The Last of Us: 10 cose che ci aspettiamo dalla serie HBO

Come sarà la serie TV di The Last of Us? Dopo il clamoroso annuncio da parte di HBO, cerchiamo di individuare gli elementi che assolutamente non potranno mancare nella versione televisiva.

The Last Of Us

The Last of Us, forse il videogioco più amato e premiato dello scorso decennio, diventerà una serie TV HBO. Per di più creata e scritta dal premio Emmy Craig Mazin (Chernobyl), con il diretto coinvolgimento dell'autore e regista del videogioco, Neil Druckmann di Naughty Dog. Questa notizia è una di quelle che segretamente sognavamo da tempo. Anzi, forse nemmeno osavamo sognarla, visto che, in tutta sincerità, ci saremmo accontentati anche del film che Sam Raimi stava cercando di realizzare oltre 6 anni fa. Ben consci, ovviamente, che un film soltanto difficilmente avrebbe potuto rendere giustizia alla storia del videogioco, ai tanti colpi di scena e soprattutto alla magistrale caratterizzazione dei due protagonisti. Il videogioco The Last of Us è un action-adventure con sfumature horror che ci immerge in uno scenario post-apocalittico dove un'infezione causata da un fungo parassita (chiamato Cordyceps) ha trasformato gran parte degli essere umani in creature mostruose e mutanti, decimando la popolazione mondiale.

The Last of Us: il videogame culto diventa una serie HBO

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Tutto questo diventerà anche una serie TV grazie alla HBO, e grazie ad un formato seriale evidentemente più adatto a questo tipo di progetto; anche perché il lento scorrere del tempo (la narrazione è addirittura scandita da capitoli associati alle quattro stagioni) è uno degli elementi cardine della storia. Ovviamente al momento non esiste nessun dettaglio ulteriore sul progetto, ma - presi dall'entusiasmo per quella che è diventata già adesso la nostra futura serie più attesa in assoluto - vogliamo provare ad immaginare nella nostra testa un adattamento ideale del primo capitolo del videogioco (il tanto atteso, ma misterioso, The Last of Us Part II arriverà nei negozi solo il prossimo 29 maggio) e mettere in chiaro fin da ora con la HBO quali sono gli elementi che assolutamente non dovranno e non potranno mancare nella versione televisiva.

1. Lo stesso terribile incipit

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Non possiamo che cominciare proprio dall'incipit, agghiacciante e splendido al tempo stesso. In una periferia del Texas una bambina si sveglia nel cuore della notte e non trova più il padre. La "aiutiamo" a cercare in ogni stanza della casa, ancora ignari di quanto sta accadendo fuori. Quando lo troviamo, Joel sta per essere ucciso dal vicino che sembra improvvisamente impazzito... anzi, mutato in qualcosa di mostruoso. Da qui inizia una corsa contro il tempo in cui noi giocatori (inizialmente) nei panni di Sarah, insieme a nostro padre Joel e suo fratello Tommy, cerchiamo di scappare verso un luogo più sicuro mentre intorno, sempre di più, il caos esplode, la folla fugge spaventata e ci sono pericoli ad ogni angolo. Proprio quando la salvezza sembra essere vicina, un posto di blocco dei militari, succede qualcosa di terribile che segnerà per sempre la vita di Joel, il vero protagonista della storia.

Chi ha già giocato a The Last of Us sa perfettamente quanto questo incredibile inizio di 15 minuti sia assolutamente perfetto. Non solo perché riesce a rappresentare al meglio, anche grazie ad una regia fin da subito molto cinematografica, le atmosfere tipiche del sottogenere catastrofico/horror, ma perché stabilisce fin da subito il tono drammatico della narrazione e l'animo tragico del protagonista. Difficile pensare che la serie possa prescindere da tutto questo, al massimo potranno sviluppare lo stessa tema in modo diverso.

