Cesare Petrillo contro 'i poteri forti' del cinema italiano

Il produttore della Teodora Film attacca i poteri forti del cinema in Italia: 'La verità è che non c'è una reale libertà di mercato. C'è chi occupa posizioni predominanti e nessuno dice niente'

In un'intervista "senza rete" rilasciata a Antonio Valenzi, che sarà pubblicata dalla rivista Box Office il 30 giugno, Cesare Petrillo, di Teodora Film, difende le ragioni del cinema di qualità sparando a zero sui vizi e lo storture del sistema distributivo italiano, sempre più omologato e privo di una reale libertà di mercato: "In Italia mancano le istituzioni, mancano le televisioni, manca la concorrenza televisiva, mancano leggi adeguate, soprattutto col governo attuale che non fa assolutamente nulla. Persino l'informazione cinematografica sta scomparendo".

Petrillo punta il dito infatti sulla clamorosa assenza dall'ultimo Festival di Cannes di alcune delle firme più prestigiose della critica italiana, costrette dalla nuova politica dei quotidiani a rimanere a casa: "Fabio Ferzetti de Il Messaggero, Maurizio Porro del Corriere della Sera, Paolo D'Agostini de La Repubblica, Lietta Tornabuoni de La Stampa: sono tutti grossi nomi dell'informazione cinematografica che quest'anno non erano a Cannes. Se non vanno a un festival così importante a fare il loro mestiere, vuol dire che la carta stampata sta dicendo addio al cinema".

Le responsabilità sono anche dei grandi festival nazionali, asserviti al duopolio che di fatto controlla il cinema in Italia: "Venezia ormai non ha film in concorso che non siano Rai o Medusa. L'anno scorso poi fu un capolavoro di equilibrismo, quattro film in concorso ed erano due per uno. Marco Müller ha un modo molto democristiano per stare al servizio dei gruppi di potere". Non è un caso, peraltro, che proprio nei giorni scorsi sia stato annunciato che sarà un film Medusa, Baarìa di Giuseppe Tornatore, ad inaugurare la Mostra di Venezia 2009.

"In Italia - conclude Petrillo - nel cinema sta restando poco e niente. Resistono eroicamente gli esercenti e, sebbene in un mercato in caduta libera, i produttori di Dvd i quali sono un po' gli omologhi dei distributori. La verità è che non c'è una reale libertà di mercato. C'è chi occupa posizioni predominanti e nessuno dice niente".