Sanremo 2025: glitter e pelle dominano i look della serata cover, ecco le pagelle

Tra scintillii di paillettes e scivoloni di stile, la serata cover si trasforma in una passerella imprevedibile. C'è chi osa e vince, chi gioca sul sicuro e chi si perde in esperimenti discutibili. Dai total black anonimi agli eccessi senza senso, ecco chi ha brillato e chi ha deluso sul palco dell'Ariston.

Elodie e Achille Lauro nella serata cover di Sanremo 2025

Sanremo 2025 si prende una pausa dalla competizione dei big e punta il tutto per tutto con Roberto Benigni che ha realizzato il sogno del suo compare toscano Carlo Conti. Suo il palco, sua la scena (anche se un po' stantia). Per la gioia di tutti gli amanti di Boris. Il cantautorato nella serata cover è andato alla grande con ben due brani di De Andrè, due di Lucio Battisti, due di Pino Daniele e due di Franco Califano. I duetti hanno puntato in alto, quindi, anche se il più atteso è stato sicuramente quello di Fedez in coppia con Marco Masini per Bella Stronza. Abbinata top quella di Giorgia e Annalisa che con Skyfall di Adele hanno ricordato un po' a tutti come si canta.

Geppi Cucciari impeccabile, ironica e tagliente al punto giusto compensa un Mahmood inadatto al ruolo. Ma veniamo ai look. Parola d'ordine: sbrilluccichio. Paillettes, glitter, diamanti e similari la fanno da padrona e, possiamo dirlo, era anche ora. Ecco le pagelle degli outfit della quarta serata di Sanremo 2025.

I best look della serata cover

Noemi - Tony Effe (7.5)

Noemi regina di stile, luminosa in un lungo abito oro con paillettes. Tony Effe, invece, fa il compitino con un gessato troppo scolastico. La media si abbassa, ma lei brilla comunque. Un duetto di luci e ombre, dove Noemi splende e lui resta nell'ombra.

Lucio Corsi - Topo Gigio (8)

Lucio Corsi con il suo frac burro evita l'effetto gelataio e resta impeccabile. Il plus? Topo Gigio, elegantissimo con il frac azzurro glitterato. Una coppia surreale che vince per personalità e ironia.

Geppi Cucciari (8)

Un one-woman-show, altro che co-conduttrice. Dal primo abito nero con richiami jacquard e maxi gonna, al secondo bianco e nero con tulle, fino al tubino rosso fuoco, dimostra che l'eleganza passa per il carattere.

Alessandra Amoroso - Serena Brancale (7.5)

Amoroso vince con un abito da Kylie Minogue anni Duemila che esalta la sua figura. Serena Brancale sorprende con un long dress paillettato e un'inaspettata sobrietà. Un duo che sa giocare con i dettagli senza strafare.

Achille Lauro - Elodie (9)

Achille Lauro trasforma la vestaglia animalier in haute couture, arricchendola di paillettes e reverse in pelle trapuntata. Mentre Elodie sfodera la sensualità assoluta con un abito nero, bustier e spacco. L'accoppiata vincente, magnetica, che domina la scena con pura eleganza.

Simone Cristicchi - Amara (7.5)

Glitter anche per Cristicchi, che sceglie un completo coordinato con la sua compagna (di vita e di palco) Amara. Giacca luminosa lui, top asimmetrico scintillante lei. Una coppia affiatata non solo sul palco, ma anche nella moda.

Shablo & Co. - Neffa (7.5)

Shablo & Co. tingono di rosso lo streetwear e giocano con i tessuti. Il bomber in velluto di Guè è il pezzo forte. Neffa sceglie un classico look urban total black con bomber e cappellino. Un gruppo che dimostra che lo streetwear, quando ben dosato, può essere vincente.

Coma Cose - Johnson Righeira (8)

California finalmente azzecca il vestito giusto: nude, pastello e paillettes con trucco leggero. Fausto Lama resta fedele alla giacca beige e si porta a casa il punto sicurezza. Johnson Righeira è un trip spaziale con giacca in pelle rossa e occhiale monolente futuristico. Un trio che non ha paura di osare, senza esagerare.

I look che hanno raggiunto la sufficienza

Irama - Arisa (4.5)

Irama centra il look con il gilet di diamanti e pantaloni in pelle, finalmente qualcosa di sensato. Ma Arisa affonda la coppia con un outfit da Morticia Addams fuori luogo. Peccato, perché con una scelta più azzeccata avrebbero potuto stupire.

Gaia - Toquinho (7)

Gaia non sbaglia con l'abito lungo senza spalline e dettagli preziosi, ma i capelli rovinano il quadro. Bastava poco per la perfezione. Un cambio d'acconciatura e sarebbe stata tra le migliori.