2. Un mondo spaventoso ma ricco di dettagli e poesia

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Nonostante il genere post-apocalittico sia da sempre molto florido e ricco di vere e proprie pietre miliari sia per quanto riguarda cinema che letteratura, con il loro capolavoro quelli di Naughty Dog sono riusciti a realizzare un mondo che è certamente derivativo e debitore di tante altre opere, ma al tempo stesso affascinante come pochi e sufficientemente originale in tanti aspetti. L'America devastata da trent'anni di infezione è spaventosa e angosciante come poche cose ci è capitato di vedere sullo schermo, ma conserva comunque una ricchezza di dettagli - scenografici ma non solo, pensiamo anche alle tante lettere che possiamo leggere in giro - che rendono questo universo narrativo unico nel suo genere, per profondità e lirismo. Non vogliamo anticipare nulla a nessuno, ma verso la fine di The Last of Us c'è un momento in particolare, totalmente inaspettato, che non può che riempire di gioia e di speranza chiunque ci giochi. Inutile dire che ci aspettiamo di ritrovare quella scena anche nella serie. Per forza.

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3. Dei nemici davvero terrificanti

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I momenti di gioia e allegria, per quanto presenti, sono comunque una rarità in The Last of Us. Quello che invece è la norma è una sensazione di angoscia e tensione sempre crescente, che ci accompagna per tutta la storia. Dovuta a due tipi di nemici: quelli mostruosi e mutati - runners, stalkers, clickers e bloaters, ognuno con le proprie spaventose e letali caratteristiche - e quelli rimasti umani nella forma ma le cui azioni sono diventate mostruose per necessità di sopravvivenza. Un po' come ci ha insegnato in questi anni anche The Walking Dead, l'incubo peggiore a volte è rappresentato non da coloro che sono morti/infetti, ma dai sani/vivi che sono disposti a fare qualsiasi cosa pur di continuare a sopravvivere. A maggior ragione questo vale anche per i protagonisti, e infatti arriviamo proprio a questo...

4. Un approfondimento degno di due personaggi meravigliosi...

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Proprio come accade per le migliori serie, a fare la differenza anche nel videogioco The Last of Us sono i personaggi principali e l'ottima scrittura che li caratterizza. Anche in questo caso non possiamo sbilanciarci per paura di spoiler, ma vi basti sapere che più si va avanti con la storia e più riusciamo a capire meglio i due protagonisti: ovvero il già citato Joel, un cinquantenne burbero che, venti anni dopo l'inizio dell'infezione, fa il contrabbandiere; e la piccola Ellie, una quattordicenne nata e cresciuta nelle zone di quarantena, che quindi non ha mai conosciuto il nostro mondo e che invece ora si ritrova ad attraversarlo, con tutti i suoi pericoli, per cause di forza maggiore.

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Il rapporto iniziale tra i due non è tra i migliori: Joel è scontroso e molto poco intenzionato ad aprirsi con chiunque; Ellie è sveglia e tenace, ma porta con sé un segreto e un fardello troppo grande per una ragazzina della sua età. Prima che si possa creare una reale connessione, i due protagonisti dovranno affrontare avventure di ogni tipo, ma è proprio questa crescita, così naturale e sincera, da parte di entrambi che li rende due personaggi di grande profondità. Non perfetti, tutt'altro, ma quasi reali. Talmente tanto che il giocatore/spettatore finirà più volte con l'essere sorpreso da certe scelte... diciamo non proprio tipiche per un prodotto di intrattenimento mainstream. Ecco, per ora mettiamola semplicemente così.

