Venezia 66: un cantiere per scacciare la crisi

E' stata presentata questa mattina a Roma la prossima edizione della Mostra d'Arte Cinematografica di Venezia, in programma al Lido dal 2 al 12 settembre. Tante le novità in tema di strutture e servizi, ricco il programma col ritorno degli americani, ma c'è spazio anche per le polemiche degli attori per i tagli al Fus.

La tradizionale conferenza stampa per la presentazione della nuova edizione della Mostra del cinema di Venezia, la numero 66 di scena al Lido dal 2 al 12 settembre, si porta sempre dietro qualche polemica. Stavolta a metterla in atto sono i protagonisti stessi del cinema, gli attori italiani che insieme agli altri rappresentanti del MoVem09, il Movimento Emergenza cultura, spettacolo e lavoro che comprende autori di cinema, teatro e tv, nonché musicisti, danzatori, coreografi, scrittori e tutti i lavori dello spettacolo, si sono uniti per far sentire la propria voce contro i tagli al Fus, il fondo unico per lo spettacolo. A rassicurarli ci ha provato ieri Silvio Berlusconi che ha annunciato che il Fondo sarà presto ripristinato per decreto, ma nel frattempo è toccato a Sergio Castellitto leggere un comunicato "In difesa dei diritti del pubblico" poco prima dell'inizio della conferenza stampa di Venezia 66 all'hotel Excelsior di Via Veneto a Roma. Nei passaggi principali, si afferma che "il governo italiano ha deciso che in questo gravissimo momento di crisi economica [...] l'Italia può fare a meno del potenziale dei propri talenti creativi. [...] Siamo in assenza totale di regole capaci di creare un mercato, di regolarne il libero accesso, di tutelarne l'indipendeza dal potere politico e di garantire ai lavoratori le minime tutele sociali e sindacali. [...]
Oggi in Italia il governo Berlusconi vuole mettere a tacere tutte le voci libere del paese. Il cinema, il teatro, la musica, le arti figurative e la danza sono i luoghi dell'espressione più difficilmente controllabili e condizionabili. Per questo li si vuole morti. Questo è il senso e la ragione dei tagli al Fus. [...] Il pubblico italiano e internazionale avrà da oggi meno opere [...] meno cultura, meno spirito critico e dunque meno libertà". A prendere la parola è poi Carlo Verdone che sottolinea un'altra emergenza tutta italiana: "Un altro aspetto di questo disastro - afferma l'attore romano - è la chiusura delle sale cinematografiche in Italia. Stiamo attenti perché così rischiamo di perdere il pubblico medio; il pubblico urbano non esisterà più. L'anno prossimo perderemo altre 300 sale e per questo non vedremo più i film di qualità, quelli provenienti da paesi più piccoli". A chiudere gli interventi polemici, l'ironica lettera "scritta" dal ministro Sandro Bondi e letta dall'autore Andrea Purgatori nella quale si prospetta l'annessione dell'Italia alla Francia per superare la crisi e un sistema a punti per attori e film che prevede l'assegnazione di "5 punti per chi vince una Coppa Volpi, 10 per chi ottiene un Oscar, 100 punti per chi e' in possesso della farfallina d'oro di Palazzo Grazioli".
Serpeggia un po' di tensione sui volti di Paolo Baratta, Presidente della Biennale di Venezia, e di Marco Müller, Direttore della Mostra, che nel presentare la prossima edizione del festival non possono non affrontare la questione "crisi" e l'aspetto work in progress di una kermesse ancora in versione "cantiere" dopo l'inizio dei lavori dello scorso anno per la costruzione del nuovo Palazzo del Cinema. Tante però le novità introdotte già da quest'edizione, che coinvolgeranno strutture e servizi. "Quest'anno la mostra deve convivere con un cantiere che ha portato via alla Mostra una certa fetta dello spazio tradizionale, in particolare quello all'aperto - spiega il Presidente Baratta - Questo momento traumatico dev'essere vissuto però come un accelerazione dei miglioramenti per il futuro. Da quest'edizione la Mostra avrà un ingresso principale, concentrato nella zona della Darsena che stiamo riqualificando completamente. Stiamo restaurando inoltre due straordinari corridoi del vecchio Casino degli anni 40, dove troveranno spazio tutte le postazioni per gli accrediti". Da quest'anno poi, e finalmente, al Lido pubblico e accreditati troveranno finalmente da mangiare. "Da sempre il problema della Mostra è stato quello della ristorazione - prosegue Baratta - Quest'anno ci saranno nuovi ristoranti, sia per il pubblico, che per stampa e accreditati, che saranno aperti fino alle 2 di notte. Vogliamo mettere il pubblico e i giornalisti in condizione di frequentare la Mostra al meglio". E risolvendo il problema cibo, siamo sicuri che tutti lavoreranno meglio e con lo stomaco pieno si avrà anche meno voglia di lamentarsi di tutte quelle piccole cose che non funzionano a Venezia.
A illustrare il cartellone di quest'anno è come di consueto Marco Müller , riconfermato alla guida della Mostra dopo quattro anni che hanno rilanciato Venezia nel panorama internazionale. "In questi anni abbiamo messo la macchina festival a regime - spiega il Direttore Müller - è entrata a rodaggio e quest'anno ha raggiunto una velocità da crociera. Venezia è oggi ciò che ho sempre sognato: una mostra per chi fa i film, per chi li fa circolare e per chi li va a vedere". Anche quest'anno i numeri sono da record: ben 25 i paesi rappresentati nelle varie sezioni e i record continuano con la presentazione di 18 opere prime e di 9 opere seconde."Ci sono alcuni dei film più attesi della prossima stagione - rivela Müller - opere di autori il cui percorso abbiamo cercato di accompagnare e alcuni ritorni. Abbiamo poi due nomi consacrati di registi quali Michael Moore e Fatih Akin che finora non avevano mai scelto di presentare i propri film a Venezia. Oggi tutti i registi hanno capito che la Mostra rappresenta una vetrina importante per esaltare le proprie opere". E sui criteri nella scelta dei film selezionati per questa edizione, Müller spiega che "ci hanno interessato quei film consapevoli dei propri doveri rispetto al presente, che hanno saputo spremere fino all'ultimo centesimo i poteri del cinema. Quella di quest'anno sarà una tra le selezioni più sorprendenti e più forti delle ultime edizioni".
Il Direttore sottolinea poi come "mai come quest'anno ci sono tanti documentari italiani alla Mostra. Un chiaro sintomo di come stia prendendo sostanza il cinema documentaristico italiano". E la crisi? "La risposta è nella selezione americana - dichiara Müller - Non c'è mai stata una così ampia e variegata offerta di cinema proveniente dagli Stati Uniti. Abbiamo nomi importanti come Steven Soderbergh che fa un film su una delle tante ragioni della crisi finanziaria, le truffe ai massimi livelli nel mercato del grano e dei cereali, e lo stilista Tom Ford che debutta alla regia portando sullo schermo l'ultimo romanzo di Christopher Isherwood". Bocche cucite sul documentario in concorso di Michael Moore, scelto perché "ci è piaciuto più di altri film e ci ha interessato molto" mentre a chi gli chiede spiegazioni sull'assenza del film di Giorgio Diritti sulla strage di Marzabotto, Müller replica laconico: "Era stato invitato come film d'apertura di Orizzonti, ma l'invito non è stato accolto".