a formare una croce simboleggiando, quindi, una tomba per la stessa Ellie. La ragazza, quindi, diventa immune anche al fungo velenoso del suo passato sancendo definitivamente la fine dei sensi di colpa per essere una sopravvissuta e accettando la sua solitudine, naturale conseguenza del suo comportamento e delle sue decisioni. Ecco che, come nel primo episodio, quella finestra colpita dai raggi solari simboleggiava una possibilità di positività e di amore in un mondo desolato e violento, il lento carrello che ci porta a guardare al di là del davanzale (che regia! Ancora una volta siamo basiti da come queste scelte stilistiche cinematografiche siano inserite all'interno di un videogioco in maniera così consapevole e coraggiosa) ci mostra, per poco, una Ellie rinata, incerta sul suo futuro ma anche per questo di nuovo piena d'amore verso la vita.