John Legend e Chrissy Teigen: il centro di ricerca sull'aborto commenta le foto in ospedale

Dopo che Chrissy Teigen e John Legend hanno pubblicato le foto del bambino nato morto, Tommy's, centro di ricerca su aborto spontaneo e natimortalità ha risposto alle critiche rivolte alle due star.

Questa settimana ha fatto discutere la scelta di John Legend e Chrissy Teigen di condividere sui social le foto in ospedale, scattate negli attimi che hanno seguito la perdita del loro terzo figlio, Jack. Riguardo le critiche che hanno travolto la coppia, è intervenuta Tommy's, centro che finanzia la ricerca su aborto spontaneo, parto prematuro e natimortalità.

Chrissy Teigen e John Legend hanno perso il bambino a seguito di alcune complicazioni sorte a metà gravidanza ed hanno quindi scelto di rendere pubblico un momento di intenso dolore. A quel punto, per quanto comunque tutte le persone abbiano manifestato all'unanimità la propria vicinanza alla coppia, i commenti si sono suddivisi tra quelli che hanno elogiato la coppia per essere stata sincera ed aver contribuito a rompere il tabù che circonda la perdita di bambino e gli aborti spontanei, e quelli che invece si sono chiesti se fosse necessario o meno rendere pubblico un momento così intimo e delicato.

A tal proposito si è esposta Tommy's, un'organizzazione di beneficenza che finanzia la ricerca sull'aborto spontaneo, sul parto prematuro e sulla natimortalità, e che offre supporto alle persone colpite da questi drammi. Tommy's ha quindi risposto alle critiche rivolte contro Chrissy e John, spiegando che per alcuni genitori, condividere questi momenti di dolore strazianti può rappresentare parte del processo di guarigione. L'organizzazione ha anche aggiunto che in questo modo la celebre coppia ha rotto parte dello stigma riguardante la perdita di un figlio.

"Nel Regno Unito, 1 gravidanza su 4 finisce con aborto spontaneo, bambini nati morti o parto prematuro. Circa 5000 famiglie sperimentano la cessazione di gravidanza ma non si parla quasi mai della perdita di bambino" leggiamo nella risposta. "L'impatto emotivo che tutto questo ha è devastante e lascia i genitori con così tante domande senza risposta. Li lascia isolati nel loro dolore e in questo momento, in mezzo alla pandemia globale, questo isolamento può essere aggravato dalla distanza fisica dalla famiglia e dagli amici. Ma se possiamo parlarne apertamente e onestamente, non solo possiamo aiutarci a vicenda a sentirci meno soli, ma possiamo anche aprire la strada ad una maggiore consapevolezza e sostenere la ricerca per impedire che accada di nuovo". L'organizzazione ha quindi aggiunto: "Troppe famiglie lasciano l'ospedale con le braccia vuote. Per chi perde il proprio bambino, scattare fotografie è un modo prezioso per ricordarli. Alcune famiglie potrebbero scegliere di condividere queste immagini, altre potrebbero tenerle private o condividerle con i loro amici e familiari. Le famiglie che scelgono di scattare fotografie spesso faranno tesoro di esse per il resto della loro vita, poiché equivalgono ad un ricordo fisico del loro bambino".

La manager del reparto ostetricia, Kate Marsh, ha infine voluto ancora una volta sottolineare che non esiste un modo giusto o sbagliato di piangere. Ogni genitore è unico ed elabora il trauma in modo diverso.