Jonathan Demme: da Jodie Foster a Martin Scorsese, i ricordi degli amici e colleghi

Il regista di capolavori come Philadelphia e Il Silenzio degli Innocenti è stato salutato da chi ha avuto modo di conoscerlo e lavorare con lui con grande affetto e ammirazione, da Tom Hanks a Bryan Cranston, da Meryl Streep a David Byrne.

Jodie Foster sul set de IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI (1991) con Jonathan Demme
Jodie Foster sul set de IL SILENZIO DEGLI INNOCENTI (1991) con Jonathan Demme

Nella giornata di ieri è stata annunciata la triste notizia della morte del regista Jonathan Demme e il mondo di Hollywood ha pubblicato online ricordi e affettuosi saluti.
Jodie Foster è stata tra le prime a condividere un pensiero rivolto al regista, con cui ha collaborato in occasione delle riprese del film Il silenzio degli innocenti, interpretazione che le ha fatto conquistare un Oscar: "Il mio cuore è spezzato perché ho perso un amico, un mentore, una persona così unica e dinamica che si dovrebbe ideare un uragano per contenerla. Jonathan era eccentrico come le sue commedie e profondo come i suoi film drammatici. Era pura energia, il sostenitore inarrestabile per chiunque fosse creativo. Aveva passione per la musica e per l'arte, ed era e sarà sempre un campione dell'anima. JD, molto amato, in qualche modo selvaggio, fratello di amore, regista degli innocenti. Amo quella persona. Lo amo così tanto".

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Martin Scorsese ha dichiarato: "Ogni volta che lo incontravo era pieno di entusiasmo ed eccitazione per un nuovo progetto. Girare film gli regalava grande gioia". Il regista ha aggiunto: "Ho una grande ammirazione per lui come filmmaker: amo la freschezza del suo stile e il suo eccellente uso della musica, da Buddy Holly a Miklos Rozsa. C'è ancora tanto in più da dire e non saprei da dove iniziare. Gli volevo bene anche come amico e per me era sempre giovane. Il mio giovane amico. L'idea che se ne sia andato mi sembra impossibile".

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Meryl Streep che ha recitato nel suo Dove eravamo rimasti ha invece sottolineato: "Aveva un grande cuore, era un uomo in grado di provare molta compassione e di accogliere nella sua vita le persone che ne avevano bisogno e di riempire il vuoto con l'arte, la musica, la poesia e il cinema".

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Tom Hanks, star di Philadelphia, ha invece ricordato: "Jonathan ci ha insegnato quanto può essere grande il cuore di una persona e come guiderà il modo in cui viviamo e quello che facciamo per gli altri esseri umani. Era l'uomo più grandioso che io abbia conosciuto".

Il produttore Marc Platt ha invece dichiarato: "La comunità cinematografica ha perso una voce unica e uno dei filmmaker più innovativi e profondi. Il mondo ha perso un uomo di incredibile compassione ed empatia. Jonathan ha capito quanto l'arte, la musica e il cinema potessero regalare a tutti amore, specialmente a chi ne aveva bisogno. Ha sfiorato la mia anima, quella di tutte le persone che hanno lavorato con lui e dei milioni di spettatori che hanno apprezzato la sua opera".

Il regista di Moonlight, Barry Jenkins, ha svelato di aver incontrato per la prima volta il filmmaker al Toronto Film Festival mentre stava rispondendo a delle domande poste dal pubblico. Quando ha notato che un quesito stava venendogli posto proprio dal regista Barry si è emozionato incredibilmente e successivamente ha avuto modo di parlargli: "Ci siamo abbracciati e, immediatamente, è sembrato come se ci conoscessimo da decenni. Avendo avuto modo di trascorrere con lui più tempo durante l'autunno mi sono reso conto che era semplicemente così: sempre aperto, sempre disponibile. Un abbraccio non è semplicemente un abbraccio, ma è un incontrarsi, un legarsi".
Jenkins ha poi proseguito il suo ricordo spiegando che Demme era quasi imbarazzato dalla reverenza che si provava nei suoi confronti e ha organizzato una proiezione di Moonlight al Jacobs Burns Center di Pleasantville, dove si sentiva a casa. L'ultima volta che il regista ha incontrato Demme ha percepito una sensazione di serenità mentre entrambi partecipavano alla cerimonia organizzata dal New York Film Critics Circle: "Non mi ricordo il discorso compiuto da Jonathan quella notte. Potrei cercarlo, c'è una registrazione, una trascrizione. Sono sicuro che un giorno lo farò. Quello che ricordo è che non posso smettere di pensare che mentre gli chiedevo di quello che gli era successo all'occhio, dove aveva un livido viola, lui ha detto: 'Ma tu come stai Barry?'. Il suo sorriso è diventato più grande e ha eclissato tutto 'Barry, sono semplicemente così felice di essere qui per te'. Era l'anima più gentile e generosa che io abbia mai incontrato".

