Wayward Pines 2: un finale difettoso per una stagione altalenante

Con l'episodio Bedtime Story si è conclusa la seconda stagione del thriller sci-fi della Fox co-prodotto da M. Night Shyamalan e ispirato alla trilogia di romanzi scritti da Blake Crouch. Una conclusione in parte lacunosa per il titubante andamento di questo secondo capitolo firmato da Mark Friedman.

Attenzione, l'articolo contiene spoiler sulla seconda stagione di Wayward Pines!
Archiviato un primo capitolo con l'eroico sacrificio dell'agente federale Ethan Burke (Matt Dillon), la seconda stagione della serie di stampo fantascientifico targata Fox, dopo la sua iniziale cancellazione da parte del network statunitense, è ripresa a tre anni da quella morte altruista, riportandoci, ancora una volta, tra le villette e il canto dei grilli registrato della misteriosa cittadina dell'Idaho. Quel gesto nobile, però, non ha avuto gli effetti sperati. Wayward Pines, infatti, gestita dalla Prima Generazione, che ha preso il controllo all'indomani dell'invasione delle aberrazioni, è una realtà ancora più rigida e militarizzata rispetto all'amministrazione congiunta del suo fondatore, lo scienziato David Pilcher (Toby Jones), e dell'ex sceriffo Arnold Pope (Terrence Howard). A prendere il posto dei due, Jason Higgins (Tom Stevens), giovane e dittatoriale nuovo leader della cittadina custode del futuro dell'umanità che governa con il pugno di ferro e combatte con violenza le rivolte dei dissidenti dei quali fanno parte Kate Hewson (Carla Gugino) e Ben Burke (Charlie Tahan).

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Wayward Pines: una foto del season finale Bedtime Story
Wayward Pines: una foto del season finale Bedtime Story

Il secondo capitolo della serie co-prodotta da M. Night Shyamalan già dal primo episodio intitolato Enemy Lines, però, non si è limitato a mostrarci un conflitto noto e che ha fatto da sfondo a tutta la prima stagione, introducendo nuovi personaggi che hanno permesso alla narrazione di espandersi, giocando, nuovamente, con l'alternanza di flashback fondamentali per conoscere il loro passato e i retroscena che hanno portato alla creazione di Wayward Pines. Sebbene, quindi, lo showrunner Mark Friedman e gli altri autori si siano sforzati di dare maggiori sfumature ai nuovi episodi, è anche vero che molto di quello affiorato nel corso della nuova stagione è rimasto sospeso a conclusione della stessa o non ha avuto il giusto rilievo narrativo. Ne sono esempi la scarsa rilevanza data alle tristi sorti di Ben e Theresa Burke (Shannyn Sossamon) o al destino di Adam Hassler (Tim Griffin).

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"There is no greater good"

Wayward Pines: Jason Patric e Nimrat Kaur in Bedtime Story
Wayward Pines: Jason Patric e Nimrat Kaur in Bedtime Story

Temi portanti di Wayward Pines 2, dopo l'introduzione di nuovi personaggi - il chirurgo Theo Yeldin (Jason Patric), la (ex) moglie Rebecca (Nimrat Kaur), il dissidente Xander (Tom Stevens) e Kerry Campbell (Kacey Rohl), compagna e braccio destro di Jason - sono stati il tentativo di trovare nuove forme di sostentamento per la cittadina a corto di scorte alimentari, con tanto di piantagioni coltivate fuori la recinzione elettrica, il piano per incrementare le nascite che ha visto protagonisti i giovanissimi membri della Prima Generazione e lo studio dedicato agli Abbie portato avanti dall'insegnate Megan Fisher (Hope Davis). Proprio le aberrazioni hanno avuto un ruolo di primo piano grazie alla cattura di Margaret, Abbie evoluta e leader femminile delle creature carnivore dotata di un'intelligenza superiore e di un misterioso simbolo sul palmo della mano.

Wayward Pines: Djimon Hounsou 	Djimon Hounsou è CJ Mitchum in Bedtime Story
Wayward Pines: Djimon Hounsou Djimon Hounsou è CJ Mitchum in Bedtime Story

Ma quel senso di incompiutezza che ha attraversato la serie non ha risparmiato neanche questi elementi di rilievo. Tutta la seconda stagione è stata percorsa dal pericolo di un attacco da parte degli Abbie, guidati proprio da Margaret. Un'attesa carica di tensione che ha portato Jason prima e Theo poi alla decisione drastica di "sospendere" la quotidianità di Wayward Pines, che si è conclusa però con un nulla di fatto. Un finale quindi maggiormente incentrato a mostrare l'azione/reazione scaturita dalle scelte individuali dei suoi protagonisti. Una riflessione sull'azione dell'uomo che da Pilcher arriva fino a Jason e Theo, piuttosto che sulla vendetta delle creature nata dal virus H1R3, causa del collasso dell'umanità.

"La sopravvivenza dipende da te"

Wayward Pines: una foto del season finale Bedtime Story
Wayward Pines: una foto del season finale Bedtime Story

Se gli Abbie hanno avuto un ruolo di primo piano in questo secondo capitolo, sul versante new entry la novità più interessante è stata rappresentata dall'introduzione del nuovo medico di Wayward Pines: Theo Yeldin. Un personaggio che ricorda molto quello di Ethan Burke per il suo essere poco incline ad accettare regole imposte e ingiustizie. L'oppositore principale del villain di questa stagione, il giovane e incolore sceriffo Jason. Abbiamo visto Yeldin, dopo lo smarrimento iniziale per essere stato rapito e messo a dormire 2000 anni in una cella di sospensione criogenica, prendere ben presto il controllo della situazione e diventare, puntata dopo puntata, il leader ponderato e umano che Jason non ha mai saputo essere. Anche in Bedtime Story i contorni eroici del suo personaggio che, con modalità differenti, avrebbero dovuto ricalcare il gesto nobile dell'agente federale, sono stati evidenziati dagli autori per fare del chirurgo il personaggio trainante dell'intera stagione.

Wayward Pines: Jason Patric in una foto dell'episodio Bedtime Story
Wayward Pines: Jason Patric in una foto dell'episodio Bedtime Story

Ma Wayward Pines 2, ancora una volta, non ha funzionato nella sua totalità. Passaggi di sceneggiatura fiacchi e repentini, la mancanza di una parentesi di mistero effettiva, elementi narrativi ricalcati dal capitolo precedente, personaggi poco incisivi (su tutti proprio l'antagonista di turno) e l'assenza di una forte identità originale hanno reso anche questo secondo capitolo di Wayward Pines difettoso. Non sono bastati ritorni importanti come quello l'infermiera Pam (Melissa Leo), triangoli sentimentali, rivelazioni scioccanti o flashback chiarificatori a risollevare le sorti di una stagione altalenante che ha visto nell'assenza di un ritmo narrativo emotivamente coinvolgente la sua pecca maggiore.

Movieplayer.it

2.5/5