Massimo Ranieri - Neri per Caso (7)

Ranieri elegante e impeccabile in nero, i Neri per Caso spezzano con giacche bordeaux di grande effetto. Una lezione di classe senza bisogno di esagerazioni.

Rose Villain - Chiello (7)

Lei piumata e leggera in panna, lui in pelle e più aggressivo. Un'accoppiata interessante, ben studiata per risultare complementare. Non sbalordiscono, ma convincono.

Rocco Hunt - Clementino (7)

Rocco Hunt trova il giusto mix tra streetwear e sartoriale, mentre Clementino gioca sul total black. Una coppia che sa come portare il proprio stile senza strafare.

Francesco Gabbani - Tricarico (7)

Gabbani vince la sfida del completo bianco, grazie alla spilla che smorza i toni. Tricarico non brilla, ma nemmeno sfigura.

Joan Thiele - Fra Quintale (6.5)

Joan Thiele è ancora intrappolata nel loop shorts-mantella-Chanel, ma almeno li porta bene. Fra Quintale convince con una camicia ampia e morbida che gioca con le proporzioni. Interessanti, ma senza guizzi.

Modà - Francesco Renga (6)

La band gioca con il black & white senza troppi rischi, ma gli occhiali di Kekko iniziano a diventare un accessorio indesiderato. Renga? Solito completo nero, solita capigliatura scapigliata. La sufficienza è di cortesia.

Willie Peyote - Ditonellapiaga - Federico Zampaglione (6.5)

I maschietti giocano sul blu e restano sobri, ma senza guizzi particolari. Ditonellapiaga porta un tocco eccentrico con il top in vinile azzurro. Un trio discreto, con lei a fare la differenza.

Annalisa - Giorgia (6)

Annalisa porta a casa il voto con un look asimmetrico interessante, ma Giorgia cade nella trappola del bianco totale che la rende anonima. Una coppia che poteva osare di più senza perdere in classe.

Olly - Goran Bregovich (6)

Olly punta su un completo in pelle semi rigido, molto urban ma poco incisivo. L'apertura sulla maglia coordinata non basta a renderlo memorabile. Bregović, invece, veste di bianco e il rischio è dietro l'angolo: il risultato è un perfetto maitre di un ristorante di lusso. Un'accoppiata che lascia indifferenti.

Ci hanno provato, ma hanno fallito

Mahmood (5.5)

Tra look da Clark Kent milanese con occhialetto tattico, un simil MC Hammer glitterato (super!) e giacca traforata da incubo, Mahmood oscilla tra colpi di genio e catastrofi. La media lo condanna. Quando il rischio si trasforma in confusione, il risultato è questo.

Clara - Il Volo (5.5)

Clara inciampa con una gonna che sembra un asciugamano annodato in fretta e furia. Il primo vero errore fashion della sua settimana sanremese. Dopo un festival di look azzeccati, la caduta era evitabile.

Marcella Bella - Twin Violins (5)

L'abito rosso in velluto funziona, ma la sfera del drago al collo rovina tutto. Un dettaglio può distruggere un look e qui ne abbiamo la prova.

Sarah Toscano - Ofenbach (4)

Il mini abito nero con manica puff poteva passare, poi abbiamo visto i guanti riciclati dal primo look e il blackout è stato inevitabile. Errore da principiante.

Francesca Michielin - Rkomi (4.5)

Michielin mortificata da un abito a frange argento che non funziona, Rkomi continua la sua parabola da Hobbit della Contea, incastrato stavolta in una giacca asimmetrica che fa un po' Robin Hood spaesato. Serata no per entrambi.

The Kolors (4)

Total leather effetto cameriere sadomaso, batterista con pantaloni alla zuava verde oliva. Un disastro su tutta la linea. Il peggior mix di texture, colori e tagli della serata.

Brunori Sas - Di Martino - Sinigallia (5)

Il beige unisce, ma non convince. Completo per Di Martino, giacca spezzata per Brunori, scarpe/ciabatte per Sinigallia. Un mix senza carattere, troppo spento per Sanremo.

Bresh - Cristiano De Andrè (5)

Ancora pelle, sempre pelle. Bresh con giacca classica e camicia fuori, De Andrè con un completo anonimo. Un'interpretazione della classicità che non lascia traccia.

Fedez - Marco Masini (6)

Fedez ancora total black con una giacca in pelle che non aggiunge niente di nuovo. Masini, invece, rigoroso e minimale, arriva dove vuole arrivare. Uno scivola, l'altro si salva per il rotto della cuffia.