Solange, il saluto della pallavolista Valentina Diouf "Un esempio di libertà"

La pallavolista italiana Valentina Diouf ha ricordato su Instagram Solange, il sensitivo scomparso lo scorso sette gennaio nella sua abitazione.

Valentina Diouf ha ricordato su Instagram il sensitivo Solange: la pallavolista italiana ha voluto rendere omaggio all'uomo più che al personaggio che in tanti hanno amato.

Lo scorso sette gennaio Solange è stato trovato morto nel suo appartamento dal suo amico Nicola Rossi. Mentre è stata disposta l'autopsia per stabilire le precise cause della morte di Paolo Bucinelli, questo il vero nome del sensitivo, si moltiplicano i messaggi di stima e cordoglio nei confronti di Solange e uno dei più toccanti è quello di Valentina Diouf. La pallavolista italiana di origine senegalese era legata al sensitivo da un profondo rapporto, la madre di Valentina e Paolo erano amici d'infanzia e quando Bucinelli ha partecipato al reality La Fattoria la mamma della Diouf era il parente ospite fisso in studio.

"Tantissimi ricordi della mia infanzia sono legati a te, Paolo. Sì, perché per me non sei mai stato Solange, ma solo Paolo, la zia Paolo precisamente. Perché tu eri arcobaleno quando ancora non c'era questo termine. Hai sempre vissuto liberamente la tua sessualità e il tuo essere magnificamente stravagante. Vestivi in maniera eccentrica ed io che ero una bambina che si vergognava anche della sua ombra ti ammiravo", ha scritto la pallavolista che attualmente gioca in Corea Del Sud.

Valentina Diouf ha spiegato cosa ha significato per lei Solange: "Mi ricordo quando mi hai presentato un fidanzato del momento e io non ho pensato al fatto che tu avessi un fidanzato maschio e non femmina, perché per me è sempre stata una cosa normalissima la libertà di scelta, anche a 5 anni, forse proprio grazie a te, ma ho notato che aveva tutti i brillantini sul telefono e li volevo anche io. Mi ricordo quando mi hai regalato quel toppino fucsia con le piume, avrò avuto 6-7 anni forse, e mi hai detto di sfoggiarlo con fierezza e di sentirmi libera di essere chi volevo. In pubblico non l'ho mai indossato perché era presto, non avevo capito il messaggio che volevi darmi, ma poi quel toppino con le piume è diventato metaforico e io lo porto con me tutt'ora, mi da la forza di non perdere mai di vista chi sono".

Nella parte finale la pallavolista ricorda il rapporto di Solange con la madre e il loro essere una famiglia "Mi ricordo quando tutte le sere tu e la mamma vi telefonavate perché eravate tutti e due soli e tu ci rallegravi le serate inventando storie e imitando la voce dei personaggi come la Rita Levi Montalcini, la mia preferita, oppure una bambina che voleva giocare con me. Abbiamo riso tanto, abbiamo fatto mille esperienze insieme. Mi ricordo la dolcezza della tua mamma, la Signora Corolla. Eravamo una famiglia diversa ma pur sempre una famiglia. Poi abbiamo preso strade diverse, ma comunque quello che c'è stato ha contribuito a formare la persona che sono oggi. Quindi grazie Paolo dietro quel personaggio frivolo c'è sempre stato molto di più e io lo so perché ho avuto la fortuna di conoscerti".