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Venezia 2015: Jonathan Demme con il Persol Tribute to Visionary Talent Award 2015
Venezia 2015: Jonathan Demme con il Persol Tribute to Visionary Talent Award 2015

David Byrne, che aveva collaborato con Demme nel 1984 per realizzare il documentario Stop Making Sense, ha scritto una lunga lettera per ricordare l'amico e ricordare come fosse un grandissimo fan della musica, caratteristica che si è rispecchiata in molti momenti della sua carriera: "Trovava un modo per inserire la canzone di artisti reggae o brani di haitiani in un film in modi spesso gioiosi e inaspettati".
Jonathan ha trascorso molto tempo in tour con i Talking Heads e stava affrontando in quel periodo degli ostacoli legati alle riprese del suo film Swingshift. Byrne ha quindi ricordato: "La capacità di Jonathan era mostrare lo show quasi come se fosse uno spettacolo teatrale, in cui i personaggi e le loro caratteristiche uniche venivano introdotte al pubblico e si poteva conoscere la band dal punto di vista personale, rivelando la personalità di ogni membro. Diventavano, in un certo senso, i tuoi amici".
La collaborazione tra Demme e Byrne è poi proseguita negli anni, tra creazione di brani per colonne sonore e realizzazioni di progetti video: "I film di finzione, quelli musicali e i documentari sono tutti pieni di così tanta passione e amore. Spesso trasformava quello che poteva essere un film di genere in un'espressione davvero personale. La sua visione del mondo era aperta, calorosa, animata ed energetica".

Bryan Cranston, protagonista di Breaking Bad, ha ricordato come avesse cercato a lungo di collaborare con Jonathan Demme, venendo poi scelto per interpretare Old Fires, in cui avrebbe avuto il ruolo di un uomo che si svegliava dal coma scoprendo che la sua famiglia era andata avanti con la propria vita senza di lui: "Era un uomo così gentile e non vedevo l'ora di lavorare con lui; anche se il progetto non si è concretizzato, stavamo parlando ai altri potenziali film da fare insieme". Il lungometraggio non venne mai girato a causa del budget: "Penso che Jonathan volesse raggiungere una certa cifra e non ci sia riuscito, e pensasse che non fosse possibile con un budget minore". Cranston ha concluso: "Ho riascoltato un messaggio che mi ha lasciato dopo aver visto L'ultima parola - La vera storia di Dalton Trumbo ed era semplicemente così espansivo ed affettuoso. E' un momento molto triste".

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Jonathan Demme gioca con l'ombrello sul tappeto rosso inondato di pioggia di Roma 2013
Jonathan Demme gioca con l'ombrello sul tappeto rosso inondato di pioggia di Roma 2013

Uno degli ultimi lavori di Jonathan Demme è stata la miniserie Shots Fired, in onda il mercoledì su Fox in cui si raccontano le conseguenze di una sparatoria da parte della polizia che dà il via a tensioni di tipo razziale. I produttori Reggie Bythewood e Gina Prince-Bythewood avevano pensato di realizzare un film e quando hanno ottenuto la disponibilità di Demme alla regia sono stati entusiasti. In un comunicato hanno dichiarato: "Siamo grati di aver avuto l'opportunità che entrasse a far parte delle nostre vite. Ci sono stati dei momenti quando è morto un membro della famiglia e si è pensato 'Avrei voluto dire questo o quello'. Ma abbiamo avuto tanti momenti ricchi di amore. Abbiamo sicuramente avuto l'opportunità di dirgli quanto fosse importante per noi e quello che abbiamo imparato da lui". Demme continuava, secondo quanto hanno dichiarato i produttori, a ringraziare dell'opportunità avuta e la sua presenza sul set ha ispirato il cast e la troupe: "La cosa che ci ha meravigliato è la quantità di energia che aveva. Era la persona più energetica che si potesse incontrare su un set. Era semplicemente fantastico da osservare. Si è presentato il primo giorno sul set indossando un pigiama con i Pokemon. E' semplicemente così".
Il regista condivideva senza problemi il suo apprezzamento nei confronti degli interpreti con cui collaborava: "Jill Hennessy è venuta un giorno sul set e ha detto 'Jonathan Demme ama il mio lavoro, ora posso morire felice'".
I produttori di Shots Fired hanno inoltre apprezzato moltissimo come il filmmaker si comportava con il figlio: "Abbiamo potuto dare solo un piccolo sguardo nella passione che trasmetteva come artista e come padre. L'ho trovato di grande ispirazione. Non posso dire abbastanza cose positive riguardanti questo forte legame che aveva con suo figlio".
Gina ha sottolineato anche il suo impegno in attività in cui credeva: "Usava il suo talento non solo per intrattenere ma anche come forma di attivismo. Quando si parla con le persone con cui ha lavorato fanno riferimento alla sua gentilezza e alla sua passione. Non tutti a Hollywood le possiedono. Il fatto che sia riuscito a mantenere quelle qualità in questo settore è un simbolo del suo cuore e della sua anima".