Westworld: dopo il finale di stagione Anthony Hopkins parla del suo Dottor Ford

In un'intervista a Entertainment Weekly, l'attore di origini britanniche parla della sua esperienza in una serie tv, del suo personaggio e dei ruoli fondamentali che lo hanno ispirato per entrare nei panni dell'inquieto e inquietante dottor Robert Ford.

Il viaggio del dottor Robert Ford in Westworld ha preso una piega inaspettata nel finale di stagione andato in onda domenica scorsa. L'attore Anthony Hopkins ha parlato con Entertainment Weekly del suo ruolo di mente superiore dell'avveniristico parco a tema e dei personaggi classici che lo hanno aiutato a entrare nel personaggio.

Leggi la recensione del finale: Westworld, il finale di stagione: la rivoluzione è autocoscienza

Questo è stato il suo primo ruolo principale in una serie tv americana. Cosa l'ha convinta a partecipare al progetto? Mi hanno mandato il libro da leggere. Ho visto il Westworld originale ma non me lo ricordavo, mi venivano in mente solo gli attori Yul Brynner e Richard Benjamin. Il mio agente mi ha chiamato e mi ha detto che avrei parlato con Jonathan Nolan di Westworld, io ho detto sì e poi ho chiesto 'Che ruolo è?' e lui mi ha risposto 'Una sorta di dottore'. Quindi ci siamo incontrati e mi ha dato la sceneggiatura, dicendomi che sarei stato il creatore di Westworld. Gli ho chiesto 'Tipo Walt Disney?' e lui 'Sì, ma molto più cupo. Quasi come il dottor Frankenstein.' E allora ho detto 'Perfetto, ci sto.'

Westworld: un'immagine di Anthony Hopkins in The Well-Tempered Clavier
Westworld: un'immagine di Anthony Hopkins in The Well-Tempered Clavier

È stato interessante girare il pilot, perchè nessuno sapeva che la HBO lo avrebbe comprato. È stata una scommessa, ma la volevo fare. Dopo che è stata comprata, la parte interessante è diventata non sapere dove la storia andasse. Ho chiesto a Jon quale fosse il destino del mio personaggio e lui: 'Non te lo posso dire.', gli chiedevo cosa sarebbe accaduto la settimana prossima e lui: 'Non te lo posso dire'. Mi mandavano uno script nuovo ogni dieci giorni con delle parti cancellate, ma mi sono lamentato, ho detto: 'Guardate, non è che non mi piace, ma io ho bisogno di sapere tutto, dentro e fuori dallo script, così posso pensarci anche mentre dormo.'

Qual è stata la sua scena preferita da girare?
Nell'episodio 4 c'è questa scena dove sono seduto in veranda con Sidse Babett Knudsen, l'attrice che interpreta Theresa Cullen. Si inizia a scoprire il lato profondo e cupo di Ford, lui la avverte e lei si accorge che non c'è modo di sconfiggerlo. Io, con i soliti modi affascinanti, chiedo 'Vuoi del vino?'. Lei sa che la posso distruggere in un attimo. È un uomo devastante. Vuole creare una distopia o un'utopia ma inizia a capire che sta perdendo il controllo, penso che sia disturbato dalla propria coscienza. Ricordo che, mentre leggevo lo script, mi è venuto in mente Il pianeta proibito con Walter Pidgeon, e io non amo i film di fantascienza, dove Morbius crea questo mostro gigante per proteggere il suo regno e non si accorge che è un mostro fino a quando lui stesso è costretto a distruggerlo

Westworld: Anthony Hopkins nell'episodio The Stray
Westworld: Anthony Hopkins nell'episodio The Stray

L'etica del suo personaggio è piuttosto misteriosa a volte.
Si ricorda Il ponte sul fiume Kwai, uno dei miei film preferiti?

Amo quel film, David Lean.
E Alec Guinness.

Sta parlando di Guinness che costruisce il ponte?
Sì, per mostrare ai giapponesi l'impero britannico. E James Donald, che fa l'ufficiale, dice: 'Questa è follia'. Guinness vuole costruire un ponte perfetto per il nemico. E alla fine quando se ne accorge, e dice 'Mio Dio, che cosa ho fatto?' è un momento molto emozionante, perchè il suo personaggio è un idealista. Voleva mostrare che gli inglesi possono fare cose del genere, è nella sua natura. Alla fine cade proprio sul detonatore e muore. E Ford è esattamente così.

Ho letto che lei non usa internet. C'è qualcosa di tecnologico con il quale lei non può fare a meno di vivere?
Uso l'iPad per leggere libri. Uso internet ma non troppo perchè negli anni ho sviluppato una sorta di diffidenza dalle cose. Non sento di avere il controllo e sento che non c'è controllo. Non c'è la garanzia su nulla. Posso vedere i politici che si urlano addosso, ma è una cosa che già si è sviluppata da quando ero giovane. Mi ricordo che sono andato a vedere la tomba di John F. Kennedy a Arlington e ricordo benissimo il suo omicidio, avevo 23 anni. Sono rimasto davanti alla lapide venti anni fa e mi sono chiesto 'Non è incredibile? Non c'è garanzia di salvezza neanche a Camelot'.

Ultimamente sequel e reboot sono all'ordine del giorno. C'è qualche personaggio del passato che vorrebbe rivisitare?
Ho già fatto l'errore di fare due film su Hannibal Lecter più del dovuto, avrei dovuto farne uno solo. Ma Il padrino - Parte seconda era fenomenale.

Leggi anche: Il silenzio degli innocenti: un'indagine da brivido negli abissi dell'anima

Cosa l'ha colpita della differenza tra serie tv e film, a parte il non sapere il futuro del suo personaggio? La tv è più veloce. Credo che con la HBO l'aspetto positivo sia la non interferenza sul set. Quando giri un film conosci inizio e fine, le giri e vai casa. Qui, non sai mai dove andare a parare, ci sono state molte sorprese durante la lavorazione.

Cosa muoveva Ford? Quali erano le sue motivazioni? Onestamente non lo so. È ovviamente un uomo orgoglioso affascinato dall'intelligenza umana, dalla natura dell'intelligenza, dalla storia dell'uomo, dalla fonte della coscienza e le teorie su di essa sono iniziate a nascere solo recentemente.

Continua a seguirci su Facebook, Twitter, Instagram, Youtube, Google+ e Telegram per aggiornamenti, notizie, e curiosità su film e serie TV!