Recensione Siren: Le sirene tra fascino e pericolo

La recensione di Siren, la serie Freeform che affronta il mito classico delle sirene ed è in arrivo dal 5 novembre su TimVision.

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Siren: Eline Powell nel pilot della serie

Siren è una serie tv che in qualche modo sorprende. Da una parte il tono è quello che ci si aspetterebbe da una produzione in onda negli USA su Freeform (l'ex CW), con quel look patinato che strizza l'occhio al pubblico adolescenziale del network, dall'altra spuntano alcune concessioni più cupe nell'affrontare il tema, alcuni sprazzi di violenza, che rendono questo tuffo (letterale) nel mondo delle sirene quantomeno interessante. Anche perché si tratta di un essere mitologico che non è stato rappresentato in abbondanza sullo schermo, ma che ha molto potenziale narrativo.

Siren è in uscita il 5 novembre su TimVision e prosegue la crescita del catalogo del servizio streaming che nel corso del mese vedrà anche l'arrivo della serie Marvel Runaways, entrambe presentate nel corso di Lucca Comics 2018 e inserite nell'ampia presenza del gruppo TIM alla fiera toscana. Si mira così a rafforzare l'offerta per il pubblico più giovane, laddove la presenza di una serie forte ma matura come The Handmaid's Tale già assicurava qualità per una nicchia di pubblico più esigente e adulta. È la conferma di un lavoro di selezione che mira a proporre ai propri utenti un'offerta capace di accontentare ogni tipologia di pubblico e inserirsi nella guerra dello streaming che si preannuncia sempre più accesa.

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Siren: Sibongile Mlambo, Eline Powell nell'episodio Aftermath

La casa delle Sirene

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Siren: Eline Powell in una scena dell'episodio The Lure

Siamo a Bristol Cove, località costiera americana nota proprio per le leggende che la vogliono casa delle sirene, quegli esseri mitologici che il folklore vuole essere metà donna, metà pesce. Questa tipica iconografia delle sirene domina nella cittadina, i cui abitanti sono soliti tramandare le leggende riguardo queste creature di padre in figlio, ma diventa concreta quando i militari si impadroniscono di una di esse catturata da Chris e il suo North Star, uno dei più attivi pescherecci locali, e soprattutto all'arrivo di Ryn. Si tratta di una bizzarra giovane donna, che attira l'attenzione su di sé ed è in realtà una sirena in forma umana, sorella di quella catturata, che è intenzionata a ritrovare... e vendicare.

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Il fascino cupo della Sirena

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Siren: Eline Powell nell'episodio Interview with a Mermaid

Abbiamo tutti in mente Ariel, La Sirenetta di Disney, ma non dimentichiamo che si tratta di esseri mitologici noti per la loro capacità di attirare gli uomini con il loro canto ed eventualmente ucciderli anche a mani nude. È a questo immaginario più cupo e letale che si ispirano Ryn e le sirene della serie in arrivo su TimVision, ed è al fascino delle sue protagoniste che si affida in prima battuta per attirare l'attenzione dello spettatore: se i primi episodi della serie funzionano è soprattutto grazie alla capacità di incuriosire il pubblico di Eline Powell, l'interprete della sirena in cerca della sorella e della vendetta, che sa mostrare la genuina curiosità e lo spiazzante timore così come le pericolose esplosioni di violenza e la letale attitudine da predatore che occupa una posizione elevante nella scala evolutiva. Meno interessanti, almeno inizialmente, i comprimari umani, con i biologi marini Ben e Maddie su tutti, ovviamente coinvolti nell'intreccio grazie alla loro professione e le loro ricerche.

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La forza del tema

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Siren: Alex Roe, Eline Powell, Fola Evans-Akingbola nell'episodio On the Road

Un film come La forma dell'acqua - The Shape of Water ci ha mostrato quanto potenziale ci sia in una storia che affonda le radici in questo tipo di mitologia, ma d'altro canto l'italiana Sirene ci ha mostrato come si possa avere anche un approccio totalmente diverso. La strada presa da Siren ci sembra quella giusta per costruire qualcosa di leggero e godibile che non sia una serie adolescenziale come tante: al netto di qualche ingenuità e banalità di troppo nell'intreccio, la show targato Freeform si guarda con piacere. Siamo nell'ambito di quella che potremmo definire vecchia TV, ma la trama orizzontale è impostata e sviluppata sin da subito e il rinnovo per una seconda stagione da sedici episodi, contro i dieci della prima, fa sperare nella volontà di sviluppare ulteriormente il tema e dare margini di approfondimento e crescita anche a quei personaggi umani inizialmente troppo monodimensionali.

Movieplayer.it

3.0/5