Cinema e videogiochi: l'attrazione (e imitazione) è reciproca

5. ... e che niente e nessuno sia lasciato indietro

Left Behind

Ci riferiamo in questo caso all'espansione di gioco intitolata appunto Left Behind, che circa un anno dopo l'uscita del gioco principale, aggiunse un lunghissimo e splendido flashback su una parte di storia fino a quel momento poco chiara, quale il passato di Ellie. In quel flashback abbiamo conferma di una cosa che avevamo solo intuito durante la storia principale, ovvero che Ellie è gay. Se ve lo diciamo non è per spoilerarvi nulla, ma perché è ormai notizia di pubblico dominio, visto che è stata una delle prime conferme/dichiarazioni fatte da Craig Mazin dopo l'annuncio della serie. Perché è così importante questo aspetto? Intanto perché è uno di quegli elementi che caratterizza il personaggio e rende la sua storia ancora più profonda, ma poi perché nel sequel del videogioco in arrivo tra pochi mesi, Ellie avrà una compagna che potrebbe diventare una nuova protagonista della storia.

The Last of Us: Craig Mazin assicura che Ellie sarà gay

In ogni caso, da queste parti amiamo il flashback di Left Behind e già adesso ci immaginiamo/speriamo che possa rappresentare un intero episodio della serie. Anche perché introduce un personaggio secondario molto bello. E a questo proposito, appunto, dobbiamo dire che oltre i due protagonisti sono presenti nella storia ovviamente altri personaggi più o meno importanti, ma tutti caratterizzati sempre da un notevole approfondimento psicologico: non sono tantissimi, ma a nostro parere sono comunque tutti meritevoli di tornare anche nella serie, magari con anche uno spazio ancora maggiore.

The Last of Us: Part II
The Last of Us: Part II

6. Un cast perfetto...

Logan: Hugh Jackman e Dafne Keen in una foto del film
Logan: Hugh Jackman e Dafne Keen in una foto del film

Veniamo ad un argomento che in questi giorni sta impazzando sul web: chi saranno i due attori chiamati a interpretare Joel ed Ellie? Il fantascasting è già iniziato e ognuno ha le sue preferenze, alcune più sensate e fattibili, altre praticamente impossibili. Partiamo da un presupposto: è cosa più o meno nota che l'aspetto dei due protagonisti del gioco fosse, più o meno ufficialmente, ispirato a Hugh Jackman ed Ellen Page. Ora che questi due possano essere i protagonisti della serie è quasi impossibile: il primo perché è una superstar di Hollywood, e quindi costosissima, e in più con il film Logan ha già realizzato qualcosa di sufficientemente simile a The Last of Us; Ellen Page invece è ormai una 33enne e interpretare una 14enne sarebbe per lei davvero complicato.

The Boys 10
The Boys: un primo piano di Karl Urban

Tolte le due scelte più banali e gettonate, le voci sul cast che stanno girando (che ovviamente non hanno alcun fondamento per il momento) sono comunque molto interessanti. Per Joel si parla molto di Karl Urban (The Boys), Gerard Butler (300) e soprattutto il Nikolaj Coster-Waldau de Il trono di Spade, che potrebbe essere effettivamente perfetto, anche considerato il buon rapporto con HBO. Per Ellie invece sono state citate tutte le giovane attrici più promettenti: a parte l'ovvia scelta di Maisie Williams (sempre Game of Thrones, l'attrice era già stata "scelta" sei anni fa per il film, oggi ha però 23 anni), sono molto gettonate due ragazze amatissime in questo periodo, ovvero la Sophia Lillis di It - Capitolo 1, I Am Not Okay With This e Sharp Objects (sempre HBO) o la Millie Bobby Brown di Stranger Things.

Conoscendo la HBO, potrebbe essere invece che per i due protagonisti si vada verso qualche nome inaspettato e forse anche meno conosciuto, ma comunque perfetto. Non dimentichiamo che la HBO non sbaglia mai una scelta di cast, non vorranno certo cominciare ora, giusto? Anche perché chi ha giocato il videogioco è già abituato non bene, ma benissimo.

