C'era un tempo in cui l'estate televisiva non era sinonimo di repliche. Anzi, era il momento in cui andavano in scena alcuni dei programmi più amati dal pubblico italiano, quelli che profumavano di granite al limone, piazze gremite, costumi sgambati e tuffi spettacolari. Erano le estati della TV generalista tra la fine degli anni '80, tutti gli anni '90 e i primi '00: un'epoca fatta di grandi varietà, sfide internazionali, hit musicali e conduttori che sarebbero diventati delle vere icone.
Rai e Mediaset si contendevano l'attenzione dei telespettatori a colpi di giochi folli e belle ragazze, e le finali erano da standing ovation. Ecco allora una carrellata di quei programmi che - al pari dei tormentoni musicali - ci facevano compagnia tra una gita al mare e un gelato dopo cena.
Festivalbar e Top of the Pops: l'estate italiana aveva la sua colonna sonora

Non si può parlare di estate in TV senza partire dal re di tutti gli show musicali: il mitico Festivalbar (anni '80-2007). Nato negli anni Sessanta, ma vero simbolo pop dagli anni '80 in poi, ha fatto cantare intere generazioni con le sue tappe nelle piazze italiane. L'arena di Verona, le coreografie sfrenate, le hit più ballate del momento e conduttori come Amadeus, Fiorello, Alessia Marcuzzi e Federica Panicucci hanno reso questo evento un vero e proprio rito collettivo.
Negli anni Duemila, il testimone passava a Top of the Pops (2000-2006), prima su Rai 2 e poi su Italia 1, ma non era la stessa cosa. Il format anglosassone sbarcava in Italia portando classifiche, video musicali e ospiti in studio: da Alvin e Ilary Blasi a Daniele Bossari, i volti giovani del pop anni 2000 erano tutti lì, a dettare legge sul tormentone del momento.
Giochi da spiaggia, piscine e risate: l'impero dell'intrattenimento estivo
Accanto alla musica, erano i giochi a farla da padrone. Su Rai 2 arrivava l'intramontabile Giochi senza frontiere (1988-1999), competizione europea dove squadre in rappresentanza di varie città si sfidavano in prove difficili e adrenaliniche, per la maggior parte acquatiche, con tute colorate e telecronache epiche. L'Italia tifava compatta come fosse allo stadio, in un clima che era insieme olimpico e carnevalesco.
Ma il gioco si faceva spettacolo anche a casa nostra. Il grande gioco dell'oca (1993-1994), sempre su Rai 2, era un tabellone gigante in cui concorrenti in carne e ossa affrontavano prove a metà tra il surreale e il trash (la casella della vasca coi serpenti è leggenda). Gigi Sabani, Jo Squillo, Alessia Marcuzzi e Simona Tagli hanno reso questo show un cult assoluto degli anni '90.
Su Canale 5, invece, regnava l'estetica kitsch di Bellezze al bagno (1989-1993), varietà a bordo piscina con Milly Carlucci e cast comico: gare tra bagnanti, giochi acquatici, interviste improbabili. Era la versione balneare della TV leggera, da guardare con infradito e piedi sulla sedia.
Non possiamo dimenticare Mai dire Banzai, andato in onda su Italia 1 dal 1989 al 1991. Con le sue scene tratte dai game show giapponesi più assurdi - su tutti Takeshi's Castle - e il commento della Gialappa's Band, il programma è diventato un cult istantaneo. Altro che giochi a premi: qui si trattava di sopravvivere a percorsi impossibili tra scivoli giganti, salti improbabili e prove al limite del demenziale, tutto raccontato con la "voce off" di Marco Santin, Carlo Taranto, Giorgio Gherarducci.
Bonolis, Conti, Columbro: i re dell'estate in televisione
L'estate italiana è anche un fatto di volti. E pochi ne hanno segnati tanti quanto Paolo Bonolis. Prima su Rai 1 con Beato tra le donne, un format in cui uomini comuni si mettevano alla prova davanti a una giuria tutta al femminile (e finivano, spesso, in piscina). Poi, la stessa idea migrava su Canale 5, con Enrico Papi e una giovane Michelle Hunziker a mescolare comicità e seduzione, ma il programma era già in declino.
E che dire di Carlo Conti? Prima di diventare il volto rassicurante del Festival di Sanremo faceva ballare le estati con programmi come Cocco di mamma (1992), Su le mani (1993) e Va ora in onda (1994) in diretta dalla discoteca Bandiera Gialla di Rimini. Tra lustrini, ospiti musicali e risate, la sua era la TV dell'allegria per eccellenza.
E ancora, la strana estate di Autostop (1984) su Italia 1: un quiz itinerante con comici e auto elettriche, condotto da Marco Columbro e una giovanissima Paola Perego. Oggi è un cult tra gli appassionati della TV che fu.
Le estati più leggere: varietà, rotocalchi e programmi del pomeriggio

Non mancavano i contenitori più soft, quelli da divano e caffè. Rai 1 sperimentava con Gelato al limone (1995-1996), varietà leggero con Benedicta Boccoli e Massimiliano Pani. Un titolo fresco quanto i contenuti: giochi, musica e clima da cabaret.
Più tagliente, invece, Gratis (anni '90) su Rai 3: rotocalco estivo irriverente con Ambra Angiolini, Francesco Paolantoni e la mitica Silvana Pampanini. Un mix di costume, satira e follia estiva che oggi sarebbe impensabile. E a proposito di Ambra, come dimenticare le repliche (speciali) di Non è la Rai in versione estiva? Il pubblico pomeridiano continuava a seguire le ragazze del programma cult di Gianni Boncompagni anche sotto l'ombrellone, tra balletti e giochi telefonici e una piscina che è passata alla storia.
Sette per uno e gli altri: la fine di un'epoca (ma non della nostalgia)
A cavallo del nuovo millennio, il varietà estivo iniziava già a cambiare pelle. Sette per uno (1999-2001), con Gigi Sabani e Rosita Celentano, era un tentativo di rilancio del game show estivo, con gare tra aspiranti artisti che somigliavano non poco a Il grande gioco dell'oca (il creatore era sempre lo stesso: Joselyn Hattab). Un format più talent e meno villaggio turistico, ma ancora figlio di quell'epoca dorata.
Poi, piano piano, l'estate in TV è diventata stagione di repliche e talk show. Ma chi c'era, chi l'ha vissuta sa che quei programmi erano più di semplice intrattenimento: erano un rituale, una compagnia, una colonna sonora. Oggi, complici i social, le clip su YouTube e le pagine nostalgiche, quei titoli rivivono e continuano a farci sorridere. E in qualche caso già si parla di reboot. Perché l'estate, una volta, era davvero più calda. Almeno in TV.