Venezia, Giulia Bevilacqua e il dramma di 'Alice'

La brava attrice romana rivela a Movieplayer.it i segreti di una carriera in ascesa, sempre dalla parte dei giovani autori di talento, come Roberto De Paolis, il regista che l'ha diretta nel cortometraggio in concorso nella sezione Controcampo Italiano, un dramma che mette a fuoco la fine di una relazione sentimentale tra un uomo e una donna dopo la prematura scomparsa della figlia che attendevano.

Ama i grandi registi, ma se deve scegliere qualcuno su cui puntare la sua scelta andrà sempre ad un giovane autore a caccia di successo. Si spiega così il fortunato incontro tra Giulia Bevilacqua e Roberto De Paolis, rispettivamente interprete principale e regista del cortometraggio Alice, presentato in concorso nella sezione Controcampo Italiano al Festival di Venezia. Abbandonate le vistose mise della spiritosa compagna di sventure sentimentali di Francesca Inaudi in Come trovare nel modo giusto l'uomo sbagliato, Giulia Bevilacqua veste qui i panni di una donna devastata a tal punto dalla morte della figlia che attendeva, da veder naufragare il rapporto sentimentale con il suo compagno. Affiancata da Edoardo Pesce, la brava interprete attrice capitolina si è gettata anima e corpo in questo progetto cucito su misura per lei.

Giulia, che effetto ti fa mettere a disposizione la tua notorietà per un piccolo, ma ambizioso film come questo?

E' la cosa più bella che io possa fare in questo momento, anzi spero di poter continuare su questa strada perché l'obiettivo principale della mia carriera è proprio questo. Se la mia popolarità può servire a dare un'attenzione in più ad un progetto del genere, posso solo essere felice. Sono ovviamente tanti i registi con cui mi piacerebbe lavorare, ma quando mi chiedono con quali vorrei iniziare una collaborazione rispondo sempre che avrei voglia di fare tante opere prime. Non è un caso che la maggior parte delle volte che leggo delle sceneggiature firmate da giovani autori e registi risultino molto più entusiasmanti, affascinanti e piene di passione rispetto a quelle scritte da autori rinomati. Non sto parlando di bravura, ma di spazi da dare a chi ancora non ha avuto le sue possibiltà. E' successo anche a me. Mi è stata negata molte volte la possibilità di fare dei film perché non avevo un nome abbastanza forte o non avevo fatto abbastanza cinema e questa cosa mi fa rabbia. Sarebbe il caso che si imparasse a rischiare insomma.

##A proposito di rischi, interpreti un ruolo non facile in Alice di Roberto De Paolis. Sei una donna che vede naufragare la sua storia d'amore dopo la morte della bambina che attendeva...## Credo che sia nella natura delle donne mettersi a pensare alla maternità e alla famiglia e il corto di Roberto De Paolis parla della gioia che si prova quando si vive una storia d'amore, soprattutto quando senti che la storia possa aver un futuro, tanto da sentire il bisogno di mettere al mondo un bambino. L'iniziale entusiasmo viene spezzato però da un evento tragico, cioè dalla morte di Alice, una bimba che non nascerà mai e la fine del sogno distrugge tutto. Devo dire che non è stato affatto facile entrare nello stato emotivo di una donna alle prese con un'esperienza del genere, perché è un'emozione che non puoi ricondurre a niente di simile. Sono stata al fiano di persone a molto vicine che hanno vissuto questo dramma e mi sono resa conto del meccanismo strano che scatta nella mente di una donna. Non c'è solo la sofferenza per la perdita di un figlio, ma anche una sorta di senso di colpa, come se si fosse responsabili di questa tragedia. Con Roberto abbiamo fatto un bel lavoro di prove prima di iniziare il corto, cercando il più possibile un'azione vicina alla realtà. Poi sul set abbiamo anche un po' improvvisato, quel tanto che è bastato per trovare le sporcature che hanno reso le scene più vere.

E' stata importante anche l'affinità con il tuo compagno di set Edoardo Pesce...

Con Edoardo c'è stata subito una certa intimità e si vede nella scena iniziale, molto naturale. Questo è un aspetto che mi è piaciuto molto perché penso che un'attrice debba essere prima di tutto credibile. Quando vado al cinema non voglio vedere l'interpretazione di un attore, quella semmai la cerco a teatro. Io preferisco essere una persona, preferisco l'emozione vera.

Qual è il tuo rapporto con il Festival di Venezia?

Lo adoro ed in particolare trovo bellissima l'iniziativa di affiancare un cortometraggio ai film per aumentarne la visibilità. Sono anni che vengo al Lido da spettatrice e da piccola trascorrevo qui le vacanze estive assieme ai miei genitori, appassionarti di arte, per seguire la Biennale e il Festival. Venezia per me è sinonimo di sogno e non tanto per la star, ma semplicemente perché qui si possono respirare il cinema, l'arte e la bellezza. Ti lascio immaginare cosa sia successo quando sono stata qui con il film di Vincenzo Marra, L'ora di punta. Ero molto più piccola e avevo una carica emotiva fortissima. Anche quest'anno sento lo stesso entusiasmo di allora.

##A quali progetti stai lavorando attualmente?## Il 12 settembre finisco le riprese del film tv di Roberto Faenza, Il delitto di via Poma, prodotto dalla TaoDue di Pietro Valsecchi per Canale 5. Interpreto Paola, la sorella di Simonetta Cesaroni, un'opportunità che reputo davvero importante delle mia carriera. Non solo perché posso lavorare con un grande regista e con un attore del calibro di Silvio Orlando, ma perché sono alle prese con un ruolo delicato a cui mi sto avvicinando in maniera molto attenta e anche con un po' di ansia. E' la prima volta, infatti, che interpreto un personaggio esistente e ancora in vita.

Sei riuscita a contattarla, a parlare con lei?

Sì, certo, ho chiesto di incontrarla anche se non ho alcuna intenzione di imitarla. Volevo sapere da lei quali sensazioni si provano a vivere per tutta la vita con un incubo come quello. La sorella di questa donna è stata uccisa e ancora non esiste il nome dell'assassino. Tutta la parte emotiva del film, che è una cronologia dei fatti, è affidata al mio personaggio.

In Tv però ti rivedremo prestissimo e sempre su Canale 5...

La prossima settimana va in onda Dov'è mia figlia? la serie con Claudio Amendola, Nicole Grimaudo, Serena Autieri e Edoardo Leo in cui interpreto una cattiva...

Cattiva tu?

Non mi capiscono proprio infatti (ride) Io vorrei solo fare la commedia, sono un giullare! Odio quelli che si prendono troppo sul serio, specialmente nel nostro mondo. Fortuna che sto girando anche Nero Wolfe con Francesco Pannofino e Pietro Sermonti, in cui sarò l'unica presenza femminile. Sarò molto spiritosa.