7. ... e un omaggio alle interpretazioni già straordinarie del videogioco

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Perché, appunto, nel videogioco ci sono già due attori che hanno compiuto un lavoro maestoso e si chiamano Troy Baker e Ashley Johnson. Il primo è forse uno dei doppiatori americani più amati in assoluto del mondo dei videogiochi e degli anime; la seconda è un'attrice cinematografica e televisiva non molto nota, ma cara ad un autore quale Joss Whedon. I due nel videogioco non si limitano a prestare le voci ai due protagonisti, ma li interpretano in tutto e per tutto grazie ad uno straordinario lavoro di performance capture.

Le loro pluripremiate interpretazioni sono visibili in video di backstage e sono state talmente apprezzate che nel luglio del 2014 si è tenuta una performance live (trasmetta da Playstation in tutto il mondo) in cui i due attori hanno reinterpretato in modo esemplare i momento più belli del videogioco. Godetevi pure questa splendida performance, ma ovviamente occhio agli spoiler:

Ci aspettiamo a questo punto che nella serie ci sia per entrambi spazio quantomeno per un piccolo cameo. Sarebbe quantomeno dovuto.

8. La conferma di una colonna sonora da Oscar

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In quella indimenticabile serata live tenuta a San Diego, Troy Baker e Ashley Johnson non erano soli. Ad accompagnarli alla chitarra c'era il compositore Gustavo Santaolalla, a cui si devono le splendide musiche del gioco (e del sequel in arrivo). Il musicista argentino, già premio Oscar per I segreti di Brokeback Mountain, non potrà che essere uno dei pilastri anche del progetto televisivo, visto che, nella testa e nelle orecchie di tutti i giocatori, The Last of Us è indissolubilmente legato alle sue composizioni originali. In attesa della inevitabile conferma ufficiale da parte di HBO, risentiamoci insieme il magnifico tema principale.

9. Un finale rispettoso della storia che conosciamo...

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Sempre senza spoiler, dobbiamo comunque affrontare un aspetto importante. Perché The Last of Us non può prescindere da QUEL finale. Lo sa benissimo Neil Druckmann che l'ha scritto, lo sapeva anche Sam Raimi quando ancora era legato al progetto del film (e lo aveva dichiarato in modo chiaro), siamo certi che lo sa anche Craig Mazin. Tutta la parte finale del videogioco eleva la storia, la trasforma in qualcosa di diverso rispetto al "solito" post-apocalittico in cui sai già come andrà a finire, ma soprattutto è quello che realmente ci fa capire chi sono i due protagonisti con cui abbiamo passato tanto tempo. La serie dovrà fare tutto questo e potrà farlo ancora meglio, è per questo che ci auguriamo che la prima stagione si concluda, come il videogioco, con un semplice "Okay", ma ricco di significato. Lo stesso che, dopo la prima partita, ci lasciò imbambolati davanti allo schermo per diversi minuti, quasi come era stato per il famigerato finale de I soprano.

10. ...e che lasci spazio al sequel e nuove stagioni

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Tutto questo però noi l'abbiamo scritto potendoci basare solo ed esclusivamente sul primo The Last of Us (e sulla già citata espansione/flashback Left Behind). Sappiamo che a fine maggio arriverà l'attesissimo The Last of Us Part II su cui, al momento, si sa poco o nulla. Se non che Ellie è cresciuta e che il tono sarà ancora più cupo. Logicamente a noi viene da pensare alla prima stagione della serie come il primo videogioco, e poi, magari, eventuali stagioni successive ispirate al sequel o ad eventuali nuove storie che verranno. Ovviamente, non è detto che sia così, le storie delle due "parti" di videogioco potrebbero accavallarsi, si potrebbero creare due linee temporali, chissà... Di certo sapere che due grandi autori, seppur provenienti da mondi diversi quali serie TV e videogiochi, stanno lavorando per proporci una nuova versione di questa storia che abbiamo amato così tanto, è una cosa che ci far star bene e ci rassicura. Il tempo per avere paura arriverà poi, quando sugli schermi della HBO sentiremo il tipico suono dei clicker. E istintivamente ci verrà da prendere il telecomando per correre via e nasconderci.